Conclusioni nel suono dell'organo
di d. Adriano Banchieri, bolognese, olivetano e organista di S. Michele in Bosco, novellamente tradotte e dilucidate in scrittori musici e organisti celebri. Opera vigesima. Alla gloriosa vergine e martire sanata Cecilia devota degli musici e organisti dedicata.
In Bologna, per gli eredi di Gio. Rossi, m.dcviiii [1609]. Con licenza de' superiori.
Sonetto dedicata a santa Cecilia, vergine e martire
Ecco umil servo a te,
vergine santa,
che col ginocchio in atto riverente
consacra acerbo
frutto di sua mente
sotto dolce ombra di
feconda pianta.
Ecco umil servo che in concerto canta
di quella che sprezzò
spontaneamente
le voluttà, i piaceri e, in
continente
col suo sposo, Iesù s'annida e
ammanta.
Dolce calandra, che
là su nel Cielo
organista se' tu di quelle elette
concertatrici
avanti il vero Iddio,
deh fa, ti prego, pausa a un core anelo,
e ottieni, benché indegno, a mani erette
che annesso sia tra quei concerti anch'io.
Predicazione di servo indegno
«Venite ad me omnes S. Matteo, xi qui
laboratis et onerati estis et ego resusciam vos». Sì come s. Cecilia, in udendo questa soave
armonia
per bocca di S.
Urbano, modulandosela al core ottenne la
sanità spirituale in
Valeriano e altri santi,
così di presente deh le piaccia, mediante quel divino volere, ottenere
la corporale
nel reverendissimo p. d.
Angiolo Maria Alchiggi,
abate generale olivetano, e a' s. p. r.
con tutti gli di lei devoti l'eterna felicità
nel santo paradiso.
Amen.
Origine della devozione che gli musici e organisti tengono alla gloriosa santa Cecilia, vergine e martire
«In salicibus in medio eius suspendimus organa nostra» dice il sereniss. re David. In questo luogo
Nicolò de Lira espone
«subtraxerunt ob omni carmine laetitie»,
e
Alessandro de Ales
«laetitie vel doctrinae» dove che
«cantantibus organis Cecilia virgo soli Deo decantabat»,
sì come abbiamo nella di lei
festività, intender devesi l'organo della voce umana, dearticolata,
essendo il proprio di essa il canto e non altrimenti il suono, e questo per
maggiore confermazione pronunziasi nell'inno di s.
Giovanni Battista
«organa vocis»,
e in
Iobbe «Organum meum in
vocem flenctium».
Lorenzo Surio, in
descrivendo la vita e martirio di s. Cecilia, racconta che mentre fu fatta la
sposa dagli suoi genitori in
Valeriano (qual poi fu
santo), mentre erano preparate le feste nozziali, ivi furono concertati suoni e
canti secondo l'usanza di quei tempi, ma la vergine che tutta ardeva in amor
divino, sprezzando quelle armonie e mondani piaceri, anelante rivolta al Cielo
cantava con la dolcezza cordiale sacre lodi al suo vero sposo Iesù
Cristo.
Appresso il
Metafraste,
Voragine,
Fiamma e altri scrittori autentici, non
trovasi nella di lei vita che suonasse organi musicali come da infinite pitture
viene significata, ed è cosa chiarissima, atteso che in quei tempi
gl'organi suonati per aquedotti
e con
mantici non erano praticati; e questo abbiamo nella seconda conclusione, che
quelli suonati per acquedotti furono praticati l'anno salutare 654 sotto
Vitaliano papa e
Costante
iii [sic] imperatore,
e
quello con mantici sotto
Benedetto papa
viii ed
Enrico santo, l'anno
1018;
ed essendo s. Cecilia l'anno 223 al tempo
di s. Urbano papa, imperante
Commodo (benché
l'illustriss. card.
Baronio nel Martiriologio dica che fu sotto
Marco Aurelio
Severo Alessandro) è dunque cosa chiara che nel
223 gl'organi musicali erano impraticati.
È però vero che gl'organisti e musici la tengano in particolare devozione, e dove e quando introdotta fosse è cosa da sapersi, e sì come realmente l'ho investigata io e ha del sicuro, così crederò che altri a quali forse non è noto caderanno in questa pia e devota credenza.
L'anno salutare 1513, sotto
Leone x e l'invittissimo
Carlo v imp. (sì come afferma
Giorgio Vasari nel lib. delle Vite di
pittori illustri, p. 3) visse il celebratissimo
Raffaello di Urbino, il
quale tra le industre
pitture ch'egli oprò, pinse questa gloriosa S. Cecilia,
ed essendo maraviglioso nelle invenzioni posegli un
organo in amendui le mani fracassato e rivolto verso il centro della terra, e
sotto gli piedi altri strumenti musicali quasi conclucati,
et ella rivolta alle armonie del Cielo con ciglio
pietosissimo tutta rapita di santo zelo par che dica: 'Gitene, gitene suoni,
canti e voi tutti mondani piaceri alla gran madre antica che io altro non bramo
solo essere assignata nella santissima cappella musicale tra quei musici e
organisti eletti vittoriosi gli quali concertano continoamente avanti il mio
dolcissimo sposo Iesù santo, santo, santo'.
Oh come bene inventò Raffaello, pigliando tal soggetto, essendo
l'organo quello che tra tutti gl'organici stromenti tiene il primo seggio,
dicendo Dionysius
Carthusianus «Organum primum locum tenet, quia manet in
ecclesia Christi militantis, ut laudes divinae exprimantur».
La copia di questa stupenda pala è sparsa in
diversi luoghi e in particolare una di
Guido Reni al presente pittore
dell'illustriss. car.
Borghesi;
allo illustriss. e reverndiss. card. di presente
vesc. di Cremona tenuta
in grandissima venerazione come sua particolar devota (chiaro testimonio il
maraviglioso sepolcro erettogli
in
Roma nella chiesa delle Reverende Madri di S. Cecilia, titolo di ss. ill. e
rever.);
un'altra simile viene effigiata nel
chiostro novello a otto facce entro l'onoratissimo monastero di S. Michele in
Bosco
per mano di
Alessandro Albini, discepolo di
Ludovico Carracci,
amendui bolognesi, e altre in altri luoghi. Il vero però originale
ritrovasi in Bologna nella chiesa dei rr. pp. di S. Giovanni in Monte, canonici
lateranensi, tenuto in grande stima e venerazione.
Sparso il grido in dissegno, visse nell'istesso tempo il celebre
Giovanni Antonio Vercellese, il quale
ritrovandosi nella città di Siena in occasione di certe opere, vennegli
in pensiero pignere una figura tale, ma sotto vario dissegno, cioè con
l'organo da lei quasi industremente suonato e con gioconda faccia in compagnia
d'un cherubino assimigliato al pellicano, che par che cordialmente
concertino quelle infinite melodie del Cielo.
A tale applauso gli musici e organisti senesi ogn'anno per tradizioni
agli 22 di novembre, giorno applicato da S. M. C. in onore di detta santa, concertano una messa
solenne nella cattedrale, ond'io dodeci anni sono mi ritrovai presente,
essendo arcives. l'illust. s.
Ascanio Piccolomini; la
qual cosa fu concertata con grandissimo concorso di virtuoso ridotto, essendo
maestro di cappella e organista
Andrea Feliciani e
Francesco Bianciardi, le
cui anime sieno a godere il frutto e merito in paradiso.
Gli musici milanesi ancor essi, per quanto mi viene referto, in tal giorno osservano tal pia consuetudine nella chiesa ducale di S. Maria della Scala; a questa devota concorrenza dovriano in tutte le città gli musici e organisti impiegarsi, e sì come (così non fosse) per lo più nascono emulazioni, prodotte o da invidia di sufficienza o avidità di guadagni o applauso di mondane lodi, così concordemente per onorare questa gloriosa S. Cecilia.
Dhe piacesse a Iddio che per beneficio comune queste mie maltessute parole fossero efficaci in tal devota concorrenza con gli musici senesi, milanesi e ferrarei (che pure nella di loro città osservano in S. Maria del Vado, chiesa degli rr. canonici dell'ordine di S. Salvatore questa devota consuetudine) acciò che tutti gli professori a lei devoti nel lasciare gli concerti transitori di quasta mondana vita sieno fatti degni nell'altra godere in sempiterno quelli che mai hanno fine.