Carmina Burana: ricerche sulla musica

Rumor letalis

cb 120

Il carme è stato fin da subito (Piper 1877) percepito come rivolto ad una donna. Anche Symonds 1884, che offre la traduzione metrica in inglese (senza latino), lo vuole rivolto a una «unworthy woman», e soprattutto ritiene che il brano abbia una «complicated melody», con un tema per i primo 8 versi, un secondo più accelerato per i successivi 4 versi, e un terzo per gli umtimi 5 versi. I primi 8 versi sarebbero «composed neither of exact accentual dactyls nor yet of exact accentual anapaests, but offer a good example of that laxity of rhythm permitted in this prosody for music». Ritiene infine che ci sia una somiglianza con When we two parted di Byron [info | ita].

Allen 1901: 86, ascrive Rumor letalis a un gruppo di 7 carmi dai CB di origine francese: «Non ci sono riferimenti alla scuola o all'insegnamento, nessuna tradizione classica o immagine mitologica, nessuna figura astratta del discorso. E' diretto e armonioso come pochi carmi latini mai scritti, uno dei pochi poemi medievali dove la lingua di Roma fluisce tranquilla e vivida come parlata da un autore augusteo ... il poema appare troppo solido e sofisticato, troppo gelungen per essere scritto da un poeta tedesco ... un poema così spontaneo nelle emozioni, così flessibile nel metro che Symonds lo paragona a Byron» (pp. 88-89). Alle poi ne paragona la qualità a Quid luge lirice di Ugo Primate (Hugues d'Orléans). E' l'unico a non identificare il sesso del destinario, rivolto a un «faithless companion» (p. 90).

Rossi 1979: 214 considera i versi tipici della goliardia e li paragona a CB 121 che invece sono satirici: « Spensierati e gaudenti, i goliardi mostrano cognizioni appena elementari di psicologia femminile, né si dan pena di approfondirla, lontani come sono dalle alchimie dei cortesi e della lirica mediolatina. Così finiscono per non dedicare bastevoli attenzioni ai problemi delle loro donne, e con rozza semplificazione le elevano a creature adorabili, se tutto va bene, ma le riducono a meretrici, appena ne perdono l'amore».

Dronke 1986: «... Rumor letalis, che due critici americani hanno segnalato giustamente come una delle vette poetiche dei CB [*]. Rumor letalis è un testa affatto unico per intenzione poetica: non appartiene alla corrente idealizzante, dove le canzoni esaltano amore e desiderio e dolore amoroso, ma neppure si riallacia alle celebrazioni del godimento sensuale, ne alla tradizione più cruda della satira misogina. Qui il poeta ci mostra un amante che se la prende con la donna che ha amato e perduto; ma, secondo la mia interpretazione, questo monologo lirico è il ritratto di un amante illuso da se stesso. Credo che il poeta cerchi apposta di alienarci dal suo personaggio, dando una dimostrazione drammatica di come una gelosia amorosa possa manifestare non solo amara ironia, ma anche isteria, autocommiserazione, insensibilita fredda e crudele ... Non conosco niente di paragonabile a questa rappresentazione di un'ossessione erotica nella lirica d'amore latina del XII secolo».

In merito alla variante Humor/Rumor, Walsh 1993 invert B con S, errore conservato in Bisanti 2018.

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[*] D.S. Carne-Ross e J. Sullivan nella recensione a The Penguin book of Latin verse apparsa su Arion, i/4 (1962): 97, lamentando la mancanza di Rumor letalis lo dicono «very remarcable».

Fonti

B München, Bayerischen Staatsbibliothek, Clm. 4660 (Carmina Burana), f. 50v ca 1230 info
S Stuttgart, Württembergische Landesbibl., HB I. 95, ff. 77v-78r xiii sec. info  

Contrafactum

F Firenze, Biblioteca Laurenziana, Pluteus 29.1, f. 429rv xiii sec. info

 

Legenda — Testo:   Edizione   Riferimento | Musica:   Edizione Alte clamat  Riferimento

    B S   F
Schmeller 1847 169] #83 come Humor letalis      
Peiper 1877 114] con il titolo Ad perfidam      
Symonds 1884 123] #40 trad. metrica ingl. + nota sulla forma      
Delisle 1885 131] indice del fasc. di F      
Wustmann 1891 334-335] prima descr. di S e corr. di Humor in Rumor      
Dreves 1922 [1895] 20.129] #185      
Allen 1909 80-90] come Rumor letalis + forma da Symonds (p. 88)    
Allen 1931 268, 271] ed. + trad. (attr. il testo ad Abelardo)      
Raby 1934 ii.274] ed. come The faithless woman (da Catullo)      
Hilka-Schumann 1970 [1941] ii.200] ed. critica    
Dronke 1966 302] associata a Dulce solum ("lover's farewell"), da Catullo    
Massa 1979 130, 214] sulla misoginia      
Dronke 1986 134-136 (ed. 1997)]    
Anderson 1988 vi.49]      
Rossi 1989 155, 289] trad. it., accoglie l'attr. ad Abelardo      
Gillingham 1993 281] ed. amensurale      
Walsh 1993 150] ed.      
Dronke 2000 pdf]    
Payne 2001 sulla rarità della forma metrica      
Marrani 2007 14] riferimento alla misoginia      
Bisanti 2011 112] riprende Raby e Massa      
Gianola 2011 6-7] sulla personificazione ("palpebre") della Fama    
Bisanti 2018 pdf]      

Testo

Interventi taciti: maiuscole, apostrofi e punteggiature resi secondo l’uso moderno; sciolte le forme tachigrafiche; adeguato l’uso di h; uniformata l’oscillazione ci/ti, f/ph, i/j/y, u/v; conservati i dittonghi semplici (ae/oe > e); semplificati i nessi mediolatini (mpn > mn); corrette scempiature, geminazioni ed errori non significativi.

i. Rumor letalis | me crebro vulnerat
meisque malis | dolores aggerat.
Me male multat | vox tui criminis,
que iam resultat | in mundi terminis.
Invida Fama | tibi novercatur:
cautius ama, | ne comperiatur.
Quod agis, age tenebris | procul a Fame palpebris.
Letatur amor latebris
et dulcibus illecebris | cum murmure iocoso.
ab
ab
cd
cd
ef
ef
gg
g
gx
òooòo–|òooòoo
id.
id.
id.
òooòo|òoooòo
id.

oòoòoòoo|oòoòoòoo
oòoòoòoo
oòoòoòoo|oòoòoòo
Pettegolezzi mortali | spesso mi feriscono
e ai miei mali | aggiungono dolore.
Mi condanna a patire | la voce dei tuoi crimini
che già si diffonde | ai confini del mondo.
Un fama invidiosa | ti è ostile:
ama con cautela | per non essere controllato.
Cio che fai, fallo al buio | ed evita gli occhi della Fama.
L'amore s'allieta del segreto
e di dolci lusinghe | con giocoso sussurro.
Spesso mi arrivano notizie che mi fanno soffrire atrocemente
e agiungono nuovo tormento ai miei vecchi mali.
Mi amareggia la fama della tua immoralità
che ormai si è diffusa in ogni luogo.
Le lingue dei maligni sparlano di te; nell'amore cerca
di essere più cauta, per non offrire occasione di pettegolezzi!
Ciò che fai, fallo di nascosto, lontano dagli occhi delle malelingue!
L'amore è fatto di segreti, di dolci carezze
e di parole affettuose appena sussurrate.
ii. Nulla notavit | te turpis fabula,
dum nos ligavit | amoris copula.
Sed frigescente | nostro cupidine
sordes repente | funebri crimine.
Fama letata | novis hymeneis
irrevocata | ruit in plateis.
Patet lupanar omnium | pudoris in palatium,
nam virginale lilium
marcet a tactu vilium | commercio probroso.
    Nessuna turpe storia ti ha riguardato
mentre l'unione dell'amore ci legava.
Ma, raffreddatosi il nostro desiderio,
ecco subito sordidi crimini funesti.
ALa Fama, allietata con nuovi imenei,
senza freni si diffonde nelle piazze.
Si vede un lupanare pubblico nel palazzo del pudore,
mentre il giglio virginale
marcisce dal contatto dei vili per infamante commercio.
Nessuna maldicenza ti ha colpito,
mentre l'amore ci teneva uniti.
Ma quando la passione io noi è venuta meno,
ti sei subito macchiata della colpa più infamante.
La gente è contenta quando sparla dei tuoi nuovi amori
e ne diffonde la notizia nelle piazze.
ll tempio del pudore è diventato un lupanare
e la tua purezza di fanciulla si è guastata nei continui rapporti
di un commercio vergognoso.
iii. Nunc plango florem | etatis tenere,
nitidiorem | Veneris sidere,
tunc columbinam | mentis dulcedinem
nunc serpentinam | amaritudinem.
Verbo rogantes | removes hostili,
munera dantes | foves in cubili.
Illos abire precipis | a quibus nichil accipis,
cecos claudosque recipis,
viros illustres decipis | cum melle venenoso.
    Or piango il fiore della tenera età,
il risplendere della stella di Venere [della sessualità],
mentre la dolcezza di colomba della mente
è ora amarezza di serprente.
Trascuri con parole ostili chi ti prega,
accogli nel letto chi ti offre doni,
pretendi allontanare quelli da cui non trai nulla,
accetti cechi e zoppi,
illudi uomini illustri con miele velenoso.
Non mi resta ora che piangere il fiore della tua giovane età
che splendeva più luminoso della stella di Venere,
e quella tua docezza di colomba
che ora si è trasformata in veleno di serpente.
Tu allontani con parole ostili chi ti prega appassionato,
mentre accogli nel tuo letto chi ti compra con i doni.
Respingi quelli da cui non trai profitto,
ricevi invece ciechi e zoppi, e inganni uomini degni di rispetto
col tuo male velenoso.
        [trad. Rossi 1989]
Vincit amor quemque sed numquam vincitur ipse        

i.1. Rumor ] Humor B — crebro vulnerat ] vulnerat crebro B

testo

Contrafactum

i. Partus semiferos | lunas concurrere
nobis non superos | curam impendere
sed solum inferos | velle disponere
non miror miseros | velle sic vivere
ab
ab
ab
ab
òooòoo|òooòoo
id.
id.
id.
Parti semiferini, apparire di lune:
non gli dei si prendono cura di noi
ma solo gli inferi vogliono disporne.
Non mi meraviglio che gli infelici vogliano vivere così.
Parti semiferini il cozzare delle Lune,
ché i Celesti non si prendono cura di noi,
ma solo gli Inferi ne vogliono disporre,
non mi meraviglio che gli infelici così vogliano vivere.
R. Tantalizant singuli | singulorum singula:
ignorantes emuli | quid sit virtus emula
cd
cd
òoòoòoo|òoòoòoo
id.
Ciascuno, come Tantanto, desidera invano le sigole cose di ciascuno:
emulatori che ignorano di qual sia la virtù da emulare
Tutti soffrono come Tantalo rivali l'uno dell'altro
ignorando che cosa sia la virtù da emulare.
ii. Reddit prosperitas | solemne vitium,
expirat probitas | virtutis pretium,
gaudet antiquitas | cum Bruto Laelium
ad res sollicitas | habere socium.
    La prosperità fa solenne il vizio
muore l'onestà, prezzo della virtù,
l'antichità gode che Bruto e Lelio
siano coinvolti in cose inquietanti.
La prosperità rende illustre il vizio,
muore l'onestà premio della virtù,
l'antichità gode di avere Lelio con Bruto,
compagni per le fatiche.
R. Tantalizant...        
iii. Prostat iudicium | alget iustitia,
sibi dominium | usurpant vitia.
Videntur omnium | ex factis paria
virtus et vitium | cum sint contraria.
    Si svende la ragionevolezza, la giustizia si congela,
i vizi s'impossessano del potere.
Dai fatti tutto sembra uguale,
vizio o virtù, quando invece sono contrari.
Si prostituisce il giudizio, la giustizia ha freddo,
i vizi usurpano per sé il dominio
delle azioni di tutti sembrano pari
la virtù e il vizio, mentre sono contrari.
R. Tantalizant...        
        [trad. Boriolo 2004]

La prima strofa è derivata da In Eutropium di Claudiano, un'invettiva contro il console Eutropio (+399) in cui, come mostra Long 1996: 107 ss l'argomento forte è la sua immoralità di eunuco e amante dell'imperatore d'Oriente Teodosio II. Questo l'esordio di In Eutropium (con la traduzione di Nicola Beregani, Claudiano: Opere, 1716):

Semiferos partus metuendaque pignora matri
moenibus et mediis auditum nocte luporum
murmur et attonito pecudes pastore locutas
et lapidum diras hiemes nimboque minacem
sanguineo rubuisse Iovem puteosque cruore
mutatos visasque polo concurrere lunas
et geminos soles mirari desinat orbis:
omnia cesserunt eunucho consule monstra.
heu terrae caelique pudor! trabeata per urbes
ostentatur anus titulumque effeminat anni.
I semiferi parti e mostruosi | da le lor madri stesse da temersi
informi, orrendi e portentosi figli; | o de' lupi gli orribili ululati
per le cittadi nella notte uditi; | o degli armenti, attonito il pastore,
lo strano favellare; o sassose | grandini procellose, e il minacciante
aer foscoso, con sanguigno nembo; | ovver le fonti limpide e più chiare
cangiate in sangue; o pur vedute in cielo | pugnar più lune e splendere due soli,
cessi il mondo ammirar, ché tutti questi | son mostri assi minori ch'il vedere
consolo un vile eunuco.
Ahi disonore | del cielo e de la terra! Ora s'addita | adorna de la veste consolare
andar per la città vecchia rugosa, | effeminando il titolo de l'anno

Fra le colpe di Tantalo vi è il rapimento di Ganimede. Il singulorum singula, derivando da Bernardo (PL 183: 158d: «sponsa vero nos ipsi sumus ... et animae singulorum quasi singulae sponsae» [la sposa siamo noi ... e singole spose le anime di ciascuno]) sembra avere un connotato femminilizzante.

Il verbo 'tantalizzare' è usato anche da Adamo di Lilla nel Planctus naturae in cui il mondo è descritto personel peccato.

Lelio è il protagonista del De amicizia di Cicerone, considerato un "epicureo" nel Medioevo, ovvero l'emblema del vizio. Bruto è invece il traditore per antonomasia (cfr Dante). Il diventare compagni (socios) dei due peggiori corrotti suggerisce un riferimento al peccato contro natura, incarnato da Lelio.

Musica

testo

Esecuzioni

Il testo di Rumor letalis è stato utilizzato per il brano Terrae del Cd Méditations Ultimes del gruppo electro-medieval O quam tristisintervista