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Ludus Danielis

Davide Daolmi © 2009

 

 

Daniele | Agiografia | Struttura del Ludus | Bibliografia | Esecuzioni moderne | Appendice

 


Nell'immagine: Michelangelo, San Daniele profeta, Roma: Cappella Sistina

Il Ludus Danielis è, con lo Sponsus, il più antico dramma latino di cui sopravviva la musica. Databile intorno al 1130 (ma la musica superstite è di un secolo dopo), ricorda alcuni episodi della vita del profeta Daniele. Sopravvivono due diversi ludi certamente dipendenti (diverso il testo ma simile la struttura). Il primo è quello di Ilario d'Orléans e il secondo, interamente musicato, è quello degli studenti di Beauvais.

Daniele

Daniele è deportato a Babilonia. Per la sua saggezza conquista la fiducia del re Nabucodonosor e diventa funzionario di corte ed interprete dei sogni del re. In seguito il re persiano Dario apprezza i suoi consigli i nemici lo fanno cadere in disgrazia ed il re è costretto a gettarlo in pasto ai leoni. Fedele a Dio, Daniele evita miracolosamente il supplizio e si vede graziato.

Questa è la sintesi biografica di Daniele narrata nel libro omonimo (Vecchio Testamento) e ripresa nel Ludus. Daniele è anche uno dei quattro profeti maggiori (con Isaia, Geremia, Ezechiele). Due episodi della storia di Daniele, presenti nel Ludus, sono scolpiti da Bernini nella cappella Chigi della chiesa di Santa Maria del Popolo.

Bibbia

Le notizie su Daniele non provengono da nessun'altra fonte storica se non il Libro di Daniele. Ma un Daniele, quale emblema di saggezza e probità dovette esistere, se anche Ezechiele lo ricorda (14.14-20, 28.3).

Daniele è calato in uno scenario storico solo in parte coerente, almeno in riferimento alle date: si fa riferimento a quando Nabuccodonosor, re di Persia, occupa Gerusalemme («Nell'anno terzo del regno di Joiachim, re di Giuda...», Dn 1.1), e in occasione dell'ultima visione («Nell'anno terzo di Ciro, re di Persia...», Dn 10.1). Il terzo anno di Joiachim è il 606 a.C. (primo tratto rosso), ma Nabuccodonosor conquistò Gerusalemme molto più tardi, nel 587 a.C. (secondo tratto rosso), del resto nel 606 non era ancora re. Dal momento che l'anno terzo di Ciro è il 536 (terzo tratto) si possono fare due ipotesi (fasce in azzurro in basso):

È pertanto più probabile il 587 come data di deportazione, rispetto al 606. Quando in Dn 2.1 si parla del secondo anno del regno di Nabuccodonosor si può supporre s'intenda dopo l'occupazione del regno di Giuda (assumendo la Persia nuovi confini), in questo modo le due date (587 e 536) sono più ragionevolmente ravvicinate..

Le apparenti incongruenze storiche del libro si spiegano col fatto che il libro assume la sua forma compiuta nel II sec. a.C. e l'autore usa le profezie di Daniele, collocato apposta tre secoli prima, per raccontare la storia della Persia successiva alla morte di Ciro il Grande (530 a.C.) dominata da Dario (†485 a.C.) e dal figlio Serse (†465 a.C.), Alessandro Magno (†323 a.C.) etc.

Il libro, con particolare riferimento alla sezione profetico-apocalittica, era destinato a rincuorare la persecuzione giudaica sotto il regno di Antioco IV Epifane (†168 a.C.) discendente di Seleuco.

Struttura

Il Libro, com'è nella Bibbia ebraica, si divide in due parti ben ordinate: sei fatti, e quattro visioni profetiche. Nella Vulgata latina fanno seguito, come appendice, l'episodio di Susanna (13) e i racconti di Bel e del Dragone (14), parti deuterocanoniche.

sezione protocanonica
Sei episodi della vita
Libro i a – Deportazione e saggezza di Daniele
Libro ii b – Sogno di Nabuccodonosor spiegato da Daniele
Libro iii c – Salvati da Dio tre discepoli di Daniele gettati nella fornace
Libro iv d – Punizione e pentimento di Nabuccodonosor
Libro v e – Scritta divina apparsa a Badassarre e interpretata da Daniele
Libro vi f – Daniele, calunniato e gettato nella fossa dei leoni è salvato da Dio
Quattro visioni
Libro vii a – Primo anno di Baldassarre: apparizione delle quattro bestie
Libro viii b – Terzo di Baldassarre: montone (Serse) vinto dal capro (Alessandro)
Libro ix c – Primo di Dario il Medo: destino di Babilonia e il numero 70
Libro x dTerzo anno di Ciro: apparizione dell'uomo vestito di lino
Libro xi – La lotta fra i re del nord e del sud
Libro xii – Salvezza dell'uomo
appendice deuterocanonica
Libro xiii – Susanna e i Vecchioni
Libro xiv – Bel e il Dragone

Agiografia

Sebbene le quattro visoni dal sapore apocalittico caratterizzino il Libro, di fatto sono gli episodi della vita del santo ad essere entrati nell'immaginario comune, in particolare per i facili parallelismi con la vita di Cristo. Infatti gli episodi significativi della vita del santo sono:

Il sogno di Nabuccodonosor (lib. 2) · Un sogno spaventa il re babilonese che pretende sia raccontato e spiegato dai suoi maghi: una statua di vari metalli e i piedi d'argilla distrutta da un sasso che si trasformerà in montagna. Daniele racconta e spiega il sogno: vari regni si succederanno ma poi tutto sarà spazzato via dal popolo di Dio. Da qui l'improprio modo di dire 'gigante dai piedi d'argilla'.

I tre giovani nella fornace (lib. 3) · Tre discepoli di Daniele che si rifiutano di onorare l'immagine di Nabucodonosor sono gettati nel fuoco e salvati da Dio. Elemento iconografico ricorrente a dove i tre discepoli sono detti a volte 'giovani', 'ebrei', 'bambini' etc. e i cui nomi possono cambiare a seconda della tradizione.

Arte cristiana su sarcofago | altro esempio (inizio IV sec. d.C.), Musei Vaticani, Museo Pio Cristiano.

Il convito di Baldassarre (lib. 5) · Baldassarre (come tale si conosce un figlio di Nabodono) durante un banchetto beve nelle coppe rubate al Tempio di Gerusalemme. Improvvisamente una mano compare nel cielo e scrive: «mane, tecel, fares» (contato, soppesato, diviso). Daniele spiega che i giorni di Baldassarre sono 'contati', che il suo operato è stato 'soppesato' e che il suo regno è 'diviso' e pertanto finirà a breve. Baldassarre muore il giorno dopo.

L'episodio – il primo ricordato nel Ludus Danielis – ha particolare successo a partire dal Seicento. Celebre sono il Convito di Baldassarre di Rembrandt (1635) e il Convito di Baldassarre di Mattia Preti (1657, Napoli: Capodimonte). In tempi moderni Belshazzar's feast di John Martin (1789-1854). In musica è noto l'oratorio Belthazzar di Handel (1744), e più tardi Belshazzar's Feast di William Walton (1902-1983). L'episiodio del banchetto di Baldassarre con tanto di apparizione di Daniele che interpreta i segni è anche in Ciro in Babilonia (1812) di Rossini — Il motto è stato ripreso nel film Il destino di un cavaliere (2001) con un'insolita colonna sonora | trailer.

Daniele nella fossa dei leoni (lib 6 e lib. 14) · L'episodio di Daniele gettato nella fossa dei leoni e tuttavia scampato al martirio è raccontato due volte e per due ragioni diverse: prima in conseguenza dell'invidia dei cortigiani di Baldassarre (lib. 6), poi per condannato due idoli babilonesi, Bel (Baal) e il drago (lib. 14). E' solo in questo caso che Daniele è salvato da Abacuc e l'angelo (vide infra), tuttavia il Ludus, pur facendo certamente riferimento ai leoni di Baldassarre, fa salvare Daniele da Abacuc. L'elemento sincretico si esplicita solo nel Ludus perché l'iconografia, che spesso affianca i leoni di Daniele con Abacuc, potrebbe semplicemente riferire dell'episodio di Bel e del drago.

Arte paleocristiana: Roma, catacomba di via Anapo | Arte romanica: bassorilievo nella Cattedrale di Oristano | Rubens, Daniele nella fossa dei leoni, (1615) National Gallery of Art (Washington).

Susanna e i vecchioni (lib. 13) · A partire dal Seicento è il più celebre dei due episodi deuterocanonici (per l'alibi erotico), solo ricordato nel Ludus, mette in luce la saggezza di Daniele. Questo è l'episodio che individua Daniele come saggio giudice (e come tale sarà ricordato nel Mercante di Venezia di Shakespeare).

Abacuc con l'angelo (lib. 14) · Sempre legato alla fossa dei leoni è, forse per la sua fantasmagoria (Abacuc trasportato dall'angelo per i capelli dalla Galilea a Babilonia), è rappresentato fin dai primordi dell'arte cristiana. Celeberrime le due sculture di Bernini.

Arte paleocristiana: Venezia, edicola in Campo Ss. Giovanni e Paolo | Arte romanica: capitello nell'abbazia di Sant'Antimo | Pietro Novelli, Daniele nella fossa dei leoni, (1629, affresco, m. 7,50 x 2,80, refettorio dell'abbazia di San Martino delle Scale, prov. Palermo) | Alessandro Vasta (1724-1793), Daniele nella fossa dei leoni (olio su tela, cm. 120 x 110), Pinacoteca Zelantea, Acireale (CT)

Struttura del Ludus

Della versione di Beauvais: testo e traduzione di Davide Verga.

A conferma della correlazione fra i due testi (peraltro diversi) è l'organizzazione pressoché inalterata della struttura scenica che testimonia di un modello del Ludus ampiamente condiviso.

[prologo] – Prologo in cui si riassume la vicenda di Daniele [sequenza I]
 

parte prima

[scena 1: Balthasar] – Balthasar siede in trono e la corte lo omaggia [sequenza II]
– Balthasar chiede i vasi portati via dal tempio di Gerusalemme
– La corte glieli porta cantando
[scena 2: apparizione] – Una mano scrive sul muro · Balthasar chiama gli indovini
– Giunti gli indovini Balthasar chiede spiegazioni
– Gli indovino confessano di non capire
[scena 3: regina] – Avvicinandosi la regina se ne cantano le lodi
– La regina consiglia il re di rivolgersi a Daniele
– Il re fa cercare Daniele
[scena 4: Daniele] – I cortigiani incontrano Daniele e gli chiedono di aiutare il re…
– e lo portano a corte
[scena 5: interpretazione]     – Il re chiede a Daniele di spiegare l'accaduto
– Daniele spiega
[scena 6: trionfo] – Il re innalza Daniele di grado…
– e ordina che siano allontanati i segni di sventura
– Lode alla regina mentre si tolgono i vasi
 

parte seconda

[scena 1: Dario] – Ingresso di Dario e festa della sua corte
– Dario ammira la saggezza di Daniele e chiede di cercarlo
[scena 2: Daniele] – I messi chiedono a Daniele di venire alla corte di Dario
– I messi conducono Daniele da Dario
– Dario eleva Daniele di dignità
[scena 3: invidiosi] – Gli invidiosi ricordano a Dario che deve essere onorato come dio
– Daniele prega e gli invidiosi ricordano al re il suo ordine…
– che Daniele non osserva pregando Dio
– Dario difende Daniele ma invano
[scena 4: condanna] – Gettato nella fossa dei leoni Daniele prega
[scena 5: Abacuc] – Un angelo sollecita Abacuc a salvare Daniele
– L'angelo trasporta Abacuc da Daniele
– Daniele ringrazia Dio
[scena 6: morale] – Riportato Abacuc, Dario vede che Dio ha aiutato Daniele
– Dario libera Daniele e punisce gli invidiosi
– Disperazione degli invidiosi
– Parole di Daniele
[epilogo] – Te Deum

Materiali

Ludus Hilarii

Del Ludus di Ilario sopravvive il solo testo, unicum in F-Pn, Ms. lat. 11331, cc. 12v-16r — Edito per la prima volta da Champollion 1838 (fratello cel celebre egittologo); seguirono altre edizioni fra cui Bulst 1989 — In traduzione italiana è stato pubblicato in Franceschini 1960.

Ludus Belouacensis

Del Ludus di Beauvais si ha l'unicum di una versione interamente notata in GB-Lbl, Egerton 2615, cc. 95r-108r — La prima edizione (testo e musica) e di Coussemaker 1860, a cui sono seguiti: Greenberg 1959 (con la vicenda racconta da Auden), Brown 1978, Ogden 1996, Schembri 2003 — Edizioni del solo testo sono quelle di Young 1933, Avalle 1984 [testo] e Bulst 1989 — La prima traduzione italiana edita è quella di Zizza in Schembri 2003. Ora, più affidabile, è qui pubblicata quella di Davide Verga.

A parte le innumerevoli esecuzioni del vivo (solo occasionalmente trasformate in Cd), dal 1976 a oggi si contano una dozzina d'incisioni audio e un video di un gruppo rock. Qui si dà conto in forma sinottica di tutto quello che è stato possibile raccogliere.

Bibliografia

Champollion 1838
Hilarii versus et ludi, a cura di Jacques-Joseph Champollion-Figeac, Lutetiae Parisiorum: apud Techener, 1838 [xv + 61 p.]

Coussemaker 1860
Edmond de Coussemaker, Drames liturgiques du moyen age : texte et musique, Paris: Rennes, 1860; rist. anast. New York: Broude Brothers, 1964; Geneve: Slatkine reprints, 1975.

Young 1933
Karl Young, The drama of the medieval church, 2 voll., Oxford: At the Clarendon press, 1933; rist. 1951.

Greenberg 1959
The play of Daniel: a 13th century liturgical drama, a cura di Noah Greenberg, narrato da W.H. Auden, New York: Oxford University Press, 1959.

Based on the transcription from the British Museum Egerton 2615 by Rev. Rembert Weakland Preface by E. Martin Browne, translation of the Latin text by Jean Misrahi, notes on staging by Nikos Psacharopoulos, notes on the costumes by Robert Fletcher [I-Mc]

Franceschini 1960
Hilarii Aurelianensis versus et ludi, epistolae · Ludus Danielis Belouacensis, a cura di Walther Bulst e M. L. Bulst-Thiele, Leiden: E. J. Brill, 1989.

Brown 1978
The play of Daniel: a 13th century liturgical drama from Beauvais Cathedral, a cura di Mark Brown, Ilkley (West Yorkshire): Pro Cantione Antiqua, [1978].

Avalle 1984
D'Arco Silvio Avalle, Il teatro medievale e il Ludus Danielis, Torino: Giappichelli, 1984.

Bulst 1989
Hilarii Aurelianensis versus et ludi, epistolae · Ludus Danielis Belouacensis, a cura di Walther Bulst e M. L. Bulst-Thiele, Leiden: E. J. Brill, 1989.

An edition of the works of Hilarius, including letters and poems. An appendix by Mathias Belitz discusses ms GB-Lbl Egerton 2615 and the Beauvais Daniel play. Comparison of the two versions of the Daniel play (Hilarius's in ms F-Pn lat. 11331, the Beauvais version in GB-Lbl Egerton 2615) suggests that the dramatization by the students of Beauvais relied heavily on Hilarius's version.

Ogden 1996
The play of Daniel: critical essays, a cura di Dumbar H. Ogden, musica trascritta da A. Marcel J. Zijlstra, Kalamazoo: Medieval institute publications · Western Michigan university, 1996.

Introduction - Invites consideration of the interpretative margins that confront those who would per-form medieval liturgical dramas. Even though fundamental questions remain as to the music and its performance, the problems connected with staging are far larger. Nevertheless, certain eras have more affinity with the modern experience than others, and one of these may be the Middle Ages. The frequency of recent performances of medieval plays and music reveals perhaps our longing for the simple purity of liturgical chant, the possibility of belief, and a secure identity. A staging of Ludus Danielis at the Cathedral of Christ the King, Kalamazoo, Michigan in 1994 by the ten-member Quem Quaeritis, a Dutch group, is described. Special attention is devoted to what has been learned about performing medieval liturgical drama with integrity.
Ogden, The staging of the Play of Daniel in the twelfth century - An examination of the evidence concerning the probable theatrical conditions at Beauvais Cathedral in the 12th c. The areas of inquiry involve the architecture of the cathedral, the liturgical calendar, and the scholastic community at Beauvais.
Richard K. Emmerson, Divine judgment and local ideology in the Beauvais Ludus Danielis
Audrey Ekdahl Davidson, Music in the Beauvais Ludus Danielis - A discussion of the music for Ludus Danielis, in liturgical and dramaturgical context and borrowing Margot Elsbeth Fassler's hypothesis that the play was intended to reform the behavior of the secular clergy and minor orders at the end of the calendar year, and to combat their lewd frivolity during the Feast of Fools. The events of the drama are considered in sequence with attention to the characterizing function of individual pieces of music and to the overarching pattern of the music as a whole.
Fletcher Collins Jr., The play of Daniel in modern performance - A survey of modern revivals of the Ludus Danielis, beginning with the epochal version by Noah Green-berg and the New York Pro Musica in 1958, which adapted the play as preserved in GB Lbm MS Egerton 2615 by adding much newly invented textual material and introducing instrumental music from other sources. This flamboyant staging in the Romanesque hall of The Cloisters was praised by New York theater critics such as Brooks Atkinson of the New York times, who proclaimed it an 'hour-long invo-cation to glory'. Practical interest in the Ludus Danielis, reflected in some 20 different modern productions, far outstrips the attention given the work by scholars, who find its liturgical connections problematic.
A. Marcel J. Zijlstra [edizione e facsimile] - A transcription of the music and words for Ludus Danielis, preserved in GB-Lbm MS Egerton 2615. The version served for a staging of the play in 1994 under the auspices of the 29th International Congress on Medieval Studies, Kalamazoo, Michigan. The editorial commentary discusses the rhythmic interpretation made of the chant notation. A facsimile of the original source is appended.

Schembri 2003
Ludus Danielis, a cura di Marcello Schembri, traduzione di Giuseppe Zizza, Firenze: L. S. Olschki, 2003.

Esecuzioni moderne

1958
Greenberg
1975
Wulstan
1976
Clemencic
1978
Brown
1980
Mustonen
1983
Szendrei
1986
Renz
1993
Popp
1996
Deschamps
1997 1997
L.-King
2007
Lyons
2008
Vanden Plas
 
 
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            [introduzione]
          | Ad honorem tui, Christe
    | |     | |     | Astra tenenti [p]
        | |     | Rex, in eternum vive!
    | |     |     | Iubilemus regi nostro [p]
        |   | Ecce... / Vocate mathematicos
    |     | |     | | Rex... / Nescimus persolvere
    |       | Cum doctorum et magorum [c]
    | |     |   | Rex... / Ut scribentis
    |       | Vos Danielem... / Vir propheta
    | |     |     | | | Multum mirum
    | |     |     | Hic versus Dei famulus [c]
        | |     | Rex... / Tunc Daniel nomine
    |     |     | Rex, tua nolo munera!
    | |     | |   | | Qui sic solvit latentia
    |     | |     | Rex... / Tolle vasa, princeps
    |         | | Solvitur in libro Salomonis [c]
    | |     |   | Regis vasa referentes [c]
                        [strumentale]
          | Ecce rex Darius
    |     |   | Rex.../ Audite, principes
    | |     |     | Ex regali venit imperio
    |     |   | G'en vois... / Congaudentes [c]
    | |     | |     | Quia novi te callidum
    | |       | | Rex... / Decreverunt
    | |     | |     | Ego mando et remando
                      [strumentale]
    |     |   | Nunquid, Dari, observari
    |     |     | Heu, heu, heu, quo caso sortis
                        [strumentale]
    | |     |     | Deus quem... / Huius rei
                        [inserto: Perotinus]
    |     |   | Abacuc, tu, senex pie
    |     |     | Te ne putas, Daniel
    |     | |     | | Danielem educite / Merito
    |     | |     | Deum Danielis, qui regnat
    |     |     | | Ecce, venit sanctus ille
    | |     |   | Nuntium vobis fero
                  Te Deum laudamus

Appendice

Beauvais, Cattedrale di Saint Pierre

Beauvais: Cittadina a 70 km a nord di Parigi. Citata per la prima volta da Cesare (De bello gallico ii.13) come Bratuspanzium (qui si erano asserragliati i Bellovaci prima di essere sconfitti, 57 a.C.) fu in seguito chiamata Cesaromagnus e poi Bellovacum.

Cattedrale di Saint Pierre: Cominciata un secolo dopo la prima stesura del Ludus Danielis (ma in concomitanza della seconda), se mai fosse stata terminata sarebbe stata la più grande di Francia.

ix sec. – creazione della contea
x sec. – erezione cattedrale carolingia, costituzione di un centro scolastico
1013 – contea sotto la giurisdizione del vescovo
1130 ca – probabile composizione del Ludus Danielis
xii sec. – il vescovo diventa pari di Francia
1230 caredazione del ms del Ludus Danielis
1238 – erezione della nuova cattedrale
   

Roma, Santa Maria del Popolo

La chiesa di Santa Maria del Popolo dà il nome alla celebra piazza che circonda l'obelisco Flaminio ivi trasportato dal Circo Massimo per volere di Sisto V (1589) e fulcro delle attuali vie Babuino Corso e Ripetta (tridente).

  

La chiesa (nella foto sopra in basso a sinistra) fu eretta sulla tomba di Nerone in seguito al successo della I crociata (1099), e prese il nome dal vicino boschetto di pioppi (populi). Assunse la pianta attuale verso il 1500 e in quell'occasione Raffello disegnò, per volere di Agostino Chigi, la più prestigiosa cappella della chiesa (nella pianta quella più grande entrando a sinistra). La Cappella Chigi fu completata per volere di un'altro Chigi, papa Alessandro VII (1655-1667), per opera di Bernini.

  

Di Bernini sono anche le sue statue che ornano la cappella, Daniele e il leone (prima a sinistra) e Abacuc e l'angelo (seconda a destra), che raffigurano episodi tratti dal Libro di Daniele. Il dito dell'angelo, che indica ad Abacuc la sede di Daniele (che non viene mangiato dal leone per la sua fede in Dio), è riletto in Angeli e demoni di Dan Brown come l'indizio per poter raggiungere il secondo «altare della scienza» (cap. 69).