Annotazioni
Sottinteso 'si presenta'; Banchieri parla di sé in terza persona.
Queste Conclusioni nel suono dell'organo.
La protezione di s. Cecilia.
Secondo la tradizione Cecilia chiese al marito Valeriano, il giorno stesso delle nozze, di conservarla in castità.
'Immediatamente', dal latino 'in continente tempore'.
Ovvero: 'con il suo sposo Valeriano, accoglie Gesù' (annida a sé e lo ammanta). Riferimento all'episodio per cui convinse il marito a convertirsi al cristianesimo.
Uccello noto per la qualità del canto. In maiuscoletto nella stampa, per evidenziare l'identificazione con s. Cecilia.
'Anelante'.
'Giunte'.
«Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi salverò» (Mt 11.28).
È un'antifona dei secondi vespri nella festa del Sacro Cuore di Gesù (venerdì delle iii sett. dopo Pentecoste):
Il cui testo è ripreso, con altra melodia, nell'Alleluia della messa:
Sottinteso 'sanità' (in contrapposizione a quella «spirituale» di Valeriano).
'Sua paternità reverendissima' (?).
Credo che il senso sia: Così come s. Cecilia ottenne con l'antifona Venite ad me la salvezza dello spirito nei confronti di Valeriano, così quella stessa antifona (più in generale la musica) potrà salvare il corpo dell'Alchigi, e augurare il paradiso a lui e a tutti i musicisti (devoti di s. Cecilia).
Secondo versetto del celebre salmo 136 Super flumina Babylonis: «Tra i rami dei salici appendemmo i nostri strumenti». La citazione, come si capisce più avanti, serve a dimostrare che la parola 'organum' non rimanda allo strumento, ma vuol dire genericamente 'strumento musicale' (un organo non può essere appeso a un albero).
S'intende 'a commento di questo passo'.
Supponendo 'ob' da leggersi 'ab': "si diffondevano gioie da ogni cantico".
Col significato di 'pertanto'.
L'antifona per la festa di santa Cecilia (22 novembre) recita:
Cantantibus organis Caecilia [virgo in corde suo soli] Domino decantabat dicens: Fiat domine cor meum et corpus meum immaculatum ut non confundar
Traduzione
(la parte fra quadre è solo nei responsori):
Mentre suonano gli
organi, Cecilia [vergine, nel suo cuore, solo] a Dio si rivolgeva dicendo: Sia
del Signore il mio cuore e il mio corpo immacolato e non avrò
timore.
Appena diversa la versione di Banchieri che, come dice più oltre, vuole sia letta: 'Con voce canora Cecilia non si rivolgeva altri che a Dio...'. In realtà la lettura di Banchieri si allontana ulteriormente dal senso originale del Passio Sanctae Caeciliae (ca. 500), da cui la tradizione agiografica:
Venit dies in quo thalamus collocatus est et cantantibus organis illa in corde suo soli Domino decantabat dicens ...
La tradizione moderna (ma anche quella secentesca come ricorda Banchieri
infra) colloca, sulla scorta del Passio, l'episodio dell'antifona
durante il suo matrimonio, dove i timori per la sua purezza sembrano entrare in
contrasto con gli strumenti della festa. Al contrario nell'antifona sembrano la
cornice sonora alla sua santità.
Una terza lettura che attualmente
circola on line ma che non trova conferme, vorrebbe che 'cantantibus' sia letto
'candentibus' (i 'candentes organi' [strumenti ustionanti] sarebbero
perciò memoria delle torture subite); la tesi è suggestiva e
meglio giustificherebbe i timori della santa di perdersi ("ut non confundar"),
ma entra tuttavia in contraddizione con il Passio che è origine
dei canti liturgici, e non effetto di una corruzione.
La terza delle cinque strofe di Ut queant laxis chiude con questo verso.
Gb 30.31: "[La mia cetra non dà più che accenti di lutto e] la mia zampogna voce di pianto".
Intende gli organi idraulici di cui parla Vitruvio (i sec. a.C.) nel De architectura, il cui trattato tuttavia Banchiera non sembra conoscere o preferisce non citare.
È Bartolomeo Sacchi, detto il Plàtina (1421-1481) che riconduce l'introduzione dell'organo al pontificato di Vitaliano seppur indica come data il 660; cfr. il suo Liber de vita Christi ac omnium pontificum (Venezia 1479), volgarizzato in Delle vite et fatti di tutti i sommi pontefici romani (Venezia 1543).
Non trovo dove Banchieri abbia tratto questa notiza poco probabile.
Col significato etimologico di 'ingegnose, accurate'.
La doviziosa descrizione di Vasari non riferisce la data (che Banchieri stabilisce al 1513) ma si limita a riferire in esordio:
Dopo essendo stato creato Lorenzo Pucci, cardinale di Santi quattro, sommo penitenziere, ebbe grazia con esso che egli facesse per San Giovanni in Monte di Bologna una tavola, la quale è oggi locata nella capella, dove è il corpo della beata Elena da l'Olio, nella quale opera mostrò quanto la grazia nelle delicatissime mani di Raffaello potesse insieme con l'arte. [Vite (1568)]
Nel 1513 Pucci fu fatto cardinale, ma Raffaello dipinse l'Estasi di S. Cecilia (v. fig.), a dire di Vasari, quando divenne 'sommo penitenziere', ovvero nel 1520. Curiosamente la scheda ufficiale della Pinacoteca di Bologna, ove oggi si trova il dipinto trasferito da S. Michele in Bosco, la data al 1513.
'Calpestati'.
«L'organo vanta il primo posto dal momento che, come esprimo le lodi divine, ha sede nella chiesa di Cristo militante»
Oggi la copia di Reni è a Roma nella chiesa di S. Luigi dei Francesi.
Ci si riferisce alla santa.
Paolo Emilio Sfrondati nel 1599 fece riesumare il corpo della santa conservato nella Basilica di S. Cecilia in Trastevere (che Banchieri chiama "delle Revendi Madri") e incaricò Stefano Maderno di riprodurne in marmo l'esatta posizione:
La straordinaria scultura (o «sepolcro») orna l'altare della chiesa; all'ingresso della stessa trionfa il monumento funerario dello Sfrondati (1618, a cui certo non può riferirsi Banchieri) che accoglie bassorilievi raffiguranti la santa:
Il monastero di S. Michele in Bosco (Bologna) è quello in cui risiederà Banchieri dal 1609 e dove nel 1615 fonderà l'Accademia dei Floridi poi, sotto la direzione di Girolamo Giacobbi, detta dei Filomusi (1625).
Il chiostro ottagonale, detto «novello» perché fu eretto nel 1603, è decorato con una serie di affeschi della bottega di Ludovico Carracci e Guido Reni raffigranti le storie di S. Benedetto e S. Cecilia.
S'intende il dipinto di Raffello; nell'Ottocento è stato trasferito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, al suo posto, nella cappella di S. Cecilia della chiesa di S. Giovanni i Monte c'è una copia di Clemente Alberi (1861).
Di Raffaello.
'Sua maestà cattolica' (e non 'cesarea'): Siena era città del Granducato di Toscana e, sebbene feudo imperiale, la Toscana era vassalla del re di Spagna, in quegli anni Filippo iii.
Dai registri olivetani studiati da Capaccioli sappiamo che Banchieri fu organista a Siena fra il 1593 e il 1594, e quindi non si tratta di «dodeci» anni, ma 14 o 15.