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Sederunt principes

Mottetto a quattro voci (quadruplum) che l'Anonimo iv attribuisce a Perotinus, costruito sul'omonimo tenor del graduale per la messa di Santo Stefano (26 dicembre).

Testo

Sederunt principes et adversum me loquebantur, et iniqui persecuti sunt me.

I principi si sedettero e parlarono male di me, falsamente mi hanno perseguitato.

[V:] Adiuva me, Domine Deus meus, salvum me fac propter misericordiam tuam.

Aiutami, mio Signore, salvami con la tua misericordia.

[Sederunt principes et adversum me loquebantur, et iniqui persecuti sunt me.]

I principi ...

Tratto dal Libro dei salmi

Ps 118 (119)  

23. Etenim sedentes principes adversum me loquebantur, servus autem tuus meditabatur praecepta tua.

Anche se i potenti dal seggio mi calunniano, tuttavia il tuo servo persegue i tuoi precetti.

86. Omnia mandata tua vera, falso persecuti sunt me: auxiliare mihi

I tuoi comandi sono verità, falsamente mi perseguitano: aiutami.
Ps 108  

26. Adiuva me, Domine Deus meus, salva me secundum misericordiam tuam. [Vulgata]

Aiutami, mio Signore, salvami con la tua misericordia.

Fonti

Wolfenbüttel, Guelf. 628 Helmst. [W1, olim 677] | f. 3v-6v

Wolfenbüttel, Guelf. 1099 Helmst. [W2] | f. 1r-4v [parz.]

Madrid. Bibl. Nacional, 20486 [Codice di Madrid] | f. 17r-v [parz.]

Firenze, Bibl. Laurenziana, Pluteus 29.1 [Antifonario medieco, F] | f. 4r-7v

Il recupero di Ficker

Da: Livio Giuliano, "Far cantare il medioevo: tra accademici e trotskisti", Trans. Revista Transcultural de Música, 18 (2014): 1-23.

... Gastoué, nel 1931, nella recensione all’edizione del Sederunt a cura di Rudolf Ficker, giudicherà eccessiva la strumentazione adottata, probabilmente difendendo la propria interpretazione “conforme alla teoria medievale e alla pratica artistica”:

Mais des œuvres comme le Sederunt de Perotin, nous le savon formellement, sont destinées tout juste à un quator de voix d’hommes, soustenues de l’orgue” (Gastoué 1931: 222-223).
Ma opere come il Sederunt di Perotinus, lo sappiamo con certezza, sono destinate solamente a un quartetto di voci maschili, sostenuto dall’organo.
 

... Rudolf von Ficker dirige nel 1929 alla Burgkapelle di Vienna il Sederunt, munito di un organico di considerevoli dimensioni con strumenti moderni. Ficker estremizza le posizioni di Ludwig sul valore della musica sacra rispetto alla profana: se Ludwig propendeva per una progressiva purificazione di elementi estranei alla voce, l’esaltazione mistica di Ficker lo conduce a immaginare un insieme di voci e strumenti direttamente proporzionale all’immensità della gloria di Dio. Alla luce delle osservazioni di Rehding esposte sopra, aggiungerei che la sua edizione apparsa l’anno successivo al concerto (Ficker 1930), è sicuramente molto tedesca, o comunque molto proche (per dirla con Gastoué) al gusto primo novecentesco delle grandi masse orchestrali. [a] La maestosità delle esecuzioni che immagina Ficker deriva, a suo dire, dall’osservazione dell’architettura gotica, la cui imponenza e grandiosità, rintracciata nel rigore ritmico del tenor, [b] doveva necessariamente sposare una realizzazione che lasciasse l’uditorio esterrefatto. L’uso di strumenti è giustificato da quanto appare nelle rappresentazioni figurative di concerti celesti e terreni, [c] come aveva già ipotizzato Leichtentritt più di vent’anni prima (Leichtentritt 1906).

L’edizione del Sederunt di Ficker prevede il canto di uomini e bambini, sostenuti dal coro del tenor; la parte del pianoforte è la riduzione dell’orchestra di archi, oboi, fagotti, trombe, tromboni e glockenspiel. Il tutto in tonalità di Do minore, ornato da dinamiche inserite secondo il gusto di Ficker. Inoltre su ciascuna nota del tenor, su cui si organizzano i melismi delle altre voci, Ficker costruisce una climax agogica e dinamica, che giunge al suo acme nella cadenza che precede l’intonazione della nuova sillaba.

Il lavoro editoriale di Ficker sul Sederunt s’inserisce in una sorta di percorso propagandistico che, espressione di una religiosità antica e quindi più vicina al popolo, [d] rende fruibile e appetibile la musica medievale alla larga parte della Volksgemeinsch: [e] una simile operazione attualizza e germanizza il repertorio perché possa essere diffuso.

They also tailored their scholarly editions to the needs of the growing amateur performance market. Musicological work could also serve to strengthen a flagging sense of national identity following the demoralizing lost war (Potter 1996: 75).
[gli studiosi] Adattarono le loro edizioni colte ai bisogni del crescente mercato di amatori della musica. Il lavoro musicologico servì inoltre a fortificare un senso d’identità nazionale affievolito a seguito della demoralizzante sconfitta bellica.

L’influenza dell’edizione del Sederunt di Ficker è rintracciabile sino agli anni Cinquanta, come testimonia la fedele esecuzione di Eugen Jochum, direttore dell’orchestra della Bavarian Radio. [f]

Nel 1956, anche il Sederunt del Pro Musica Antiqua di Safford Cape, [g] uno dei primi e dei più noti ensemble per la musica antica, accoglie le variazioni di velocità e dinamica dell’edizione di Ficker, pur evitando di affiancare gli strumenti al coro. A giustificare l’essenziale vicinanza di Cape a Ficker, sono le sue stesse parole:

Sous son aspect intellectuel, elle est universelle, et par la meme métaphysique, en ce sens qu’elle n’exalte pas une personnalité a la maniere du romantisme, mais elle exprime les grands sentiments du coeur humain, l'amour divin ou terrestre, la joie, la douleur sous l'espece universelle: c'est la joie ou la douleur qui s'exprime, plutot que ma douleur a moi, ou votre joie a vous (Gagnepain 1981: 217).
Nel suo aspetto intellettuale, essa [la musica antica] è universale e allo stesso modo metafisica, in questo senso non esalta una personalità alla maniera del romanticismo, ma esprime i grandi sentimenti del cuore umano, l’amore divino o terrestre, la gioia, il dolore sotto la specie universale; è la gioia o il dolore che si esprime, piuttosto che il mio dolore a me, o la vostra gioia a voi.

Dopo l’edizione del Sederunt di Ficker, per avere ulteriori pubblicazioni di organa medioevali bisognerà aspettare le antologie dell’American Institute of Musicology negli anni ’40, il cui successo è determinato dall’emergenza del fenomeno dell’early music revival.

a. Del resto anche l’immaginario medioevale dei Carmina burana (1935) non poté fare a meno di un’ampia compagine orchestrale, pur nella consapevolezza del tradimento.

b. “The music, in the lofty Gothic style of the thirteenth century, employs tripartite rhythms exclusively” (Ficker 1929: 491, il corsivo è mio). Quest’affermazione dà per scontata l’applicazione ferrea della teoria modale a un repertorio la cui notazione è antecedente rispetto al sistema semiografico che ben si adatta a questa teoria, interpretazione sigillata e restituita agli studiosi dal lavoro di Ludwig. Per la discussione intorno al sistema modale applicato al repertorio di Notre Dame, cfr. Daolmi 214.

c. “… we know, from pictured presentations and from many written records, what a vast array of instrumental forces in divers varieties of bowed, plucked, wind and percussion instruments that period could muster” (Ficker 1929: 494) [sappiamo, dalle rappresentazioni figurative e da molte testimonianze scritte, che una vasta gamma di forze strumentali – strumenti ad arco, a pizzaco, a fiato e percussioni – erano radunate in quel periodo].

d. “This collective spirit, with its striving after the superpersonal and supernatural, stamps a distinctive impress not only on the Nordic music of the middle ages, but on all great manifestations of Germanic musical culture down to the present day; contrariwise, this spirit is wholly foreign to the music of the South, accomodated to the purely individual, vital emotionality. A country like Italy could therefore never have produced a Bach or a Beethoven” (Ficker 1929: 488) [Questo spirito collettivo, con la sua tensione oltre l’individuo e la materialità, marca un segno distintivo non solo sulla musica nordica del Medioevo, ma su tutte le grandi manifestazioni della cultura musicale germanica fino ai nostri giorni; al contrario, questo spirito è del tutto estraneo alla musica del Sud, che soddisfa unicamente l'emotività vitale dell'individuo. Un paese come l'Italia non avrebbe quindi mai potuto avere un Bach o di un Beethoven].

e. “the musical scientist … ought, with the aid of all critical resources, to reconstruct the long-lost music of old in a form approximating that in which it was heard by the contemporaries of the age-old culture.” (Ficker 1929: 486) [il ricercatore musicale dovrebbe, con l’aiuto di tutte le risorse critiche, ricostruire la musica del passato, da lungo tempo perduta, in una forma vicina nella quale gli ascoltatori d’oggi possano sentire la cultura del tempo passato]

f. La registrazione di quest’esecuzione, talvolta trasmessa in radio, non è mai stata pubblicata.

g. Early Polyphony before 1300: École de Notre Dame (Pro Musica Antiqua, Safford Cape dir.), Archiv Produktion apm 14 068 (1956). Safford Cape, americano trasferitosi giovane in Belgio, abbandona la carriera di compositore per dedicarsi interamente alla musica antica, spronato dalle ricerche di Charles Van den Borren, stimato musicologo e presidente della Classe des Beaux-Arts dell’Académie Royale de Belgique. Con Pro Musica Antiqua, Cape incide per la collana Anthologie Sonore, curata da Curt Sachs, e pubblica alcuni dischi per l’Archiv Poduktion della Deutsche Grammophon. Su Safford Cape e il Pro Musica Antiqua, v. Gagnepain 1981.

 

Edizioni

  Ficker 1930 (canto e piano + trascrizione in mensurale bianca)

 Edizione moderna (Philip Legge, 2010)

 da Umberto Eco, Il nome della rosa

Esecuzioni

Augsburg Boys' Choir, Munich Radio Choir, Symphony Orchestra of Bayerischer Rundfunk, Eugen Jochum (1951)

Il brano fu mandato in onda dalla Radio inglese nel 1951 [28.ii, 17.vi] e poi da quella bavarese nel 1957 [info]. Quest'ultima registrazione è stata ritrasmessa nel 1999 [info] e dalla BBC nel 2021.

Safford Cape (1953) [info] coro a cappella

Russell Oberlin (1958) [info] voci sole e basso di arco

Deller Consort (1961) [info] voci e strumenti

Early Music Consort, David Munrow (1975) + ms. [info] | + score

Hilliard Ensemble (ECM, 1989) [info]

Hilliard Ensemble (live 1996) [info]