I luoghi dove sono ancora custodite le fonti relative al collegio Longone, per lungo tempo sotto la direzione dei padri Barnabiti, coincidono in parte con gli archivi della congregazione. Il materiale più significativo è custodito nei due Archivi Storici dei padri Barnabiti, quello di Roma – che con la Biblioteca Storica dei padri Barnabiti costituisce il Centro Studi Barnabiti, in piazza Benedetto Cairoli, 117 – e quello di Milano, presso la biblioteca dell'Istituto Zaccaria in via Commenda, 5. Altro materiale riguardante specificamente il collegio Longone (documentazione soprattutto ottocentesca) è conservato nell'attuale sede del liceo Beccaria di Milano, ma un dettagliato inventario si può consultare nell'archivio storico.

1.
Cusani 1867.

2.
Baretta 1993, pp. 35-36.

3.
Il materiale fu raccolto da padre Francesco Benvenuto e rilegato nel 1766, come riferiscono le sue annotazioni manoscritte sul foglio di guardia del primo tomo:

Miscellanea in tomos triginta septem collecta a patre Francisco Benvenuto a med.o [?] ordinis Minorum Reformatorum, nec non bibliothece conventus Sancti Ambrosii ad Nemus Mediolani, anno 1766 ab ipsomet dicata. Generalem omnium collectarum rerum indicem trigesimus septimus tomus complectitur.

[Miscellanea di 37 tomi raccolta dal padre Francesco Benvenuto ... dell'ordine dei Minori Riformati, e quindi donata personalmente alla biblioteca del convento di Sant'Ambrogio ad Nemus di Milano nell'anno 1766. Un indice generale di tutto il materiale raccolto chiude il tomo trentasettesimo.]

I libri della biblioteca del convento di Sant'Ambrogio ad Nemus pervennero alla Braidense in seguito alla soppressione degli ordini monastici. Attualmente però non sono più 37, e nemmeno 29, come vorrebbe Baretta, ma solo 27. Il fondo infatti, segnato ZCC.V, numera da 1 a 29 altrettanti tomi (quelli rimasti), ma l'indicazione di alcune segnature non coincide con la numerazione originale del tomo. In particolare:

ZCC.V.3 - Tomo V
ZCC.V.4 - Tomo VI
ZCC.V.5 - Tomo VII
ZCC.V.6 - volume non appartenente al fondo
ZCC.V.7 - volume non appartenente al fondo

È evidente quindi che oltre a mancare gli ultimi otto tomi numerati da 30 a 37, e quindi anche il preannunciato indice generale, sono mancanti anche i tomi III e IV (probabilmente fin dalla loro collocazione a Brera, se la progressione della segnatura rende contigui i tomi II e V).

Sul retro del foglio di guardia due citazioni, da Cicerone e dalla Bibbia, rivelano lo spirito con cui padre Benvenuto ha raccolto e rilegato il prezioso materiale:

Omnes trahimur et ducimur ad cognitionis et scientie cupiditatem, in qua excellere pulchrum putamus. [Tutti siamo attratti e condotti dal desiderio di conoscere e di sapere, desiderio in cui crediamo bello eccellere]
Cicero, De Officiis [I/18] et Academica [?]

Faciendi plures libros nullus est finis. [Non c'è fine a scrivere molti libri]
Ecclesiastes 12[,12]

Stupisce in generale la laicità di questi frammenti, e soprattutto di quest'ultimo: che valore si sarà dato a "finis"? Quello molto pragmatico di conclusione – non si finirà mai di scrivere e raccogliere libri – o quell'altro, proprio della Vulgata, per cui qualsiasi attività culturale non ha scopo e in fondo è anch'essa "vanità delle vanità".

4.
Presente negli scenari delle accademie del 1756 e 1757 come accademico Industrioso. Il suo nome lo si dovrebbe poter incontrare anche negli anni subito successivi, ma di questi non mi è nota la documentazione dell'attività accademica; vedi oltre.

5.
Dalle perplessità sulla danza non professionale non dovevano essere tuttavia esenti nemmeno gli uomini del Settecento se padre Giovenale Sacchi, barnabita, famoso teorico di musica e insegnante del collegio Longone, nel suo Della divisione del tempo nella musica, nel ballo e nella poesia (Sacchi 1770, p. 29) si sente in dovere di precisare che:

Fra le varie arti, le quali oggi assai generalmente si coltivano dalle gentili persone, una è il ballo, nello studio del quale anche a noi italiani, abbandonato l'esempio dei latini nostri maggiori, piuttosto che la loro gravità [dei latini] la greca eleganza è piaciuto d'imitare. Perocché i greci amarono molto il ballo ... i romani appena giudicavano sobrio chi saltasse; alla cui severità pure alcuni biasimano in tutto chi danza e l'arte del danzare, e dicono ch'essa sia cosa rea e viziosa in se stessa e negli affetti nociva.

6.
Chinea 1932, in particolare II, p. 601.

7.
Sul collegio di Sant'Alessandro v. Mocchetti 1825, pp. 95 e segg., che dedica qualche cenno anche al collegio Longone (ovvero i due convitti barnabiti, quello 'borghese' e quello nobiliare). In merito al Longone Barblan 1962, p. 640, riferisce erroneamente che:

A questa importante chiesa [S. Alessandro] ... era collegato in passato un famoso collegio dei nobili tenuto con serio rigore di studi superiori dai Padri Barnabiti. Nell'aula magna di detto collegio venivano annualmente allestite vistose accademie culturali nelle quali si recitavano commedie, si declamavano carmi greci e latini, e veniva anche eseguito un programma musicale. Sfogliando gli Acta Collegii D. Alexandri nel volume 1715-1810, accade di vedere molto elogiate queste grandi accademie annuali.

Le accademie elogiate nel manoscritto sono quelle organizzate dal collegio di S. Alessandro e non dal collegio Longone. Il III e il IV volume degli Acta sono ancora presso la sagrestia della chiesa di S. Alessandro a Milano, malgrado l'archivio ecclesiastico sia da tempo in I-Mas. Altro materiale è tutt'ora conservato I-Masb in dove nella cart. E.1, si trovano gli altri primi due volumi (1584-1632 e 1636-1701).

8.
Bagnoli 1971, II, pp. 687-688. Circa l'anno dei lavori non mi è stato possibile approfondire, ho perciò fatto affidamento alla pubblicazione della prima pianta di Milano a me nota con la traccia di corso Italia (Atlante 1921).

9.
Due copie dell'istrumento a stampa in cui compare il testamento (rogato da Giovanni Battista Osio) con relativi codicilli (che datano fino 1737) in I-Mas, Studi parte antica (d'ora in poi SA), cart. 49, fasc. 1.

10.
Ibid. (fasc. 2), sono alcune lettere in merito, datate fra il 1723 e il 1724. Per una descrizione dettagliata della fondazione del collegio, vista attraverso i Registri generali dei Barnabiti cfr. soprattutto Premoli 1925, III, pp. 66-71.

11.

Primo. Li suddetti signori conservatori permetteranno alli molto reverendi padri Barnabiti, rettori per tempora del loro collegio de' Nobili, l'uso ed abitazione per serviggio del detto collegio de' Nobili da errigersi della casa propria della detta eredità Longona per l'annuo fitto fra le suddette parti accordato e stabilito in lire mille imperiali ... Milano primo ottobre 1723

da un rescritto presente sull'istrumento a stampa del 23 settembre 1737 rogato da Giovanni Maria Borroni (ibid., fasc. 3). Erroneamente Corbetta 1884, p. 12, riferisce la quota dell'affitto in 3000 lire imperiali.

12.

Ed avendo ora li presentanei signori conservatori, dopo un diligente scandaglio dello stato dell'eredità Longona, deliberato di aprire nell'anno presente 1737 detto loro collegio Longone ed in conseguenza porre fine alle precedente convenzione ...

sono le conclusioni dell'atto del 1737 cit. sopra.

13.
Corbetta 1884, p. 12, riferisce:

I padri barnabiti ottenevano da Carlo VI, imperatore d'Austria, con decreto di Vienna 5 luglio 1724, facoltà di aprire il loro collegio pei Nobili che nel 1726 ebbe il titolo di collegio Imperiale ...

Dal registro del fondo SA in I-Mas sembra che tale decreto, ora disperso, fosse originariamente conservato nella cart. 49. La datazione di Corbetta contrasta però con Premoli 1925, III, p. 70, che, citando proprio Corbetta come fonte, sposta la data al "1728: quando l'imperatore Carlo VI conferì al collegio il titolo di imperiale". Ancora, sempre Premoli 1925, III, p. 528, riproduce un Regolamento in cui si legge:

... gode l'insigne onore della imperiale protezione ed è perciò appellato Imperiale. Questa singolare prerogativa che fu già la prima volta conceduta dalla gloriosa memoria dell'imperatore Carlo VI, l'anno 1736, nell'anno 1770 gli è stata con graziosissimo dispaccio rinnovata e confermata ...

Ma proprio nel documento che attesta tale conferma si può accertare che il titolo fu concesso invece nel 1726. La preziosa lettera, intestata come "Privilegio ai convittori di portare in petto l'Insegna dell'Aquila imperiale - 1770", è custodita in I-Masb, cart. B3, fasc. VI, e vi si ricava la disposizione di Maria Teresa d'Austria ad assecondare le richieste del padre Francesco Dugnani

con cui il detto religioso, a nome anche di que' convittori, si fece a supplicare la maestà sua cesarea di voler degnarsi di accordare al collegio medesimo la sovrana sua protezione, di confermargli i privilegi concedutigli nell'anno 1726 dal fu Carlo VI nostro augustissimo padre e signore di gloriosa rimembranza, onde poter esso collegio continuare nella stessa denominazione di Imperiale, tenere esposte sulla parta le cesaree regie armi ed i di lui convittori portare sul petto l'insegna imperiale nel modo fin ora da loro praticato.

14.
In merito alle differenze dei due collegi si vedano le lettere contenute in I-Mas, SA, cart. 53; sono lettere di parte perché scritte da padri Barnabiti col preciso intento di sottolineare i pregi del collegio Longone, ma offrono interessanti considerazioni al riguardo.

15.
Si veda il progetto proposto in I-Mas, SA, cart. 49, fasc. 12. Nel fascicolo è anche una pianta del collegio disegnata in occasione dell'ipotesi di ampliamento.  7

16.
Ibid., lettera del senatore Filippo Muttoni che motiva la scelta.

17.
Ibid., relazione manoscritta anonima.

18.
Contratto di vendita in I-Mas, SA, cart. 49, fasc. n.n.

19.
Prina 1880, pp. 447-461, in particolare p. 453.

20.
Riaffiorano 1959.

21.
Prina 1880, p. 453.

22.
Ibid.; cfr. anche Riaffiorano 1959.

23.
Prina 1880, p. 453.

24.
Corbetta 1884, p. 15 e segg.

25.
Ibid., p. 17.

26.
Ibid., p. 24 e segg.

27.
Prina 1880, p. 453. Nel 1933 il "Parini" si trasferirà nella nuova sede di via Goito (cfr. Belloni 1934) e nel 1957 gli alunni del "Beccaria" saranno accolti nei locali di via Linneo (cfr. Riaffiorano 1959).

28.
La presenza dell'albergo è ricordata in Bagnoli 1971, II, p. 688 e soprattutto dal mutamento di nome che subì parte della contrada del Fieno venendo chiamata nei primi decenni dell'Ottocento "contrada dell'Albergo Grande", affiancata dalla "piazza dell'Albergo Grande" antistante l'ex collegio (cfr. I-Mas, Catasto: Mappe, Milano città, mappa del 1851). Che l'albergo si chiamasse appunto Grande o Imperiale (secondo Bagnoli) fa ipotizzare che occupasse il palazzo del collegio, Imperiale appunto, e che quindi i Casanova fossero i tenutari dell'albergo. Contrariamente a quanto detto in Mezzanotte-Bascapè 1968, p. 74, Carolina di Brunswick non alloggiò qui, ma all'albergo Reale di via dei Tre Re, poi detta dei Tre Alberghi (cfr. Clerici 1904). L'albergo, malgrado fosse uno dei più prestigiosi di Milano (Pirovano 1822, p. 466, lo situa in cima all'elenco degli alberghi di prima classe), ebbe breve vita, perché già in Manuale 1844, non compare più e le mappe catastali del 1881 (I-Mas, cit.) ritornano a chiamare "via Fieno" l'ex contrada dell'Albergo Grande.  6

29.
Bagnoli 1971, II, p. 688 riferisce dell'"Ambulatorio Policlinico ... trasferitosi in via Fieno al n. 8-10 nel 1892". Si deve supporre che l'indicazione del numero civico sia sbagliata (i numeri pari sono sull'altro lato della strada), mentre la presenza di un ospedale trova conferma in I-Mt, Piano regolatore dove sono notificati i contratti di acquisto da parte del Comune delle case dell'isolato dell'ex collegio allo scopo di aprire corso Italia. L'"Istituto ospedaliero" sito in via Fieno 3 e 9 è l'ultima acquisizione, avvenuta fra il 1918 e il 1919. Se si confronta il Sommarione dei fabbricati del 1876 (I-Mas, Catasto: Registri, Milano città), al numero civico 3 corrisponde proprio la casa grande della ex proprietà Casanova (ex collegio Longone).  5

30.
I tre registri catastali qui presi in considerazione (I-Mas, Catasto: Registri, Milano città) sono i primi tre compilati a Milano e corrispondono agli anni 1751, 1838 e 1876; le planimetrie forono disegnate conseguentemente (I-Mas, Catasto: Mappe piane, Milano città). La pianta del collegio (1774), l'unica superstite, è quella per l'ampliamento mai attuato di cui ho accennato a nota 15.

31.
Per una trattazione un po' meno generica si veda Chinea 1932, II.

32.
Nell'istrumento del 23 settembre 1737 cit. a nota 11 sono raccolti gli atti delle tre sedute che hanno definito l'acquisto delle case poi trasformate in teatro, aula e oratorio:

1725. 13 marzo ... Propostosi dal molto reverendo padre preposto che il molto reverendo padre rettore del collegio de' Nobili, per maggiormente invitare li concorrenti in detto collegio, desiderarebbe che questo collegio Longone ricuperasse il cassino che resta livellato al signor. Giovanni Battista Coliati, ... essendo l'intenzione d'esso padre rettore di fare in detto casino il teatro per le operette che sogliono fare ne' collegi de' convittori

Quindi si chiede stima dei locali all'ingegnere "del Venerando Collegio" e in seguito si ipotizza di affittare un'altra casa di proprietà del sig. Caldara che verrà anch'essa stimata nel suo valore. Il 17 marzo ci si riunisce e si quantifica l'affitto. Altra seduta venerdì 29 giugno:

Lettasi la relazione fatta dal signor Carlo Giuseppe Strigella, ingegnere del venerando collegio, in esecuzione dell'ordinatogli nell'antecedente capitolo per la visita e stima de' miglioramenti che diconsi fatti dal signor Giovanni Battista Cogliati nel casino livellatogli dal venerando collegio, quale intende ricuperato, atteso il patto francandi per incorporarlo con la casa grande d'esso venerando collegio, e ciò attese l'instanze fatte dal molto reverendo padre rettore del venerando collegio de' Nobili, e risultando da detta relazione che il detto ingegnere ha suddetti miglioramenti stimati in lire mille seicento novant'una, soldi quindeci, denari quattro, secondo la di lui perizia e stilo in simili casi dagli ingegneri, che potrebbero bonificare dall'emfiteusa.

Inerendo perciò alle nuove e premurose instanze d'esso molto reverendo padre rettore d'incorporare in quest'anno il detto casino per ivi farvi il teatro dell'opere da recitarsi da' convittori ed alunni d'esso venerando collegio de' Nobili, stando che risponderà eglino al venerando collegio Longone quel fitto sarà convenuto non potendosi ciò differire, attesochè gli affittuari d'esso casino dentro di questo mese devono essere avvisati per provvedersi d'abitazione mediante la denonzia de finita locazione, o amichevole oppure giudiziale.

Nel 1737 tutti i luoghi di volta in volta presi in affitto dai padri di Sant'Alessandro sono comprati dai conservatori dell'eredità Longone, evidentemente con l'intenzione di essere unici proprietari del collegio senza dipendenze affittuarie:

Nono ... si aggiunge che oltre la casa grande e li casini, altre volte goduti dal Coliati e dal signor dottor Caldara, di ragione dell'eredità Longona presentemente goduta ad uso di detto collegio, ed oltre la casa nella contrada del Fieno acquistata dal padre rettore don Bartolomeo Sittone di buona memoria, come dall'instrumenti del giorno 28 settembre 1728, 21 febraro 1729 e 3 agosto 1730 tutti rogati dal notaro collegiato di Milano signor. Giuseppe Maria Sittone, ... dovrà di più acquistarsi presentemente la casa del signor Lombardo, e di tempo in tempo anche le case della confraternita di S. Vittorello, del Santissimo di S. Alessandro, del Luino, del signor. Rosate, e di S. Giuseppe. ... Milano 26 Marzo 1737.

33.
I-Mas, SA, cart. 49, fasc. 12.

34.
I-Mas, SA, cart. 56; è un quaderno, contenente la descrizione del collegio e delle varie case che dovranno essere vendute, così titolato dall'archivista:

1776. 16 febraro. Instrumento di vendita fatta da nobili signori conservatori del regio imperiale collegio Longone all'egregio signor segretario don Giuseppe Casanova della casa ove altre volte esisteva il detto collegio, per il prezzo di giliati 5717.2/3, sotto li patti e condizioni contenuti nell'annesso instromento rogato dal signor dottor Cesare Cima causidico e notaro collegiato di Milano il giorno et anno suddetto

In merito al collegio si può leggere una lunga descrizione di ogni stanza, e circa il teatro la descrizione conferma solo la disposizione riconoscibile dalla piantina, dando eventualmente qualche notizia il più sul palco:

Il prefato illustrissimo signor marchese don Giorgio Triulzi, regio feudatario di Sesto Ulteriano e di Cologno ... ha fatto e fa vendita ... al nobile ed egreggio signor secretario dell'eccellentissimo senato don Giuseppe Casanova, regio feudatario nei luoghi di Birago e Biraghino ... nominativamente della casa da nobile, ove altra volta esisteva il detto regio imperiale collegio Longone sito nella contrada detta del Fieno e detta di sant Vittorello, consistente in più luoghi inferiori e superiori, corti ed altre sue ragioni e commodità, largamente descritta e coerenziate nella relazione e stima fatta dal signor Francesco Ferrari ingegnere collegiato e del Regio economato li 18 Luglio 1775 ... qual relazione di detto signor ingegnere è del tenor seguente:

... Il nobile ed imperial collegio suddetto, al quale si entra dalla stretta del Fieno, ha un piazzale avanti all'ingresso nobile, andito di porta che mette in un cortile ...; a fianco destro di detto cortile: un passadicio e tre sale, andito di porta interno corrispondente al suddetto, stanza civile, altra ad uso di scuola e scala di vivo, corte ad uso della cavallerizza con portico. A destra di detta corte vi è stanza rustica con portico e cortile simili, a ponente [sinistra] di detta corte saletta ed altra grande ...; di testa a detta sala grande vi è la congregazione e piccola sagrestia, oltre la quale una galleria [in pianta: "corridoio"] che mette al teatro in volta. Il sito del palco è a tetto ed è disimpegnato da passadino e da due camerini dimezzati con asse che formano due piani ...

35.
Secondo i resoconti compilati a fine anno scolastico dal direttore del collegio si rileva che se uno era lo scenario stampato per le rappresentazioni allestite per il carnevale, più d'una erano le accademie, e di queste venivano stampati gli scenari delle più importanti. Così esordisce infatti la relazione del 3 settembre 1778:

Ho l'onore di soddisfare al dovere della incombenza addossatami coll'umiliare a V.A.R. numero 5 stampe relative ed alle sceniche rappresentazioni fatte nel passato carnovale del Collegio imperiale de' Nobili ed alle accademie tenutevi in quest'anno scolastico. Oltre le 4 ivi indicate accademie ve ne sono tenute altre più private di arti e di lettere delle quali ho avuto ragione d'essere soddisfatto ...

Oltre a questa citata in I-Mas, SA, cart. 56, compaiono anche le relazioni degli anni scolastici 78-79 e 79-80. Tuttavia gli scenari di accademie che si sono salvati non sono mai più di uno per anno (oltre a quello delle rappresentazioni del carnevale). Solo nel 1755 si conoscono due pubblicazioni diverse delle accademie svolte (v. oltre).

36.
Si ritrovano alcuni di questi opuscoletti in I-Mb (si veda per esempio nel vecchio schedario cartaceo dedicato a Milano la voce "Collegio Longone") e in I-Mas (SA, cart. 54), spesso sono dissertazioni più o meno elaborate di fisica, idraulica, geometria (sempre accompagnate da disegni e tavole esplicative), ma a volte anche di storia, geografia, mitologia, poesia etc.

37.
I-Mas, SA, cart. 49; il quadernetto è intitolato: "Piano d'interno regolamento del Collegio imperiale de Nobili di Milano abbassato dal reale governo a' padri della congregazione di San Paolo, direttori del medesimo". È organizzato in due parti secondo questo indice:

PARTE I Pratiche e massime di direzione
I. Religione e buon costume
II. Lo studio
III. Arti nobili
IV. Pulitezza
V. La sanità
– Carnovale
VI. Economia
PARTE II Regole de signori convittori del Collegio Imperiale de Nobili
Regole de signori prefetti
– Piano d'istruzione domestica del Collegio Imperiale de Nobili

Il quaderno è privo di data ma al § 54 della parte II (Piano d'istruzione, capitolo VII) si dice della formazione di una accademia di Storia che gli scenari registrano solo a partire solo dagli anni '70:

E per non lasciar cosa alcuna che possa contribuire ad aumentare l'emulazione, oltre l'accademia di Lettere, nella quale non avranno luogo che i rettorici e filosofi, se ne istituirà un altra di Storia, nella quale potranno essere ammessi gli scolari ancora della seconda classe, meglio instrutti negli studi loro rispettivi.

Le Regole per il collegio de' Nobili de' pp. Bernabiti [sic] in Milano (I-Rcsb, GG.33) sono meno interessanti. In merito alle rappresentazioni il quadernetto (non datato e manoscritto) riporta di qualche interesse, solo quanto segue (p. 50):

Perché poi doveranno facilmente entrare in simili azzioni convittori di diverse camerate, si tengono separati più che sia possibile gli uni dagli altri e tutti in sogezzione e sfugendo più che si puote gl'incontri di farli ritrovare assieme, e quando lo porti la precisa necessità di provare recitamenti, balli, incontri di spa spada etc. vi sia sempre assistente con portamento autorevole qualche padre. Molto più queste gelosie saranno necessarie in palco, dove crescendo di gran longa i pericoli debbe altresì crescere la vigilanza.

V. anche Il Ristretto delle regole dell'accademia degli Idonei nel collegio imperiale de' Nobili de chierici Regolari della congreg. di S. Paolo. Il volumetto manoscritto, conservato in I-Rcsb, era segnato GG.21, ma un accurato reinventariamento dell'archivio romano ha in previsione una nuova collocazione.

38.
Piano d'interno regolamento, parte II, paragrafo 58 (Piano d'istruzione, cap. VII). Originariamente le cariche dell'accademia erano più articolate. Nei primi scenari di accademie sotto "Uffiziali dell'accademia degli Idonei" è riportato questo elenco, accompagnato dal relativo nome dello studente (non era ancora previsto un "Principe di storia"; si noti come fino al 1730 la voce "principe d'armi" sarà preferita a "principe d'arti cavalleresche"; fra quadri il numero degli studenti recanti il titolo):

Accademia di Lettere

Principe di Lettere [1]
Primo assessore [1]
Secondo assessore [1]
Segretario [1]
Vicesegretario[1]
Tesoriere [1]
Vicetesoriere [1]
Capo di consulta [1]
Consultori [4]
Accademia delle Arti

Principe delle Arti [1]
Primo assessore [1]
Secondo assessore [1]





Accademici [14] Accademici [8]

39.
Ibid., paragrafi 57 e 59, dove si prescrive anche:

ciocché, molto più vogli intendere delle accademie pubbliche e più solenni oltre le altre regole di disciplina prescritte al § 20 del Piano d'interno regolamento, si esiggerà che i convittori vi intervengano tutti coll'abito nero e colle insegne in petto, e inoltre che tutti i sudetti esercizi e nelle loro maniere si portino con la massima decenza, pulitezza e buona grazia propria della loro nascita ed educazione.

E ancora il § 20 citato (parte I):

Per le accademie che si soglion tenere nei giorni di vacanza d'estate alla mattina per esercitare i signori convittori nell'Arti nobili si osserveranno queste leggi. Primieramente si averà cura che gli apparecchi a sì fatte accademie non levino alcuna porzione di tempo allo studio delle scienze e delle lettere. Onde sarà regola indispensabile di non impiegare in essi altre ore che quelle fissate alle lezioni dell'arti medesime e alla ricreazione. In secondo luogo nessuno de convitori si potrà dilungare dal luogo della propria camerata se non, o con inteligenza del padre che assiste o al suo cenno, per entrare in qualche azione, finita la quale tornerà al suo posto. Finalmente si farà invito particolare di cavalieri e d'altre persone intelligenti e conosciute; la presenza di quelli possa servire ad aumentare l'emulazione e l'impegno de convittori. Né senza questo invitto, o almeno senza previa inteligenza del padre rettore, dovrà alcuno avervi accesso.

40.
Si noti la laconicità delle prescrizioni relative al Carnevale (quando invece dagli scenari di queste rappresentazioni, lo vedremo, si può rilevare una complessissima attività di preparazione), ibid., parte I, paragrafi 34 e 37:

Per le vacanze del carnovale basteranno i soli sette ultimi giorni, riservandone altri sette ad una stagione più acconcia a divertimenti che esigono esercizio e movimento della persona, utilissimo a giovani. Si diminuirà però il tempo delle scuole nella penultima settimana di carnovale. ... Per i divertimenti della sera sarà in arbitrio del padre rettore di dare a signori convittori quelli che stimerà più opportuni, entro però le parti domestiche del collegio, come conversazioni, accademie, intermezzi in musica od altri spettacoli che porgerà l'occasione.

41.
Ibid., parte I, paragrafo 17 (Arti nobili, capitolo III). Simili le posizioni espresse da padre Giovenale Sacchi nel suo scritto citato (Sacchi 1770):

Né solo [il ballo] altrui sospinge e sollecita al moto l'allegrezza dell'animo, ma sì eziandio altrui al moto rende più agile, gran parte della gravezza del corpo togliendo via [p. 29].

Molti assai lodano l'uso delle danze nella istruzione de' fanciulli, i quali per esso acquistano forza ed agilità, e buona grazia nell'andare e nello stare. Certo assai giudiziosamente all'esercizio dell'antica palestra fu quello del ballo sostituito; perocché il ballo ha tutte le utilità della palestra senza gl'incomodi e i pericoli di quella [p. 31].

42.
Il regolamento, riportato in Premoli 1925, III, pp. 528-531, e conservato in I-Rcsb; è senza data, ma un riferimento all'anno 1770 e la computazione della retta in zecchini, moneta in corso a Milano fino al 1786 (cfr. Martini 1883, p. 356), circoscrive di molto il periodo. Inoltre il testo appare identico nel contenuto a quello di altri due regolamenti del collegio conservati in I-Mas, SA, cart. 49. Anche questi non sono datati, ma uno è accompagnato da una lettera del dicembre 1775 e l'altro esordisce con: "Essendosi clementissimamente degnata sua maestà l'augustissima imperatrice regina nostra sovrana di ordinare l'unione dei due collegi de' Nobili [...]", fusione che avvenne appunto nel 1775. In quest'ultimo si fa ancora cenno al Carnevale:

Nel carnovale vi saranno trattenimenti onesti con qualche pubblica rappresentazione ed esercizio civile e dilettevole, la cui spesa si farà a parte; qualora però i parenti, che saranno preventivamente avvertiti, vogliano caricarsene; come pure qualunque spesa per pubblico saggio o rappresentazione, sarà prima partecipata a' parenti e sarà loro arbitrario il sottoporvisi.

43.
La posizione è lievemente più radicale di quella esplicitata dal frammento a nota precedente, dove comunque si lascia libera la scelta. Ciò fa supporre che, in seguito al sempre costante bisogno di denaro del collegio evidenziatosi sul finire degli anni Settanta (vedi oltre l'analisi dei registri contabili), questo regolamento possa ritenersi di qualche anno successivo a quelli sopra citati del 1775, custoditi in I-Mas.

44.
Corbetta 1884, p. 14. I Barnabiti non furono soppressi in questa data, come sostiene Guicciardi 1970, p. 66, ma si trasferirono momentaneamente presso un'altra loro sede a Castellazzo dei Barzi (vicino a Magenta).

45.
I dettagli, con dovizia di documenti, in Nivellini 1948. Il più recente lavoro di Guicciardi 1970, per altri versi più documentato, in merito a questi anni fa semplicemente un sunto, neanche tanto corretto, di Nivellini.

46.
Nel Regolamento, per i tipi di Giacomo Agnelli, 1813 (in I-Mb), si trovano anche indicazioni circa la lezione di ballo (paragrafi 133-134) che

incomincerà al primo di dicembre e terminerà alla fine di agosto. Possono apprendere quest'arte tutti que' convittori che ne avran da' parenti ottenuto il permesso. I giorni fissati per questa lezione sono il lunedì, il mercoledì e 'l venerdì, dalle 3 dopo pranzo fino alle 4 e un quarto, e si darà nelle rispettive camerate come si è praticato per lo passato.

47.
Non vi è nessun indizio, oltre alla coincidenza dell'anno, che la cessazioni degli spettacoli fosse legata al ritorno degli austriaci. Certo è che Giovanni Bernardoni pubblica le Variazioni al regolamento del Collegio Longone di Milano in Porta Nuova stampato nell'anno 1813, Milano 1814, dove tutti i capitoli relativi al carnevale (quelli sopra citati e altro ancora) "sono per ora soppressi essendo sino a nuovo ordine sospese le rappresentazioni teatrali", e in luogo del paragrafo 129 citato si legge: "A luogo della grande accademia al termine dell'anno scolastico ogni classe darà un pubblico saggio di studio, comprese le classi di Belle-Arti" – ora le arti non sono più nobili, ma semplicemente belle. In linea teorica il paragrafo 130, quello in cui si dispone la stampa dei nomi di chi si sarebbe distinto nelle prove, non viene soppresso, ma l'ultimo foglio di cui sono a conoscenza data l'anno 1816, dal che potrei dedurre che si doveva trattare di un semplice elenco di nomi senza alcun altro interesse bibliografico, senza cioè alcuna descrizione di feste e scenari.

48.
Sistema di educazione per il Collegio Imp. e Reale di Milano, Milano, Regia stamperia, 1819, sostanzialmente identico a quello del 1813 ma con tutte le correzioni del 1814. Simile nel contenuto, ma ridotto a quattro pagine (quasi un opuscolo pubblicitario) è il Regolamento del Collegio Imperiale Longone di Milano, Milano: Bernardoni, 1819.

49.
Cfr. Corbetta 1884, pp. 24 e segg. Altri due regolamenti, pur s.n.t., ma successivi al 1861 perché titolati Regolamento del Convitto Nazionale Longone, non fanno più cenno ad accademie mantenendo però fra gli insegnamenti obbligatori interni al collegio il ballo, la scherma, gli esercizi militari e ginnici, il nuoto, il disegno e la lingua francese. Musica, cavallerizza e inglese sono invece facoltativi e a carico della famiglia. Identico l'ultimo regolamento stampato da Vallardi nel 1894. In seguito (ma mi è ignota la data) il Convitto nazionale Longone si trasferirà nell'attuale sede di via degli Olivetani, 9.

50.
Corbetta 1884, tavv. fuori testo. Quello raffigurato in realtà è il teatro del liceo "Parini", così come si mostra alla fine dell'Ottocento. Certamente subì modifiche dopo che accolse gli spettacoli "patriottici" si Napoleone ed è azzardato relazionarlo al teatro del collegio Longone di Porta Nuova, la cui attività, sotto la gestione dei Gesuiti, risale al Seicento.

51.
Cit. in un fascicoletto di otto fogli datato 28 marzo 1780 e intitolato Estratto de' piani proposti per il Collegio Imperiale de' Nobili (in I-Mas, SA, cart. 49, fasc. 12, il passo è a c. 7r).

52.
Cfr. I-Mas, SA, cart. 51 e 54.

53.
Nel Settecento l'aumento dei prezzi era aspetto assai marginale dell'economia e in questi calcoli può essere trascurato.

54.
Si legge in una lettera conservata in I-Mas, SA, cart. 56, e datata 8 aprile 1780:

Un soggetto che molto interessa la disciplina ed i studi è quello delle rappresentanze [sic] teatrali. Esse sono molto dispendiose per l'una parte e per l'altra [sc. il collegio e le famiglie], esercitandosi nelle medesime i maestri ed i convittori per due ed anche per tre mesi, vengono distratti dalle più serie occupazioni. Altronde, invece di perfezionare l'esterna presenza di presentarsi, sembra che servano a rendere più affettati i convittori. Forse converrebbe sostituire ‹con› qualche accademia di suono, di ballo, di scherma che sono le arti in cui deve specialmente abilitarsi la nobile gioventù. Qualora però V.A. credesse più opportuno di continuare i teatri, sarà necessario di prescrivere il metodo per le pezze [sc. i testi] da rappresentarsi, ed inoltre di ordinare che si tenga esatto registro di queste spese. I Barnabiti sogliono caricarle in massa ai convittori, e queste erano un ramo di maggior entrata contro di cui spesso hanno reclamato i parenti.

55.
Dell'anno 1773-74 si ha, caso unico, la distinzione delle voci di spesa mese per mese:

Onorari a maestri Spese di teatro
1773 Novembre 250: –:– —: –:–
Dicembre 674: 5:– —: –:–
1774 Genaro 506: 10:– —: –:–
Febraro 787: 15:– 1191: 7:9
Marzo 327: –:– 195: 18:6
Aprile 831: 14:– 312: 10:–
Maggio 1070: 7:6 318: 15:–
Giugno 493: 2:– —: –:–
Luglio 724: –:– 12: –:–
Agosto 930: –:– 355: 2:–
Settembre 1040: 8:6 103: –:–
Ottobre 76: –:– 777: 5:–
7711: 2:– 3085: 18:3

Si osservi la spesa più elevata per gli onorari ad aprile-maggio e agosto-settembre, presumibilmente durante le due accademie più importanti, mentre il carnevale è rilevato solo dalle spese per il teatro.

56.
Cfr. I-Mas, SA, cart. 49, fasc. 10. Negli incartamenti si può leggere un elenco di spese che la famiglia dello studente doveva sostenere ogni anno in media (oltre la retta di 700 lire) che prevedeva un contributo ulteriore di quasi 40 lire, solo per le rappresentazioni.

57.
I-Mas, SA, cart 51. Qui è anche un altro elenco relativo allo stesso anno dove, fra la computazione delle spese di teatro – voci relative a scene, costumi, esecutori, fino al copista – si ricava un contributo complessivo di 110 lire per Carlo Sala, compositore delle musiche dei balli.  12

58.
Boffito 1937, II, p. 516 e 525, cita alcuni titoli senza indicare la collocazioni. La maggior parte di questi, insieme ad altri, sono poi stati trovati in una miscellanea, diligentemente schedata in I-Rcsb. Non ho invece avuto modo di recuperare due scenari già noti a Boffito che nell'allegato (collocazione) ho indicato in corsivo.

59.
Premoli 1925, III, p. 70 riferisce che il 1725 è il primo anno in cui si fecero spettacoli e d'altra parte non sopravvivono scenari precedenti. Gli spettacoli si svolsero nell'aula magna perché il teatro non era ancora stato costruito, essendo di quest'anno le trattative per acquisire i locali necessari alla sua erezione (cfr. qui nota 32).

60.
I-Mb, ZCC.V.14, cc. 168-169r. Sono fogli manoscritti aggiunti da padre Benvenuto che nel caso riproducono quello che è detto "Foglietto di Milano numero 37 per il mercoledì 11 settembre 1754". Alla fine è riprodotto anche il sonetto recitato in onore del duca.

61.
Malgrado le gravi lacune si coglie la graduale evoluzione che riguardò la struttura di questi spettacoli. Fino al 1758 sono presenti solo due "sceniche rappresentazioni" a cui a intercalare erano i tre balli, ma nel '64 (non abbiamo altro in mezzo) compare il primo intermezzo che nel '66 ha un titolo proprio. Per lo scenario successivo bisogna aspettare il 1778 dove compaiono tre titoli distinti.

62.
Nella tavola degli scenari ho trascurato di riportare, compresi fra i "maestri di arti cavalleresche", solo gli insegnanti di lingua. Le scene di Ciro in Media del 1772 sono disegnate da "Giambattista e figli Riccardi", ovvero Donnino e Carlo. Il nome di quest'ultimo, che compare una sola volta nel 1765 (Telemaco in oasi), si deve desumere non essere una svista, ma l'altro figlio di Riccardi. I nomi che compaiono nell'anno 1775 non sono tratti da scenari ma da due documenti custoditi in I-Mas, SA, cart. 51 e 52 (fasc. Ronzi). Appare subito strana la discontinua successione almeno dei maestri di spada e violino: come è possibile cioè che Conti e Sebastiani compaiano nel 1775 e nel 1778 quando esiste una nota di pagamento del 1776 per Ronzi e Picaluga? La seconda riga dell'anno 1775 infatti è recuperata dall'elenco delle retribuzioni riprodotto sopra.  12 Una possibile spiegazione la si può ricavare proprio dal fascicolo Ronzi che riporta affiancato l'elenco dei maestri d'arte del collegio Longone e di quello dei Nobili in fase di chiusura.  14 Comparando questo foglio con la lista di pagamento citata, si nota che i maestri pagati sono tutti quelli che insegnavano nel collegio dei Nobili. È evidente che la spesa è un ben servito per il lavoro fatto, con licenziamento e tante scuse. La conferma si trova nelle stesso fascicolo Ronzi dove il maestro di violino si lamenta dell'improvviso licenziamento dovuto alla fusione dei due collegi. Si può così dedurre che Astolfi, maestro di "armandolino", pur del Longone, fu licenziato forse per la soppressione dell'insegnamento; mentre per tali Terraneo e Bianchi, rispettivamente maestri di cembalo e disegno, non presenti nella lista del collegio dei Nobili, non sappiamo nulla. Più fortunati invece Picaluga, maestro di spada, e Piero Alouard. Il primo fu nuoavamente assunto nel 1780 (o forse anche l'anno prima) e il secondo sostituì, forse fin da subito per quanto è dato sapere, Antonio Porro.

63.
Sempre nel 1725 Montorfani lo ritroviamo collaboratore di Crivelli nell'allestimento del Lisimaco (Milano 1725, Sartori 1995, n. 14307), azione accademica allestita all'altro collegio dei Nobili, quello gestito dai padri gesuiti.

64.
Forse non è casuale che la prima accademia allestita da Montorfani nel suo nuovo mandato di insegnante del collegio s'intitoli Il ritorno di Arione in Corinto. Arione, secondo Erodoto, fu l'inventore del ditirambo, la cui forma lirica si associa alle intonazioni corali dei riti dionisiaci, durante i quali danza e pantomima diventavano momenti essenziali.

65.
Non sono riuscito a trovare alcuna notizia di questo maestro di ballo che forse fu solo un semplice insegnante.

66.
Sartori 1995 ricorda il nome del coreografo solo in due libretti, Ambeto (Milano 1719, n. 1216) e, il Lisimaco già ricordato a nota 63, in collaborazione con Montorfani. Data la comune assenza d'informazioni relative ai maestri di ballo nei libretti d'inizio secolo, si può dedurre che, similmente ad altri suoi colleghi, Crivelli abbia concluso la sua probabilmente apprezzata carriera come insegnante.

67.
Solo due sono i libretti che riportano il suo nome, ma certamente l'Aluoard citato in più libretti non è Piero, il noto coreografo che insegnerà anche al Longone fra gli anni '70 e '80, perché tali libretti appartengono agli anni '40:

ANNO CITTÀ TITOLO Sartori
1741 Verona Artaserse 2969
1745 » Artaserse [*] 2981
1746 London Annibale in Capua 2041
» Mitridate 15655
1747 » Bellerofonte 3927
» Fetonte 10112
1749 Cremona Artaserse 2996
» Il Vologeso 25167
1751 Roma Antigona [*] 2070

[*] specificato il nome Carlo

Si noti inoltre che il nome Carlo compare nel libretto romano del 1751 quando cioè poteva essere confuso con Piero che firmerà altri libretti nella stessa città (v. nota 72). Non è difficile immaginare che Carlo e Piero siano padre e figlio e che il padre, fintanto che la carriera del figlio non prese piede non poteva esser confuso con altri, essendo perciò sufficiente riportare solo il cognome. Anche in questo caso Carlo Aluoard termina gloriosamente la sua carriera insegnando al Longone.

68.
Le poche notizie a me note sui Salamoni sono sintetizzate in Hansell 1980a, pp. 589 e segg.

69.
Sacchi 1770, p. 36.

70.
Curiosamente gli anni di attività di Porri coincidono in parte con quelli d'insegnamento, sono infatti noti: Il Demetrio a Brescia nel 1751 (Sartori 1995, n. 7394), Livia Claudia Vestale a Roma nel 1755 (Sartori 1995, n. 14321) e ben due contributi nel 1765, Il signor dottore a Pisa (Sartori 1995, nn. 8386 e 21998) e La schiava riconosciuta a Bologna (Sartori 1995, n. 21213).

71.
Cfr. Hansell 1988, pp. 214 e segg.

72.
È sicuramente, insieme ai Salamoni, il maestro di ballo più importate del collegio. Si veda Hansell 1988, p. 201 e le notizie bibliografiche riportate. Dal catalogo Sartori si può rilevare la massiccia presenza del suo nome come coreografo nei libretti d'opera (escludendo quelli in cui non compare esplicitamente il nome Pietro, Piero o Pierre):

ANNO CITTÀ TITOLO Sartori
1750 Casal Monf. Demetrio 7390
1751 Torino Nitocri 16534
Roma Ifigenia 12707
» Merope 15537
1752 » Antigona 2074
Padova Demetrio 7398
1754 Reggio Ezio 9499
1756 Brescia Le donne vendicate 8308
1757 Roma Ezio 9508
» Demofonte 7521
1758 Milano » 7525
Torino Arsinoe 2902
Verona Olimpiade 16973
Brescia Artaserse 3037
Venezia » 3039
1759 Parma Ippolito e Aricia 13627-8
1760 » Tindaridi 23164
» Feste d'Imeneo 10080
1761 » Enea e Lavinia 8869
Milano La Giulia 12183
» Merope 15547
1762 » Adriano in Siria 418
Padova Il Muzio Scevola 16216
Roma Artaserse 3050
» Zenobia 2326
1763 Milano La Didone 7824

73.
Non si conosce gran che di questo compositore. È nota un'opera a stampa, Concertato con trombe obbligate (s.n.t., 1771), conservata in I-MAav, e alcuni lavori strumentali manoscritti: un Concerto per violini, viola, violoncello, oboi, corni e basso (sempre in I-MAav), 9 e 12 Sonate notturne a tre (in I-Gl) e una Sonata a due flauti e due violini (in I-UD, Ricardi, ms. 148). Dai libretti si ha poi notizia delle musiche per i balli de L'isola di Alcina (Brescia 1772; Sartori 1995, n. 13789) e L'avaro (Alessandria 1777; Sartori 1995, n. 3524). Sala è poi autore di un'opera, Il figlio delle selve (Lodi 1756; Sartori 1995, n. 10202) e Eitner 1904, sub voce, ricorda un mottetto sacro manoscritto, Fremunt venti, conservato in CH-E. Il suo trattato manoscritto Spiegazione de' toni e dei tempi della musica in forma di dialogo per facilitare la cognizione diviso in tre parti, originariamente conservato in I-Bc, è andato purtroppo perduto durante i bombardamenti dell'ultima guerra. Un vero peccato, visto che forse poteva ricoleggarsi alla sua attività didattica presso il collogio Longone.





Riferimenti bibliografici

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Pirovano 1822
Francesco Pirovano, Milano nuovamente descritta, Milano: Silvestri, 1822.

Mocchetti 1825
[Vincenzo Mocchetti] Cenni storici di Filarete Lariense sopra l'insigne tempio di Sant'Alessandro e il suo illustre collegio, Milano: Motta, 1825.

Manuale 1844
Manuale del forestiero, Milano: Pirola, 1844.

Cusani 1867
Francesco Cusani, Storia di Milano dall'origine a' nostri giorni, 8 voll., Milano: Pirrotta, 1867.

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Benedetto Prina, Le scuole classiche, in Gli istituti scientifici, letterari ed artistici di Milano, a cura della Società Storica Lombarda, Milano: Pirola, 1880.

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Graziano Paolo Clerici, Il più lungo scandalo del secolo XIX, Milano: Treves, 1904.

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Robert Eitner, Biographisch-bibliographisches Quellen-Lexikon der Musiker und Musikgelehrten christlicher Zeitrechnung bis Mitte des 19. Jahrhunderts, 10 voll., Leipzig, Breitkopf und Härtel, 1900-1904; rist. anast. New York, Musurgia, 1946-1947; Graz, Akademische Druck- & Verlagsanstalt, 1959-1960.

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Premoli 1925
Orazio Premoli, Storia dei Barnabiti, 3 voll., Roma: Manuzio, 1913-1925

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