Storia delle teorie musicali | materiali

Anno accademico 2022-2023

Mito e filosofia all'origine dell'armonia

 

 

Lira

È lo strumento principe della cultura musicale greca, la sua complessità partecipa e giustifica la simbiosi fra musica e filosofia sviluppatasi in Grecia. L'invenzione, secondo il mito si deve a Mercurio (Ermes), che la donò ad Apollo per arrivare ad Orfeo. Apollo e Mercurio, come rivela Macrobio, sono due facce dello stesso dio.

Inno a Ermes (viii sec. a.C.)

Chelys (v-iv sec. a.C.) | British Museum | info

Kithàra: tecniche esecutive (portamento, vibrato, accordi, armonici).

Apollo e marsia

Melchior Meier, Apollo e Marsia (1581) | info

Macrobio [v sec. in.]

Saturnali, I.19: [7] ... Apollo e Mercurio risultano chiaramente essere lo stesso dio anche dal fatto che presso molti popoli l’astro di Mercurio porta il nome di Apollo, e Apollo presiede alle Muse, mentre Mercurio dà la parola, dono delle Muse ... [14] Le statue [erme] di Mercurio sono per lo più costituite da un blocco quadrato che ha solo la testa ed il membro virile eretto: ciò significa che il sole è il capo del mondo e il generatore delle cose, e che tutta la sua forza non consiste in un impiego isolato delle membra, ma nella sola mente, che ha sede nel capo. [15] Ha quattro lati per la stessa ragione per cui è attribuita a Mercurio, secondo la tradizione, la cetra a quattro corde. Tale numero sta a significare o le quattro zone del mondo o le quattro stagioni dell’anno o i due equinozi e i due solstizi in cui si divide lo zodiaco; così come la lira di Apollo, di sette corde, rappresenta il moto di altrettante sfere celesti, regolato per natura dal sole.

Orfeo

Orfeo fra gli animali iii-iv sec. d.C. (Palermo, Museo archeologico)

Buon pastore (Aquileia, Basilica)

Orfeo bacchico, iii-iv sec. d.C. (da Mastrocinque 1993)

[Daolmi 2019: 29] Legare il sapere scientifico alla forgiatura del ferro rivela quanto la conoscenza metallurgica, quasi magica, fosse metafora del sapere. Lo stesso Orfeo fu iniziato ai misteri dai Dattili, ovvero dai primi fabbri (Diodoro Siculo, Bibliotheca, V.64.3-6). Il sapere dei Dattili era legato all’uso antico d’indicare le lettere dell’alfabeto con le dita (da cui il loro nome) e di far corrispondere le varie specie degli alberi alle singole lettere [Graves 1953: 52.3; 53.1]: Orfeo è loro discepolo in quanto sacerdote degli alberi (Apollonio, Argonautiche, I.23-34). Nicomaco adatta a Pitagora, mistico scopritore dell’armonia, il rapporto Dattili-Orfeo, immaginando che anche il matematico abbia goduto della stessa formazione misterico-musicale e corroborando l’affermazione con l’aneddoto della fucina.

Monteverdi, Orfeo

In un fiorito prato con l’altre sue compagne, giva cogliendo fiori per farne una ghirlanda a le tue chiome, quando angue insidioso, ch’era fra l’erbe ascoso, le punse un piè con velenoso dente: ed ecco immantinente scolorirsi il bel viso e ne’ suoi lumi sparir que’ lampi, ond’ella al sol fea scorno.

— Io porrò inimicizia fra te e la donna … ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno. [Gn 3.15]

Iubal

Harmonious anvils

Pitagora ([vi sec. ex.] †495 a.C.)

A Pitagora si attribuisce l'interpretazione del mondo in chiave matematica. Il ruolo della musica nel pensiero pitagorico è determinante perché il suono risponde a principi matematici.

— Il racconto della fucina da: Nicomaco, Manuale d'armonia [i sec.], in Meibom 1652: (Nicomacus): 10-11 | in Luisa Zanoncelli, La manualistica musicale greca (Milano: Guerini Studio 1990): § 6.

Tono, quarta, quinta, ottava.

Handel, Il fabbro armonioso (1720)

Rossini, Finale I dal Barbiere di Siviglia (1816)

Acustica

Principi fisici del suono (Manuale, pp. xiv-xv)

Mauro Graziani, Il timbro

Lastre di Chladni | con Herz differenti | cimatica

Archita (iv sec. in. / †350 a.C.)

Amico di Platone a cui, fra le altre cose, si deve la definizione e calcolo delle medietà, connessa con le proporzioni musicali.

Platone (427-347 a.C.)

Platone è il primo a descrivere il cosmo 'sonoro', ponendo una sirena su ogni pianeta (Repubblica) e immaginando la vitalità del cosmo assegnandogli un'anima la cui natura è musicale. Si tratta della formulazione che godrà di maggior influenza. Benché rifiutata dal cristianesimo sarà recuperata a partire dal xii secolo e trionferà nel Rinascimento.

Ananke

In Notre Dame (1831) di Victor Hugo

In Notre Dame (1998) di Riccardo Cocciante (Frollo, l'arcidiacono e Gringoire)

Moire / Parche

Tessitrici alla base del grande fuso | info

In Hercules (Disney 1997)

Sirene

In Odissea, 6a puntata (Rai 1968) | info

Odissea, libro xii (Pindemonte)

— Da arpia a sirena | info

Vaso ateniese (VII sec. a.C. ex., London, British Museum)

John William Waterhouse, Ulisse e le sirene (1891, Melbourne, National Gallery of Victoria)

— Da uccello a pesce | info

— Sul mito | info | info

Aristotele (384-322 a.C.)

Aritotele nel De caelo, in aperto contrasto con i Pitagorici, non credeva che il cosmo fosse sonoro, perché i pianeti erano incastrati nelle proprie sfere celesti e girando non opponevano attrito.

Astronomia

300 a.C.Eudosso di Cnido concepisce un universo geocentrico circondato da sfere su cui erano incastrati i pianeti (dopo Luna e Sole vi erano gli altri 5 pianeti: Venere Mercurio Marte Giove Saturno.
200 a.C.Aristarco di Samo sposta il sole al centro dell'universo. Il vecchio sistema detto 'egizio' viene sostituo da quello che è spesso erroneamente chiamto 'caldeo-pitagorico', visto che non apparteneva né ai Caldei, né a Pitagora. Per spiegare il moto irregolare dei pianeti fu concepito da Apollonio di Perga la teoria degli epicicli.
150 a.C.Ipparco di Nicea calcola la precessione degli equinozi.
100 a.C.Eratostene di Cirene (l'autore di Hermes) calcola con buona approssimazione la distanza del sole dalla terra (40 mila km): secondo Cleomede si sarebbe accorto del lieve sfasamento di angolo che al solstizio d'estate v'era fra le città di Assuan e Alessandria.

Cicerone (106-43 a.C.)

Nel cosiddetto Somnium Scipionis (parte del vi libro di De re publica) Cicerone propone una rappresentazione del cosmo sonoro in termini platonici, benché secondo la nuova distribuzione planetaria, basata sulla velocità di rivoluzione, con il Sole al centro.

Repubblica [55-51 a.C.], libro vi (Somnium Scipionis)

Un precedente al Somnium Scipionis si ha con l'Hermes di (272-191 a.C.) che tuttavia sopravvive frammentario e non ha una traduzione moderna [testo greco: Powell, Collectanea Alexandrina (1925): 58-68 | studio: Di Gregorio, L'Hermes (2010)]

Il Somnium di Cicerone ebbe tanta fortuna che anche Metastasio scrisse su tal soggetto una serenata musicata da Mozart (non eseguita all'epoca per la morte del dedicatario, 1771). In realtà Metastasio è poco interessato alla descrizione del cielo ma immagina il protagonista Sicpione Emiliano che in sogno è indeciso se seguire la stabile Costanza o l'incerta Fortuna. Questo il solo recitativo che evoca l'armonia celeste:

Scipione Dunque ove son? La reggia | di Massinissa, ove poc'anzi i lumi
al sonno abbandonai, | certo questa non è.
Mozart-Metastazio, Sogno di Scipione
Salzburg Festival 2006
Carinthian Symphony Orchestra, Robin Ticciati
Scipione, Blagoj Nacoski
Costanza, Louise Fribo
Fortuna, Bernarda Bobro
Costanza al sonno abbandonai, | certo questa non è. No. Lungi assai
è l'Africa da noi. Sei nell'immenso | tempio del ciel.
 
Fortuna Non lo conosci a tante | che ti splendono intorno
lucidissime stelle? A quel che ascolti | insolito concento
delle mobili sfere? A quel che vedi | di lucido zaffiro
orbe maggior che le rapisce in giro?
 
Scipione E chi mai tra le sfere, o dèe, produce | un contento sì armonico e sonoro?    
Costanza L'istessa ch'è fra loro | di moto e di misura
proporzionata ineguaglianza. Insieme | urtansi nel girar; rende ciascuna
suon dall'altro distinto, | e si forma di tutti un suon concorde.
Viarie così le corde | son d'una cetra; e pur ne tempra in guisa
e l'orecchio e la man, l'acuto e il grave, | che dan, percosse, un'armonia soave.
Questo mirabil nodo, | questa ragione arcana | che i dissimili accorda,
'proporzion' s'appella, ordine e norma | universal delle create cose.
Questa è quel che nascose, | d'altro saper misterioso raggio,
entro i numeri suoi di Samo il saggio [= Pitagora].
   
Scipione Ma un armonia si grande | perchè non giunge a noi? Perchè non l'ode
chi vive lá nella terrestre sede?
   
Costanza Troppo il poter de' vostri sensi eccede.    
 
Ciglio che al Sol si gira | non vede il Sol che mira,
confuso in quell'istesso | eccesso di splendor.
Chi lá del Nil cadente | vive alle sponde apresso,
lo strepito non sente | del rovinoso umor.
   

Plinio il Vecchio (23-79)

Naturalis historia, II.20/83-84

[83] Molti cercarono di individuare anche le distanze dei pianeti dalla terra, e affermarono che il sole distava dalla luna diciannove volte quanto la stessa luna dalla terra. Ma Pitagora, uomo di sagace ingegno, dedusse che c'erano 126.000 stadi dalla terra alla luna, il doppio da questa al sole, di lì il triplo verso le dodici costellazioni, nel quale parere si ritrovò anche il nostro Gallo Sulpicio [che conosceva le teorie di Archimede].

[84] Ma Pitagora talora fa ricorso anche alla teoria musicale per quanto disti dalla Terra la Luna, da questa a Mercurio e da questo a Venere un semitono di spazio, da questo al sole un tono e mezzo, dal sole a Marte un tono (cioè quanto dalla Terra alla Luna), da questo a Giove e da questo a Saturno un semitono, e da lì allo zodiaco un tono e mezzo; così che sono prodotti sette toni che chiamano diapason, questo è l'armonia universale; che in essa Saturno viene mosso con suono dorico, Giove col frigio [a] e i rimanenti in modi simili, con raffinatezza piacevole più che necessaria.

a. Si tratta evidentemente di indicazioni approssimative. La scala frigia è effettivamente un grado sotto quella dorica, ma a distanza di tono, non di semitono | info

 

Raffigurazione (ca 820) che accopagna una copia parziale della Naturalis historia dia Plinio in un ms. del II libro di Plino | Vienna, Österreichischen Nationalbibliothek, ms. 387, fol. 123r [257] | info | img/bn

Scala dei pianeti | Systema téleion

Plutarco (46-126)

Plutarco (46-126 d.C.) fu autore imperiale in lingua greca. Tutti i suoi scritti, a parte le Vite parallele, sono collettivamente identificati come Moralia, oltre un'ottantina di testi fra cui la Musica (n. 78 dell'ed. Bompiani 2017). Il testo – una delle prime monografie musicali che non sia un trattato tecnico – gli è stato attribuito e forse fu scritto da un anonimo alla fine del II secolo.

— La generazione dell'anima nel Timeo è un commento a Platone che si sofferma sulla compenemte numerica con cui Platone dà vita al concetto di anima mundi. Si riportano diverse teorie, anche quella di Plinio | scheda

Nicomaco di Gerasa (ca 60-120)

Nicomaco (da non confondere con il filosofo vissuto 4 secoli prima) più che un matematico fu un divulgatore, anche molto conosciuto. Il suo Manuale di armonica è un testo didattico scritto per una non meglio identificata «nobile e veneranda» dama. Benché sia il primo a riportare l'episodio di Pitagora nella fucina mostra di avere una conoscenza superficiale della teoria armonica. Il passo relativo ai rapporti fra musica e cosmo confonde quella che è la teoria più diffusa – benché ormai considerata un'astrazione poetica – ribalta l'ordine della scala planetaria, altera la successione intervallare e crede che i nomi delle note derivino dalla posizione dei pianeti.

Le informazioni incerte di Nicomaco ebbero tuttavia molto peso perché recuprate per esempio da Boezio e, nel Settecento, da Padre Martini (Storia della musica ii.221).

Manuale di armonica | scheda

Scala dei pianeti | Boezio, Pitagora, e sotto Platone e Nicomaco (immagine nel De musica di Boezio: Cambridge, University Library, Ii.3.12, f. 61v).

Tolomeo (ca 100-175)

Tolomeo, astronomo alessandrino è ricordato per l'Amagesto [da al-Magisti, titolo arabizzato del greco Megistè Sýntaxis = 'Grandissima sintassi', sottinteso 'm atematica'] in cui, senza introdurre significative novità, si perfezionana l'antica teoria astronomica (tolemaica) e in particolare quella degli epicicli che rimmarrà un riferimento fino all'eliocentrismo copernicano.

Scrisse molti altri trattati scientifici, fra cui Geografia (con carte particolarmente dettagliate),Tetrabiblos (le basi della successiva astrologia), Ottica e Armonica.

I tre libri dell'Armonicasumma della teoria musicale greca – dedicano la seconda parte dell'ultimo libro (iii.8-16 ma i §§ 14-16 sono spuri) a indagare i rapporti fra musica e cosmo. L'edizione di Raffa 2016 propone un sommario di cui si dà la sintesi:

8: Relazione fra il sistema téleion e i 12 segni dello zodiaco
9: Le relazioni fra i segni (e i pianeti che vi transitano) corrispondono ai gradi della scala musicale.
10. Il moto longitudinale degli astri corrisponde a quello melodico.
11. Il moto verticale (maggiore o minore distanziamento) corrisponde alle diverse armonie (enarmonico, cromatico, diatonico)
12. Il moto latitudinale è un'intermediazione fra i due movimenti precedenti.
13. Le fasi dei pianeti (luminosità) corrispondono ai 4 tetracordi del sistema téleion.

[14. Calcolo del § 9.
15. Quarte, quinte e ottave secondo il calcolo precedente.
16. Esempi di analogie musicali e astrologiche.]

Tolomeo, per spiegare la precessione degli equinozi – quel fenomeno per cui l'asse di rotazione della terra (pur conservando la sua inclinazione rispetto all'eclittica) cambia di direzione compiendo un intero giro ogni 26 mila anni – concepì l'interfernza di un nono cielo che chiamo primo mobile.

Patristica

L'anno solare come Cristo | numerazione dei salmi

Salmi

Le corde si distinguono in vuote (cetre e arpe) e tastabili (liuti e lire)

latino | trad. CEI — traduzione corretta

cìthara | cetra, arpa — strumento a corde tastabili
chorus (87, 149, 150) | danza — assemblea che canta e suona
cymbalum (150) | cimbalo — percussione idiofona
decacordus (33, 92, 144) | salterio a dieci corde — strumento a 10 corde
organum
(150) | flauto — strumento a fiato
psalterium | arpa, cetra — strumento a corde vuote
psàllere | inneggiare, cantare, suonare — salmodiare
tibia (5) | flauto
tympanum
(68, 81, 149, 150) | tamburello — percussione membranofona
tuba/t. cornea (47, 81, 150) | tromba, corno — strumento a fiato

33:2 — le due corde
Lodate il Signore con la cetra, con l'arpa a dieci corde a lui cantate.
Confitemini Domino in cithara, in psalterio decem chordarum psallite illi.

43:4 — lira
A te canterò sulla cetra, Dio, Dio mio.
Confitebor tibi in cithara, Deus, Deus meus.

47:6
Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba.
Ascendit Deus in iubilo, et Dominus in voce tubae.

49:5 — cetra
Porgerò l'orecchio a un proverbio, esporrò sulla cetra il mio enigma.
Inclinabo in parabolam aurem meam, aperiam in psalterio aenigma meum.

57:9 — le due corde
Voglio cantare, a te voglio inneggiare: svègliati, mio cuore, svègliati arpa, cetra, voglio svegliare l'aurora.
Cantabo et psalmum dicam. Exsurge, gloria mea; exsurge, psalterium et cithara, excitabo auroram.

68:26 — percussioni
Precedono i cantori, seguono i suonatori di cetra, insieme a fanciulle che suonano tamburelli.
Praecedunt cantores, postremi veniunt psallentes in medio iuvenculae tympanistriae.

71:22 — le due corde
Allora ti renderò grazie sull'arpa, per la tua fedeltà, o mio Dio; ti canterò sulla cetra, o santo d'Israele.
Nam et ego confitebor tibi in psalterio veritatem tuam, Deus meus; psallam tibi in cithara, Sanctus Israel.

81:3-4 — le due corde, percussioni
Intonate il canto e suonate il timpano, la cetra melodiosa con l'arpa.
Suonate il corno nel novilunio,
Sumite psalmum et date tympanum, psalterium iucundum cum cithara.
Bucinate in neomenia tuba,

87:7
E danzando canteranno:"Sono in te tutte le mie sorgenti".
Et cantant sicut choros ducentes:“Omnes fontes mei in te”.

92:4 — le due corde
sull'arpa a dieci corde e sulla lira, con canti sulla cetra.
in decachordo et psalterio, cum cantico in cithara.

98:5-6 — lira
Cantate inni al Signore con l'arpa, con l'arpa e con suono melodioso;
con le trombe e al suono del corno acclamate davanti al re, il Signore.
Psallite Domino in cithara, in cithara et voce psalmi;
in tubis ductilibus et voce tubae corneae, iubilate in conspectu regis Domini.

108:3 — le due corde
Svegliatevi, arpa e cetra, voglio svegliare l'aurora.
Exsurge, psalterium et cithara, excitabo auroram.

137:2 — lira
Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre,
In salicibus in medio eius suspendimus citharas nostras.

144:9 — cetra
Mio Dio, ti canterò un canto nuovo, suonerò per te sull'arpa a dieci corde;
Deus, canticum novum cantabo tibi, in psalterio decachordo psallam tibi,

147:7 — lira
Intonate al Signore un canto di grazie, sulla cetra cantate inni al nostro Dio.
Praecinite Domino in confessione, psallite Deo nostro in cithara.

149:3 — lira, percussioni
Lodino il suo nome con danze, con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Laudent nomen eius in choro, in tympano et cithara psallant ei,

150:3-5 — le due corde, percussioni, fiati
Lodatelo con il suono del corno, lodatelo con l'arpa e la cetra.
Lodatelo con tamburelli e danze, lodatelo sulle corde e con i flauti.
Lodatelo con cimbali sonori, lodatelo con cimbali squillanti.
Laudate eum in sono tubae, laudate eum in psalterio et cithara,
laudate eum in tympano et choro, laudate eum in chordis et organo,
laudate eum in cymbalis benesonantibus, laudate eum in cymbalis iubilationis:

Alessandria

Clemente Alessandrino (150-215) |

Scrisse: Protrettico, apologia del cristianesimo per i pagani; il Pedagogo, iniziazione alla pratica cristiana; gli Stromata, la parte speculativo del precedente dove Platone anticipa il Cristinanesimo.

Nel cap. II.4 del Pedagogo, l'uomo e il logos cristiano sono metafora della musica che loda Dio, mentre quella delle altre religioni lo offende.

Cristo (= logos a 10 corde) è il cantore di Dio, nel Protrettico è come Orfeo e negli Stromata come Apollo [Wuidar 2015: 22]

 

Orìgene [Adamanzio] (185-254) | excursus

Accusato di eresia (giudicava l'anima precedente al corpo) da Alessandria si ritirò a Cesarea (Palestina), dove fu martirizzato. I suoi numerosissimi scritti greci furono distrutti sotto Giustiniano (anti-origenismo), rimangono alcune traduzioni latine.

— A commento di Ps 67.5 "Cantate a Dio, dite il salmo a suo nome"

Con cantate la Scrittura indica sempre il significato mistico: cioè, scrutate i misteri e il senso della Scrittura divina. Invece con salmeggiare la Scrittura indica sempre l'azione: per esempio, che l'udito compia la sua parte, e similmente procedano, come d'accordo, e la bocca, e gli occhi, e le mani, e tutte le membra funzionino, diciamo così, in reciproca armonia e in tal modo facciano vibrare le corde del salterio con l'esercizio delle virtù. [trad. in Coppa 1993: 145]

La distinzione fra cantare (dove la melodia vocale è guida: significato evocato) e salmodiare (dove la melodia statica lascia spazio all'accompagnamento: significato esplicito) piò essere ritrovata in due delle numerosi versioni di Mi lagnerò tacendo di Rossini, la prima 'cantata' e la seconda 'salmodiata'. La distinzione è la stessa che distingui e canti della messa dalle cantillazioni: dove la parola è più impotante (è cioè "agita") la melodia è meno appariscente.

— Metafora del cristiano come strumento musicale:

La nostra cetra è il corpo, e l'anima e lo spirito; e questi sono ben temperati in tutte le corde. [ib. p. 276]

Cantate col pensiero, e salmeggiate con tutte le vostre membra. La mano salmeggi facendo l'elemosina, il piede salmeggi camminando risolutamente nelle opere buone. "Inneggiate al Signore con la cetra". T'utte le vostre corde siano sonore. Non può esservi cetra se manca una sola corda. Che ti giova essere casto, essere anche generoso nel fare l'elemosina, se poi sei invidioso? Che ti giova avere sei corde sane, e una spezzata? Se mancherà anche una sola corda, il suono della cetra non potrà risultare perfetto. [ib. p. 312]

"Sorgi, salterio e cetra" [Ps 57.8, 108.3]. O salterio, o cetra, sei stata fatta, sei stata creata per inneggiare con i salmi a Dio: alzati e inneggia. Perché dormi, o monaco, che pure stai in piedi col corpo, perché mai la tua anima dorme e non inneggia con i salmi al Signore? Se sei un salterio, se sei una cetra, perché sei muto e non dai gioia al signore? [ib. p. 364]

Organo è il corpo dell'uomo. Infatti, come un organo è composto di varie canne, ma è un unico insieme che, suonato con arte, produce suoni melodiosi, così noi abbiamo come nostro organo il tatto [sensibilità fisica], e per suo mezzo, cioè per mezzo delle opere, facciamo salire a Dio suoni e cantici e inni. Similmente, per mezzo sia dell'udito, sia dell'odorato , sia del gusto, sia della vista, sia di tutte insieme queste facoltà, noi facciamo salire inni e cantici a Dio, come da un solo organo. [ib. p. 486]

— Cristo-timpano:

Crocifiggiamo i nostri corpi a Cristo, e con un timpano siffatto cantiamo a Dio ... Il timpano non ha parti carnose, ma una pelle: anche noi, finché siamo carnali, non siamo un timpano. [ib. p. 559]

Palestina

Eusebio di Cesarea (265-340)

Attivo a Cesarea in cui era la biblioteca di Origene (di cui scrisse un'Apologia perduta), ne divenne vescovo nel 313. Prima era stato perseguitato come cristiano (303-311), ma rimase sempre un sostenitore di Ario (per cui il sinodo di Antiochia del 325 lo scomunicò). Ciò malgrado rimase nelle grazie dell'imperatore Costantino. La sua opera più importante è la Storia ecclesiastica in 10 libri.

Sviluppa la teoria di Origine per cui l'uomo è strumento di Dio, ma come tale può suonare bene (uomini muovi, cristiani) o male (uomini vecchi, ebrei):

Salmo 33.2: Date lode at Signore con la cetra, con it salterio a dieci corde a lui salmeggiate. [Sono strumenti] nominati dalla prima tradizione della Legge. Ma chiunque custodisce puri e irreprensibili i sensi int eriori [le 5 virtù] ed esteriori [i 5 sensi = 10 corde] salmeggia a Dio con il salterio a dieci corde. Cantate a lui un canto nuovo. Il canto antico era eseguito con zelo dal primo popolo con l'antica cetra e l'antico salterio, strumenti inanimati, come mediante simboli e immagini; mentre il canto nuovo, in modo ben altrimenti magnifico e degno di Dio, a lui si eleva con una cetra vivente e il salterio a dieci corde di cui si è detto. [Commento ai salmi, Artioli 2004/i: 215-216, PG 23: 282]

Salmo 92:4: Più degli strumenti musicali, è gradita a Dio l’armonia del popolo di Cristo … Diversa cetra sarà tutto il corpo, per cui, con movimenti e
azioni, l’anima canta un giusto inno a Dio. Il salterio a dieci corde è la venerazione dello Spirito Santo per mezzo dei sensi e delle virtù dello spirito, cinque gli uni e cinque le altre. [Commento ai salmi, Artioli 2004/ii, PG 23: 1171]

Cappadocia

Gregorio di Nissa (335-395)

Santo, fratello di Basilio, anch'egli santo, vescovo di Nissa (Cappadocia) dal 371 contrastò l'arianesimo. Perseguitato sotto l'imperatore ariano Valente (+378) e sostenuto invece da Teodosio (+395). Costituisce la congiunzione fra filosofia classica e cristianesimo.

In Gregorio la musica è definitivamente amonia celeste di cui l'uomo è microcosmo, ne tratta diffusamente nel suo commento ai salmi.

Ambrogio (340-397)

Ambrogio introduce prima di altri e più efficacemente il passaggio dal cosmo sonoro pagano a quello cristiano. Il ruolo che assume per lui la musica come contatto con Dio bene appare in più punti della sua opera e nella produzione innodica, la cui efficacia fu tale da essere assorbita dal dettato liturgico.

Nella prefazione al suo Commento a dodici salmi, si legge:

Laudant Angeli Dominum, psallunt ei potestates coelorum, et ante ipsum initium mundi Cherubim et Seraphim cum suavitate canorae vocis suae dicunt: Sanctus, sanctus, sanctus. Innumera angelorum millia assistunt, et seniores et turba magna sicut voces aquarum multarum concinunt Alleluia. Ipsum axem coeli fert expressior sermo cum quadam perpetui concentus suavitate versari, ut sonus ejus extremis terrarum partibus audiretur, ubi sunt quaedam secreta naturae Gli angeli lodano il Signore. Per lui cantano le potenze dei cieli, e da prima dell'inizio del mondo Cherubini e Serafini con la dolcezza della loro voce melodiosa dicono: "Santo, santo, santo". Innumerevoli migliaia di angeli lo assitono, e gli anziani e una grande moltitudine cantano "Alleluia" come fossero voci di molte acque. Ancor più significativo è che lo stesso firmamento si muove nella dolcezza di una perenne armonia, in modo che il suono possa essere udito nelle parti più remote della terra, dove sono i segreti della natura.

L'Exameron (da 'sei giorni', quelli della creazione), diviso in 9 libri (solitamente datato al 378), è un genere tipico di sermone che commenta l'inizio della Genesi, e pesca soprattutto dall'omonimo sermone di Origene (185-254), nonché da quelli di Ippolito (170-235), e del contemporaneo Basilio (329-379), secondo una pratica di appropriazione diffusà nell'antichità (cfr Gerolamo Ep. 84, 7; PL 22, 749: «Sant'Ambrogio ha recentemente compilato un adattamento dell'Exaemeron [di Origene] in modo tale da seguire le sentenze di Ippolito e Basilio»).

Qui è evidente la conoscenza delle cosmogonie antiche (I giornata) che tuttavia poi trascura (ii giornata). Al contrario Ambrogio non perde occasione per riconoscere la forza divina del suono e del canto, sia che descriva il mare come metafora della critianità (III giornata) o il canto degli uccelli (V giornata) e dell'uomo (VI giornata) | scheda

Marziano Capella (ca 400)

Capella fu un prestigioso avvocato che esercitò nella Cartagine romana di Agostino o poco dopo. Lo si ricorda per il prosìmetro Le nozze di Filologia e Mercurio [Botticelli], in cui si racconta dell'ascesa al cielo dell'umana Filologia (amore per il logos, la conoscenza) – al suo seguito le sette arti liberarli – destinata a sposare il divino Mercurio (dio dell'ermenutica, da hermes, ovvero dell'interpretazione o, più correttamente, della capacità di spiegare i significati).

Dei nove libri del poema i primi due descrivono i preparativi per le nozze e il viaggio, gli altri sette sono dedicati ciascuno a un'arte nell'orodine che poi corrisponderà al trivio (Grammatica, Dialettica, Retorica) e quadrivio (Geometria, Aritmetica, Astronomia, Musica). Di astronomia e musica si parla diffusamente negli ultimi due libri, ma la descrizione di una vera e propria scala cosmica (che Capella evidentemente considerara una fantasia letteraria) si ritrova solo nel secondo libro. È qui che per la prima volta si associano le nove Muse alle otto sfere celesti cui si aggiunge la Terra | scheda

Boezio (ca 500)

Romano (figlio di un console), di formazione greca (forse Atene, forse Alessandria), nel 510, trentenne, Boezio divenne console alla corte di Teodorico (re ostrogoto ovvero re d'Italia) [a]. Già consulente del re [b] fu presto il più ammirato intellettuale della sua corte. Accusato di contrastare l'indipendenza di Teodorico dall'Impero (Costantinopoli) fu incarcerato a Pavia e dopo chi mesi giustiziato (525).

a. Il Regno ostrogoto (Italia e parte dei Balcani) ebbe 60 anni di vita (493-553) con capitale Ravenna e dal 540 Pavia. Teodorico fu re fino alla morte, poi sostituito da Atalarico (526-534) e altri in rapida successione fino alla caduta nella guerra Greco-Gotica.
b. Teodorico gli chiese di scegliere un citeredo da inviare a Clodoveo, re de Franchi (Variae 2.40) e di presiedere alla costruzione di un orologio per Gundobado re dei Burgundi (Variae 1.45)

Boezio fece un'importante opera di traduzione di testi greci in latino. In particolare progettò di scrivere sull'intero quadrivio di cui ci restano i libri su aritmetica e musica (con un geometria attribuito), numerosi testi filosofici o commenti di filosofi fra cui spicca il De consolatione philolosophie scritto in carcere. Tentò di sintetizzare il pensiero platonico e aristotelico con quello cristiano.

Boezio fu il primo a introdurre la divisione della musica in mundana, humana e instrumentalis, concetto che godrà di straordinaria fortuna: per esempio è raffigurata ad apertura di uno dei più importanti codici musicali del xiii secolo, il Pluteus 39.1 della Laurenziana di Firenze.

De musica | scheda

Medioevo

Boezio è l'ultimo che conserva l'antica tradizione filosofica greca, ma contemporaneamente il primo fra i teorici medievali perché, scrivendo in latino sarà l'unico 'greco' letto almeno fino al xii secolo.
Contemporaneamente, a partire dal Corpus Dionysiànum la teoria armonica del cosmo e le sirene di Platone diventano angeli che cantano la gloria di Dio [a].
Gli studi di astronomia e musica, pur appartenendo al quadrivium saranno coltivati soprattutto in oriente e la tradizione cristiana si limiterà a parlare di una generica armonia dell'universo, senza più ipotizzare gradi musicali fra i pianeti [b].

a. Gli angeli, tipiche figure delle religioni monoteiste, hanno funzione di contatto fra Dio e l'Uomo. Una prima nomenclatura è quella mesopotamica che influirà direttamente su quella ebraica (ad esempio l'intermediario alato che invoca Dio è detto karabu, in ebraico cherubim, in italiano cherubino). Già in questo contesto vi era relazione fra queste figure e i corpi celesti che permette a Giobbe di dire «quando le stelle del mattino cantavano tutte insieme» (Gb 38.7). Il sukkal (angelo) mesopotamico sarà chiamato 'messaggero' sia in ebraico (mal'akh) che in greco (ànghelos). L'ànghelos per eccellenza è Mercurio.
b. Per e sempio Isidoro (560-636) scriverà: «I filosofi hanno introdotto nella sfera celeste sette cieli dell’universo, cioè i sette pianeti con il moto armonico dei globi: essi dicono che ogni cosa è connessa con le orbite di quegli stessi pianeti e ritengono che tali orbite, unite tra di loro e come inserite l’una nell’altra, si muovono all’indietro, in direzione contraria a quella degli altri corpi celesti» [Etimologie iii.32].

Corpus Dionysiànum (ca 600)

Erroneamente attribuito a Dionigi l'Areopagita (i sec. d.C.) in realtà si tratta di scritti influenzati dal neoplatonismo e in particolare da Proclo. Fra questi spicca De coelesti hierarchia, un testo che offre una gerarchia del cielo che Dante (Paradiso 28.127-132) associerà al cosmo neoplatonico. Anche Kircher (1650), sviluppando l 'incisione di Gaffurio, creerà una relazione fra angeli e pianeti, ma adottando la gerarchia ebraica di Maimonide, non quella cristiana (Daolmi 2017: 150-151).

La gerchia appare così organizzata:
Serafini | Cherubini | Troni — Dominazioni | Virtù | Potestà — Principati | Arcangeli | Angeli

Corpus Dionysiànum | scheda

— Un riferimento nella Topografia cristiana di Cosma (vi sec.):

Pervenutaci anche in un manoscritto miniato alla fine del ix secolo (Vat. gr. 699), l'opera di Cosma, però, è assai più che il semplice racconto di un viaggiatore dell'età di Giustiniano; dalle miniature del codice vaticano, infatti, emerge una concezione del cosmo secondo la quale gli angeli sono i conduttori degli astri, come mostra la sia pur rovinata immagine del foglio 115v. All'interno della fascia zodiacale, ove anche le dodici costellazioni sono state sostituite da coppie di angeli, due messi divini spingono i luminari maggiori. Sullo sfondo, sistemata di profilo, la montagna che rappresenta la Terra. È chiaro che il miniatore, per ragioni di spazio compositivo, è stato costretto a sottintendere gli altri cinque angeli che avrebbero dovuto essere raffigurati nell'atto di spingere i rimanenti astri. [Bussagli, Storia degli angeli (Milano 1995): 115]

La cosmologia musicale cristiana muove dal Corpus Dionysianum ma l'idea che l'armoia cosmica si rifletta in quella umana sarà viva ancora in epoca moderna, come mostra questo passo di Shakeseare, Il mercante di Venezia, v.1:

Dialogo fra Lorenzo e Jessica del Mercante di Venezia (film del 2005 con Al Pacino)

[1598] [trad. Carlo Rusconi 1858]
... Look how the floor of heaven
Is thick inlaid with patines of bright gold:
There's not the smallest orb which thou behold'st
But in his motion like an angel sings,
Still quiring to the young-eyed cherubins;
Such harmony is in immortal souls;
But whilst this muddy vesture of decay
Doth grossly close it in, we cannot hear it.
... mira, come la vòlta brillante dei cieli
è seminata di arene d’oro. Fra tutti quei globi
che tu discerni non ve n’ha un solo i di cui movimenti
non abbiano un suono celeste, e non s’accordino
coi concerti dei Cherubini dall’occhio pieno di giovinezza,
tant’è l’armonia che regna presso le anime immortali,
ma che noi udir non possiamo finchè la nostr’anima
è racchiusa in questo grossolano involucro di fragile argilla.

I teorici del ix secolo

Sintesi: Daolmi 2019: 110-112.

Gli 8 modi

Echemata: Bailey 1974 | Sintesi | Karlsruhe 504 | Latin 1118, f. 104r

Sistema modale

Improperia

Dopo il Mille

Guido d'Arezzo | Micrologus

Solmisazione

Abelardo | François Villon

Scuola di Chartres

Scuola legata a una delle più sontuose cattedrali di Francia |  | | sede, fra le altre cose di un importante scriptorium musicale che ha prodotto codici in notazione carnutense. La scuola fu fondata poco dopo il 1000 dal vescovo Fulberto (†1028).

La scuola filosofica segnerà un significativo ritorno al neoplatonismo, benché la conoscenza diretta di Platone restasse scarsa (a parte il commento di Calcidio al Timeo). Oggetti di studio furono ianche il commento di Macrobio al Somnium Scipionis, e l'opera di Boezio. Figure di spicco furono i fratelli Bernardo e Teodorico di Chartres, Guglielmo di Conches, Giovanni di Salisbury.

Un esempio del pensiero neoplatonico proposto da Chartres è la sequenza anonima A globo veteri, copiata nel Codex Buranus di cui sopravvive parzialmente la musica.

La novità di Chartres fu accolta dalla scuola di Abelardo, anch'essa percepita come eretica. Abelardo fu condannato nel Concilio di Sens (1140) e fra le varie reazioni si segnala il poemetto Metamorphosis Goliae | scheda

Scuola di Notre Dame

Le origini? | Ernetti e l'invenzione della "prepolifonia"

Viderunt omnes

Sederunt principes

Dante (ca 1300)

Dante, con il Pradiso della Divina commedia, propone la sintesi più significativa del cosmo sonoro greco e cristiano, confessando alla fine che il suo modello è pseudo-Dionigi:

E Dionisio con tanto disio
a contemplar questi ordini si mise,
che li nomò e distinse com'io. [xxviii.130-132]

Gustave Doré (1892): Paradiso, canto xxxi.

Il cielo di Dante crea un sintesi fra i nove cieli (compreso il primo mobile) e le 10 gerarchie angeliche, come mostra lo schema di Michelangelo Caetani, La materia della Divina commedia dantesca (1855).

  Discipline Cieli Angeli Canti
Filosofia Scienza divina (Teologia) – Empireo Dio xxx-xxxiii
  Scienza morale (Metafisica) 9. Primo mobile Serafini xxviii-xxix
  Scienza naturale (Fisica) 8. Zodiaco Cherubini xxii97-xxvii
Quadrivio Astrologia 7. Saturno Troni (contemplanti) xxi-xxii96
  Geometria 6. Giove Dominazioni (giudicanti) xviii52-xx
  Musica 5. Marte Virtù (militanti) xiv79-xviii51
  Aritmetica 4. Sole Potestà (sapienti) x-xiv78
Trivio Retorica 3. Venere Principati (amanti) viii-ix
  Dialettica 2. Mercurio Arcangeli (operanti) vi-vii
  Grammatica 1. Luna Angeli (spiriti mancanti) i-v

Dal Convivio ii.13

8. A li sette primi [cieli] rispondono le sette scienze del Trivio e del Quadruvio, cioè Gramatica, Dialettica, Rettorica, Arismetrica, Musica, Geometria e Astrologia. A l’ottava spera, cioè a la stellata, risponde la scienza naturale, che Fisica si chiama, e la prima scienza, che si chiama Metafisica; a la nona spera risponde la scienza morale; ed al cielo quieto risponde la scienza divina, che è Teologia appellata. [...]
20. E lo cielo di Marte si può comparare a la Musica per due proprietadi: l’una si è la sua più bella relazione, chè, annumerando li cieli mobili, da qualunque si comincia o da l’infimo o dal sommo, esso cielo di Marte è lo quinto, esso è lo mezzo di tutti, cioè de li primi, de li secondi, de li terzi e de li quarti. 21. L’altra si è che esso Marte, (sì come dice Tolomeo nel Quadripartito), dissecca e arde le cose, perchè lo suo calore è simile a quello del fuoco; e questo è quello per che esso pare affocato di colore, quando più e quando meno, secondo la spessezza e raritade de li vapori che ’l seguono: li quali per lor medesimi molte volte s’accendono, sì come nel primo de la Metaura è diterminato. 22. E però dice Albumasar che l’accendimento di questi vapori significa morte di regi e transmutamento di regni; però che sono effetti de la segnoria di Marte. E Seneca dice però, che ne la morte d’Augusto imperadore vide in alto una palla di fuoco; e in Fiorenza, nel principio de la sua destruzione, veduta fu ne l’aere, in figura d’una croce, grande quantità di questi vapori seguaci de la stella di Marte. 23. E queste due proprietadi sono ne la Musica, la quale è tutta relativa, sì come si vede ne le parole armonizzate e ne li canti, de’ quali tanto più dolce armonia resulta, quanto più la relazione è bella: la quale in essa scienza massimamente è bella, perchè massimamente in essa s’intende. 24. Ancora, la Musica trae a sè li spiriti umani, che quasi sono principalmente vapori del cuore, sì che quasi cessano da ogni operazione: sì è l’anima intera, quando l’ode, e la virtù di tutti quasi corre a lo spirito sensibile che riceve lo suono. 

Ragionamento complicato, inoltre le due prerogative (centralità e calore) sembrano più adatte al Sole.

La prima visione di Dante del cielo esprime il concetto di armonia e circolarità:

Quando la rota che tu sempiterni
desiderato, a sé mi fece atteso
con l’armonia che temperi e discerni,
parvemi tanto allor del cielo acceso
de la fiamma del sol, che pioggia o fiume
lago non fece alcun tanto disteso.
La novità del suono e ’l grande lume
di lor cagion m’accesero un disio
mai non sentito di cotanto acume. [i.76-85]

Discanto e Mottetto

Polifonia scritta = mottetto — polifonia orale = discanto

Rapporto fra discanto e falsobordone

Polifonia a due voci da Guido a Machaut

La contenance angloise e il faux bourdon di Dufay [cfr Daolmi 2019: 177 e 197]

La frottola: L'amor donna ch'io ti porto | pdf | audio | audio (tenor)

Intavolature e basso continuo [cfr Daolmi 2019: 253 e 259-60]

Armonia e affetti

Jacob Arcadelt, Il bianco e dolce cigno (1539)

Monteverdi, Lasciatemi morire (1539)

Jean-Philippe Rameau, Piece de clavecin (1728)

Handel, Se pietà di me non senti [Cleopatra] (Giulio Cesare, 1724)

Mozart, Concerto per pianoforte n. 23, II tempo

Il male

Il sublime e la paura

Jean-Féry Rebel, Les Elements: 1. Le Cahos (1737)

Purcell, Aria del Genio del freddo (King Arthur, 1691)

Luigi Cherubini, Ouverture da Anacreon (1802)

Ludwig van Beethoven, Sonata in Fa minore, Appassionata (1805)

Verdi, Dies irae, dal Requiem (1874)

Stravinskij, Danza infernale dall'Uccello di fuoco (1910)

School at night (da Profondo rosso, 1975)

Perché il Dr Phibes suona l'organo?

L'abominevole Dr Phibes (Robert Fuest, 1971, con Vincet Price) | Mendelssohn, Marcia di guerra dei sacerdoti, musica di scena per Athalia di Racine (1845)

Perché lo suona il Fantasma dell'opera

– Gaston Leroux, Le Fantôme de l'Opéra, 1910 (il romanzo)
– Primo film di Ernst Matray (1916), perduto
– Secondo film (muto) di Rupert Julian (1925) | scena in cui gli toglie la maschera
Lo strano caso di Dr Jekyll e Mr Hyde (Robert Louis Stevenson, 1886). Nel romanzo Jekyll non suona l'organo, né nei numerosi film muti.
– Primo film sonoro: Dr Jekyll and Mr Hyde (Rouben Mamoulian, 1931), esordio sull'organo (Ich ruf zu dir) e in seguito suona la Toccata e fuga in re minore [info]
– In 20 000 leghe sotto i mari (Verne 1870) il Capitano Nemo, personalità schizofrenica, suona l'organo. Il film Disney del 1954 rende l'organo e la Toccata protagonista.
– Nel musical (Andrew Lloyd Webber, 1986) l'organo è strumento principe della musica e la settima diminuita (da Bach) elemento chiave dell'aria principale per rappresentare il gotico | il disvelamento non avviene mentre il Fantasma suona ma sulle note dell'organo
– E c'è chi fa meshup fra Webber e Bach

Perché organo = polifonia complicata (cerebralismo, schizofrenia) = liturgia gotica (cattedrali, demoniaco)

L'organo demoniaco risale a 20 000 leghe, non a Notre Dame de Paris (Victor Hugo, 1831), di cui solo si dice:

Coloro che abitavano nei pressi di Notre-Dame, avevano avuto l'impressione che l'ardore campanario di Quasimodo, dalla mattina in cui era stato messo alla berlina, si fosse di molto raffreddato. Prima erano scampanate ad ogni occasione [...]. Vi si avvertiva in continuazione la presenza di uno spirito rumoroso e capriccioso che cantava da tutte quelle bocche di bronzo. Ora quello spirito sembrava essere scomparso; la cattedrale appariva tetra e manteneva volentieri il silenzio. [...] Del doppio fragore che fa una chiesa, l'organo al didentro, la campana al difuori, rimaneva solo l'organo.

 

Materiali

Tripartizione della musica

Firenze, Bibl. Naz., Pluteus 29.1 (Antifonario mediceo)

Consonanza e dissonanza

Coco Chanel & Igor Stravinsky (Jan Kounen, 2009) | info

Armonia = unione

| | Il quinto elemento (Luc Besson, 1997) | info

Stimmung

1910-1913: in relazione all'empatia Geiger 1910) e al paesaggio (Simmel 1913) |
— Sintesi in Somaini 2006 | §§ 32-35 (Simmel) e 36-37 (Geiger)

1963: la parola da cui parte L'armonia del mondo di Leo Spitzer

1968: titolo di una composizione di Stockhausen

Stockhausen, Stimmung

struttura | info

Andrea Giomi, La voce e la risonanza. Dal grido in una caverna alla performance di 'Stimmung' (2012)

1968: Collegium Vocale Köln | (analisi spettrale) — Didgeridoo

2003: Paul Hillier (51 sezioni) | (traccia unica)

Programma Londra 2017: Songcircle (testi)

Musikalisches Opfer

Wikipedia

L'episodio (secondo la cronaca romanzata) da Johann Sebastian Bach (film-tv 1985)

Prima ed. + Ed. moderna (da Imslp)

| Presentazione di Guido Barbieri [Rai Play 2012]

Ursula Kirkendale, "The Source for Bach's "Musical Offering": The 'Institutio oratoria' of Quintilian", Journal of the American Musicological Society, 33/1 (1980): 88-141.

Le Concert des Nations - J.Savall

Audio + score e scrolling + indice

Prima edizione

Fasc. 1 (orizzontale):
A.
[frontespizio e prefazione] [1 bifgoli]
B 1-2. Ricercar a 3 | Canon Perpetuus super Thema Regium [1 bifogli]

Fasc. 2 (verticale):
C 1-2.
Sonata sopr'il Soggetto Reale | Canon Perpetuus contrariu motu [3 bifogli + 1 camicia con frontespizio]

Fasc. 3
(verticale):
D 1-2.
[frontespizio:] R.I.C.E.R.C.A.R.* + [5] Canones diversi super Thema Regium | Fuga Canonica in Epidiapente [1 bifoglio]
(orizzontale):
E 1-2.
Ricercar a 6 | Canon a 2 Quaerendo invenietis | Canon a 4 [2 bifogli]

*Regis Iussu Cantio Et Reliqua Canonica Arte Resoluta [Canto d'ordine de re e altre cose risolte con l'arte del canone]

Contenuto:

2 ricercari:
Ricercar a 3 [B1]
Ricercar a 6 [E1] | Schema | Orchestr. di Weber
10 canoni:
Canon perpetuus super Thema Regium [B2]
[5] Canones diversi super Thema Regium [D1] | Primo canone
Fuga canonica in Epidiapente [D2]
Canon a 2 Quaerendo invenietis + Canon a 4 [E2]
Canon perpetuus contrario motu [C2]
Sonata [C1]

Institutio oratoria di Quintiliano

Exordium I (Principium) R Ricercar a 3 [B1]
Narratio brevis (Inventio) I Canon perpetuus super Thema Regium [B2]
Narratio longa C [5] Canones diversi super Thema Regium [D1]
Egressus E Fuga canonica in Epidiapente [D2]
Exordium II (Insinuatio) R Ricercar a 6 [E1]
Argumentatio (Probatio + Refutatio) C Canon a 2 Quaerendo invenietis + Canon a 4 [E2]
Peroratio in Adfectibus A Sonata sopr' il Soggetto Reale [C1]
Peroratio in Rebus R Canon perpetuus contrario motu [C2]

Russians di Sting

frontespizo

Circulatio

Rossini, finale dl Guglielmo Tell (Muti 1993) | Sigla Rai (inizio) | Sigla Rai (fine)

Commento di un utente YouTube: Ricordo bene quelle note lontane ed il senso di apprensione che scatenavano nel bambino che ero a quel tempo. Preludevano al buio, al silenzio, alla solitudine, alla negazione di tutto quel mondo di luci di voci e di suoni che fino a quel momento avevano riempito la tua giornata di bambino. Quelle ultime note sospendevano la tua anima in una vuota oscurità, lasciandoti solo con il tuo sgomento.

Josquin, Ave Maria ... benedicta tu | partitura

Tempo e mensura

Quando il tempo è indistinto, cioè può avere diverse misurazioni in contemporanea, non riesce più a cantare e si esprime come semplice triade armonica:

Johannes Ockeghem: Deus gratias a 36 voci | frontespizo della Musurgia di Kircher (1650)

Johannes Mittner: Sanctus da Missa Hercules dux Ferrarae

Armonia delle sfere

Anfione, "Sfere amiche" da Steffani, Niobe regina di Tebe (1688)

Sfere amiche or date al labbro l'armonia de' vostri giri. E posando il fianco lasso, abbia moto il tronco, il sasso da miei placidi respiri.

Wagner

Preludio (partitura) dell'Oro del Reno (prima giornata dell'Anello del Nibelungo)

Allestimento della Finnish Opera (2019)

Inizio di The new world (Terrence Malik, 2005)

Utraya Mokri in Avatar (James Cameron, 2009)

Clemente Alessandrino, Paedagogus

II.4] Lasciamo che la baldoria si tenga lontana dai nostri divertimenti razionali, e anche le veglie sciocche che si divertono con l'intemperanza. Perché la baldoria è un flauto che inebria, la catena di un ponte amoroso, cioè del dolore. Che l'amore, l'ebbrezza e le passioni insensate siano allontanate dal nostro coro! Il canto burlesco è il compagno ideale dell'ubriachezza. Una notte trascorsa a bere invita all'ubriachezza, risveglia la lussuria ed è audace nelle azioni di vergogna. Infatti, se le persone occupano il loro tempo con flauti, salteri, cori, danze, ritmi egiziani e simili frivolezze disordinate, diventano immodesti e intrattabili, battono su cimbali e tamburi e fanno rumore con strumenti di illusione; perché è evidente che un tale banchetto, come mi sembra, è un teatro di ubriachezza.

L'apostolo infatti decreta che, "tolte le opere delle tenebre, indossiamo l'armatura della luce, camminando onestamente come nel giorno, non spendendo il nostro tempo in bagordi e ubriachezze, in baldoria e in dissolutezza" [Rom 13.12]. Il piffero sia lasciato ai pastori e il flauto ai superstiziosi che si dedicano all'idolatria. In verità, tali strumenti sono da bandire dal banchetto sobrio, essendo più adatti alle bestie che agli uomini e alla parte più irrazionale del genere umano.

Abbiamo sentito parlare di cervi incantati dal piffero e sedotti dalla musica, quando vengono cacciati dai cacciatori. E quando le giumente vengono montate, viene suonata una melodia sul flauto, un canto nuziale, per così dire. Ogni vista e suono sconveniente, per dirla in una parola, e ogni vergognosa sensazione di licenziosità – che, in verità, è privazione di sensazioni – devono essere assolutamente esclusi; e dobbiamo stare in guardia da qualsiasi piacere che stuzzichi l'occhio e l'orecchio e che rende effeminati. Infatti, i vari canti sincopati e quelli lamentosi della musa della Caria corrompono la morale degli uomini, portando alla perturbazione della mente, attraverso l'arte licenziosa e maliziosa della musica.

Lo Spirito [pneuma = Dio], distinguendo da tale baldoria il servizio divino, canta: "Lodatelo al suono della tromba" [Ps 150], perché al suono della tromba risusciterà i morti. "Lodatelo sul salterio", perché la lingua è il salterio del Signore. "E lodatelo sulla lira". Per lira si intende la bocca colpita dallo Spirito, come da un plettro. "Lodate con il timpano e la danza", si riferisce alla Chiesa che medita sulla risurrezione dei morti nella pelle risonante. "Lodatelo sulle corde e sull'organo". Il nostro corpo Egli lo chiama organo, e i suoi nervi sono le corde con cui ha ricevuto una tensione armoniosa e, quando viene colpito dallo Spirito, emette voci umane. "Lodatelo sui cimbali che risuonano". Egli chiama la lingua il cimbalo della bocca, che risuona con la pulsazione delle labbra. Per questo ha gridato all'umanità: "Che ogni respiro lodi l'Eterno", perché Egli si prende cura di ogni cosa che respira e che ha creato. Perché l'uomo è veramente uno strumento di pace; mentre altri strumenti, se indagate, scoprirete che sono bellicosi, che infiammano le passioni, che accendono gli amori o che suscitano l'ira.

Nelle loro guerre, quindi, gli Etruschi usano la tromba, gli Arcadi il piffero, i Siciliani la péttide [cetra], i Cretesi la lira, i Lacedemoni il flauto, i Traci il corno, gli Egiziani il tamburo e gli Arabi il cimbalo. [per noi Cristiani] L'unico strumento è di pace, ed è il logos con cui onoriamo Dio. Non usiamo più l'antico salterio, la tromba, il timpano e il flauto, che gli esperti di guerra e i nemici del timore di Dio usavano anche nei cori delle loro assemblee festive, per risollevare le loro menti abbattute. Ma il nostro desiderio di assorbire deve essere duplice, in accordo con la legge. Infatti, "se amerai il Signore tuo Dio" e poi "il tuo prossimo", la sua prima manifestazione sia verso Dio nel ringraziamento e nella salmodia, e la seconda verso il nostro prossimo in una decorosa comunione.

Dice infatti l'apostolo [Col. 3.16]: "La Parola del Signore dimori in voi con ricchezza". E questa Parola si adatta e si conforma alle stagioni, alle persone, ai luoghi. In tal caso Egli sarà con noi. L'apostolo aggiunge ancora: "Insegnando e ammonendovi a vicenda con ogni sapienza, in salmi, inni e canti spirituali, cantando con grazia nel vostro cuore a Dio". E ancora: "Qualsiasi cosa facciate in parole o in opere, fatela nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio e al Padre suo". Questa è la nostra festa di ringraziamento. E anche se desiderate cantare e suonare l'arpa o la lira, non c'è biasimo. Dovete imitare il giusto re ebraico [Davide] nel suo ringraziamento a Dio. "Rallegratevi nel Signore, voi giusti; la lode è gradita ai retti", dice il salmo. "Confessate al Signore con l'arpa, suonate con il salterio a dieci corde. Cantate a Lui un canto nuovo" [Ps 33]. E il salterio a dieci corde non indica forse il logos di Gesù, che si manifesta con l'elemento della decina? E come è opportuno, prima di mangiare, benedire il Creatore di tutto, così anche nel bere è opportuno lodarlo quando si mangia la sua creatura. Il salmo è infatti una benedizione melodiosa e sobria. L'apostolo chiama il salmo "un canto spirituale". Infine, prima di prendere sonno, è un dovere sacro rendere grazie a Dio, dopo aver goduto della sua grazia e del suo amore, e quindi andare subito a dormire. "E confessatevi a Lui con canti delle labbra", dice, "perché nei suoi ordini si compie ogni sua buona azione e non c'è carenza nella sua salvezza".

Inoltre, tra gli antichi Greci, nei loro banchetti davanti a coppe colme, si cantava un canto chiamato scolio, alla maniera dei salmi ebraici, alzando tutti insieme un canto con la voce, e a volte anche alternandosi nel canto mentre condividevano il bere; e quelli che erano più musicali degli altri cantavano alla lira. Lasciamo che i canti amatoriali siano banditi e che i nostri canti siano inni a Dio. "Lodino", si dice, "il Suo nome nella danza, e suonino per Lui il timpano e il salterio" [Ps 150]. E qual è il coro che suona? Lo Spirito te lo mostrerà: "La sua lode sia nella comunità (chiesa) dei santi; siano gioiosi nel loro Re". E ancora aggiunge: "L'Eterno si compiacerà del suo popolo". Le armonie temperate sono ammesse, ma dobbiamo bandire il più possibile dalla nostra mente robusta quelle armonie languide che, attraverso le arti perniciose della modulazione dei toni, educano all'effeminatezza e alla scurrilità. Ma i brani gravi e modesti dicono addio alla turbolenza dell'ubriachezza. Le armonie cromatiche devono quindi essere abbandonate, così i bagordi immodesti e la musica eccessiva che si prostituisce.

Origene: excursus

Le pagine wikipedia ricordano l'episodio della castrazione di Origene (la cui fonte sembra essere Eusebio di Cesarea). Con tutta probabilità si tratta di una calunnia poi alimentata dal clima anti-origeniano (Origene appariva troppo legato al platonismo).

Le immagini con cui si raffigura l'episodio sono tratte da alcune pagine di un ms. del tardo xv secolo, la traduzione francese della Città di Dio di Agostino, realizzata da Raoul de Presles, ca 1350 (Den Haag, Rijksmuseum Meermanno-Westreenianum [Rmmw], ms. 10.A.11, ff. 341v, 343v e 344v).

Le pagine decorano il passo del libro vii in cui si condanna la visione pagana della divinità della Terra, identifica con la Grande Madre, o Cibele.

vii. 24.1 Varrone stesso ... insegna che la Terra è una sola dea. I naturalisti, egli dice, affermano che è la Gran Madre e che con l'emblema del cembalo [cymbalum, sistro] viene significato l'orbe terreno, con quello delle torri in testa le città, dal fatto che è rappresentata seduta immobile mentre attorno a lei tutte le cose si muovono. Il fatto che hanno posto al suo servizio sacerdoti galli [castrati] significa che coloro i quali hanno bisogno delle sementi devono attendere alla terra perché in essa si trovano tutti i semi ... I suoni dei cembali significano i vari rumori degli strumenti di ferro da usare, delle mani e dell'operazione che si compie nel coltivare i campi; e il cembalo è di bronzo perché gli antichi, prima che fosse scoperto il ferro, coltivavano la terra con utensili di bronzo ...

Gregorio di Nissa

In psalmorum incriptione | PG 44: 439 | Traverso 1994: 44-45.

Qual è la ragione di questo ineffabile piacere divino che il grande Davide ha riversato come lezioni per rendere palpabile all'umanità l'insegnamento dei salmi? Forse è il caso di dare la ragione del piacere che otteniamo dalla meditazione dei salmi [...] Quæ igitur causa ineffabilis illius voluptatis, qua cantus suos magnus David perfudit; ob quam adeo grata et accepta est mortalibus Psalmorum disciplina? Fortasse cuivis promptum fuerit causam dicere, propter quam adeo delectamur, cum ad Psalmos curam et cogitationem convertimus [...]
Ho sentito dire che alcune persone sagge, che hanno esaminato attentamente la nostra natura umana, affermano che l'uomo è un microcosmo che contiene tutto il mondo in generale. L'ordine dell'universo assomiglia a un'armonia musicale di forme e timbri diversi, con un certo ordine e ritmo che è corretto, appropriato e mai dissonante, anche se le diverse parti differiscono notevolmente. Audivi quemdam ex sapientum numero, cum de natura nostra dissereret, affirmare hominem esse parvum mundum, omnia in se complectentem, quæ in magno mundo reperiuntur. At universi hujus dispositio musica quædam harmonia et convenientia est, multiformi quodam varioque ordine et concinnitate secum copulata, sibique ipsa consentiens; a quo concentu nullo unquam tempore avelli potest, licet multiplex sit in singulis rerum generibus differentia et mutavio.
In modo simile, un abile musicista pizzica le corde del suo strumento e fa nascere la musica dall'intreccio dei suoni. Ma se la voce musicale fosse uguale e immutabile, non ci sarebbe mai melodia. Così si fondono in un tutto i vari elementi separati dell'universo attraverso un ritmo ordinato e costante. Armonizza tutte le parti e canta in tutte questa melodia supremamente consonante. Quod enim in plectro seu instrumento, quo musicus utitur, contingit, dum artificiose chordas tangit, concentumque varietate sonorum concinnum producit, ita ut si in omnibus idem sonus esset, nequaquam varium illud melos efficeretur: idem in hujus universi temperamento accidit; quod ex singularium rerum mutabilitate constans, ordinata quadam et immutabili serie et convenientia sibi connectitur, partiumque cum toto concordiam et conspirationem efficiens, harmonicam istam, sibique ex omni parte concinentem melodiam et consonantiam parit,
La mente diventa uditrice, ma non si limita in alcun modo a questa voce; anzi, superando i sensi corporei e diventando celeste, percepisce il concerto celesti. Mi sembra che il grande Davide abbia percepito queste cose quando ha osservato la grazia e la sottigliezza dei corpi celesti e ha esclamato che essi proclamano la gloria di Dio (Sal 18,2) [...] cujus auditor est animus, ab. auditu hoc corporeo segregatus, et supra carnis hujus sensuumque organa evectus: sic enim cœlestium concentuum fit capax; quos, meo judicio, magnus itidem David percepit, quando per illam, quæ in cœlis apparet, sapientissimam et artificiosissimam motionem, gloriam Dei, motum illum in cœlestibus corporibus efficientis, cœlos enarrantes, audivit [...]
Ogni cosa nei cieli è in costante movimento, gira intorno a un punto fisso o ha un moto inverso influenzato dai pianeti. Questi corpi hanno sempre una connessione basata su elementi identici; non si sostituisce nulla di nuovo a qualcos'altro, ma ogni corpo rimane sempre lo stesso e sulla sua giusta rotta. Quindi, la stabilità si accorda con il movimento in un ordine stabilito, che è sempre un'armonia musicale ben organizzata che realizza un inno unificato e ineffabile della potenza di Dio che abbraccia l'universo. Moventur enim perpetuo omnia quæ in cœlo, vel cum firmamento circumagitata, vel e contrario motibus planetarum conversa. Manet vero semper eodemque perenni tenore durat eorumdem revolutio, neque unquam ab ea in qua est serie vel latum unguem discedit, sed perpetim eodem modo sese habet, eodemque fertur cursu. Itaque ejus quod quiescit, cum eo quod movetur conjunctio, ordinata quadam et in omne ævum inviolabili serie connexa, musicus quidam concentus est, efficiens commixtam illam et divinam ejus virtutis, quæ universum hoc continet, hymnodiam;
Per me, un esempio simile è quando il grande Davide, da ascoltatore attento, disse in uno dei suoi salmi (Sal 148,1) che tutte le altre potenze celesti lodano Dio: le stelle, il sole e la luna, i cieli più alti e le acque sopra i cieli, menzionando altre cose che si trovano nelle cose create: quam mihi itidem magnus David ejus auditor factus, significare videtur in quodam psalmo, cum ait Deum laudari cum ab aliis virtu tibus, tum ab omnibus quæ in coelo sunt, a lumine siderum, sole et luna, et a cælis coelorum, et ab aquis supra cœlum positis; ubi et alia quæ in rebus creatis reperiuntur, commemorat:
Prima di tutto è la musica, perché l'armonia e la concordia adattano tutte le cose l'una all'altra attraverso un ordine, una disposizione e un sistema. Il Creatore dell'universo opera abilmente, attraverso la sua ineffabile parola di saggezza, quelle cose che sono sempre state radicate nella saggezza. nam omnium inter se conspiratio et consensio, ordine, ornatu, et apta serie disposita, prima videlicet est et originalis et vera musica:quam totius universi concinnator ineffabili sapientiæ suæ ratione, per ea quæ semper sapienter fiunt, docte et perite efficit.
Se l'intero ordine del mondo è una sorta di armonia musicale il cui artefice e creatore è Dio, come dice l'Apostolo (Eb 11,10), allora l'uomo è un microcosmo, un imitatore di Colui che ha fatto il mondo. Il piano divino per il mondo in generale vede questa immagine in ciò che è piccolo, perché la parte è davvero uguale al tutto [...] Si igitur totus hic mundus musica quædam consonan tia est, cujus opifex et effector Deus, ut et Apostolus dicit: parvus vero mundus homo est, simul que similitudo et imitatio quædam ejus, qui mun dum concinnavit: necesse est, ut quod ratio in magno illo et spatioso mundo reperit, hoc, ut par est, in parvo itidem conspicetur: pars enim totius cognata est toti [...]
La struttura degli organi del nostro corpo segue questo esempio, perché la natura l'ha sapientemente costruita per produrre musica. Si può riconoscere nelle arterie il flauto, il palato la superficie o cassa su cui si tendono le corde, e l'unione di lingua mascella e bocca le corde stesse. Idem ostendit organica corporis nostri structura, quam natura ad musicas operationes scite effinxit. Intueri enim licet arteriæ velut tibiam, palati quasi laminam seu tabulam, qua nervi intenduntur, modulationemque quæ fit per linguam et maxillas et per os quasi per chordas.

 

 

Interventi

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Alberto Suescun: Schopenhauer (1)

Mattia Scravaglieri: Musica e calcolo computazionale (Kircher e serialismo)

Sara Colussi: Schaeffer “Etude aux chemins de fer”

Eliana Zannaro: Dante ?

Ganna Konoplenko: Kierkegaard, Don Giovanni ?

Elena Mapelli: differenze di genere

Cristiano Sciarretta: Canetti & blues

Riccardo Orsolini: circolo quinte, Dna ?

Chiara Tebaldini: Schopenhauer (2)

Erika Maschio: Schubert e la Montagna incantata di Mann

Marco Calderara: Agostino, De musica cap. VI

Leonardo Ruggeri: Damone

Silvia Roscio: Marcuse

Chiara Martinelli: Nietzsche

Piero Cantoni: Campi di concetramento ?

Enrico Cabua: tempo ?

Hiroki Falzone: Marius Schneider ?

Eliana Rosciano: Jung

Raffaele Raminelli: Pan / Peter Pan

Stefano Dalfovo: suono primordiale

Chenmin Fan: Il suono senza tristezza né felicità di Xi Kang

Greta d'Agata: Debussy ?

Giada Rossoni: Chopin ?

Erica Biundo: ?

Delara Hadeii: ?

Roberto Paravati: Kubrick & Carlos

Chenglin Li: Book of poetry

Marco Brighenti (dottorando): ?