![]() François Flameng, Abelardo e la sua scuola sul monte di santa Genoveffa (1889), |
Manoscritti
H = British Library, Harleian 978, ff. 100v-102v (xiii sec.) | Diamm (ff. 8v-11v), Sumer is icumen in | Indice n. 100, ff. 121v-123v
O = Saint Omer, 710, ff. 122v-124r (xiv sec.) | Cat. 1861 | Descrizione Fierville 1883: 98-108 n. 17 (106)
———
Wright 1841 (ed-1 da H) | “Metamorphosis Goliae Episcopi,” in Latin Poems Commonly Attributed to Walter Mapes, ed. Thomas Wright (London, 1841): 21–39.
Hauréau 1876 | Barthélemy Hauréau, “Mémoire sur quelques maîtres du xiie siècle à l’occasion d’une prose latine publiée par M. Th. Wright”, in Mémoires de l'Institut national de France: Académie des inscriptions et belles-lettres, 28/2 (Paris: Imprimerie Nationale, 1876): 223-238.
Huygens 1962 (ed-2 da HO) | Robert Burchard Constantijn Huygens, in “Mitteilungen aus Handschriften,” Studi Medievali 3 (1962), 764–72.
Benton 1975 | John F. Benton,"Philology's Search for Abelard in the Metamorphosis Goliae", Speculum, 50/2 (1975): 199-217.
Clark 1984 | John R. Clark, “Metamorphosis in the Twelfth-Century Metamorphosis Golye Episcopi”, in Classical Texts and their Traditions. Studies in Honor of C.R. Trahman, ed. David F. Bright and Edwin S. Ramage (Chico ca: Scholar Press, 1984): 7–12.
Huygens 2000 (ed-2 da HO) | Serta mediaevalia. Textus varii saeculorum x–xiii. Poetica, ed. R.B.C. Huygens (Turnout: Brepols, 2000): 803-825.
Garadja 2023 | Alexei Garadja, "Метаморфоза епископа Голиафа (текст, перевод и комментарии) | The Metamorphosis Goliae Episcopi (text, translation, and notes)", Платоновские исследования | Platonic Investigations, 19/2 (2023): 341-362.
Un poemetto in cui il poeta in sogno accede all'olimpo dove si celebra il matrimonio di Mercurio e Filologia, turbato dalla sparizione di Mercurio condannato dai Cistercensi (chiaro riferimento alla condanna di Abelardo). Il poemetto è di 59 strofe. A parte le prime 2 strofe introduttive in cui il poeta parla in prima persona, seguono tre gruppi di 19 strofe. Il numero 19 è il risultato della somma delle prime 5 cifre della serie Platonica: 1 2 3 4 9, cioè l'unità con doppio triplo, quadrato e cubo. Sembra che la struttura poetica segua cioè lo schema:
Non è possibile dire se questa struttura sia un caso. Certo è abbastanza insolito che si ripeta tre volte.
Il poeta sogna | |
1. Sole post Arìetem | Taurum subintrante novo terre faciem | flore picturante pinu sub florigera | nuper pullulante membra sompno foveram | paulo fessus ante |
Il Sole, dopo l'Ariete, raggiunge il Toro: [a] nuovi fiori ornano la faccia della terra. Sotto un albero in fiore appena sbocciato abbandonavo al sonno le membra, ormai stanco. |
2/5. Nemus michi videor quoddam subintrare cuius ramus ceperat omnis flosculare quod nequivit hyemis algor deturpare nec a sui decoris statu declinare |
Mi sembrava d'insinuarmi in un bosco dove ogni ramo aveva cominciato a fiorire, dove il freddo dell'inverno non poteva corrompere o alterare il suo stato di bellezza. |
Il bosco sonoro (2) | |
3/9. Circa ima nemoris aura susurrabat cuius crebro flamine nemus consonabat et ibidem gravitas rauca crepitabat sed appulsu melico tota resultabat |
In basso nella foresta il vento mormorava, e della continua brezza il bosco risuonava [b] e lì i toni rochi e gravi rimbombavano, ma ogni impulso risultava musicale. |
4/13. Circa partis medie medium ramorum quasi multitudinem fingens tympanorum personabat melicum quiddam et canorum et extremo carmine dulcius olorum |
Tra le parti mediane nel mezzo del bosco, [c] sembrando quasi una moltitudine di timpani, risuonava qualcosa di melodioso e armonioso ma più dolce dell'ultimo canto del cigno. [d] |
armonia (4) | |
5/17. Epytrita, sexcupla, dupla iunctione fit concentus consona modulacione et, ut a canentibus fit in Elycone totum nemus resonat in proporcione |
Dall'unione di epitrita [4/3], sestupla [3/2] e doppia [2/1] viene una consonanza d'armoniosa modulazione, e come quando si canta in Elicona [e] tutto il bosco risuona secondo proporzioni. |
6/21. Nam ramorum medium flabro quaciente et pulsu continuo ramos inpellente mixtim semitonio interveniente sonat dyatessaron, sonat dyapente |
Così, battendo il vento a metà dei rami, agitati quei rami da impulso costante, misto al semitono prodotto risuona la quarta, risuona la quinta. |
7/25. Set in parte nemoris eminenciore resonabat sonitu vox acuciore ut pars summa medie cum inferiore responderet mutuo concordi tenore |
Ma nella parte superiore del bosco si sentiva una voce più acuta così la media della parte alta con la bassa si univa al tenor in reciproca consonanza. |
8/29. Hic auditur avium vox dulcicanarum quarum nemus sonuit voce querelarum sed illa diversitas consonanciarum prefigurat ordinem septem planetarum |
Qui si sentivano voci d'uccelli con dolci canti del cui gorgheggio il bosco risuonava: proprio questa diversità di consonanze prefigura l'ordine dei sette pianeti. [f] |
un prato (1) | |
9/33. Nemoris in medio campus patet latus violis et alio flore purpuratus quorum ad fragranciam et ad odoratus visus michi videor esse bis renatus |
A metà del bosco appare un ampio prato porporato di violette e altri fiori alle cui fragranze e al profumo della scena mi sembra di essere rinato due volte |
a. L'entrata del Sole nel Toro corrisponde all'equinozio di Primavera. — b. I riferimenti musicali nel bosco sono mutuati da Capella (De nuptiis 1.11). — c. L'idea di medietas è alla pase della teoria armonica del Timeo (cfr anche i vv. 21, 27, 33) — d. Oltre ad Ovidio (Her. 7.2) il mito del cigno è anche in Bernardo Silvestre (Cosmographia 1.3.449–50). — e. Il luogo dove abitano le muse. — f. Anche l'armonia dei pianeti è in De nuptiis 1.12. |
|
Un palazzo (3) | |
10/37. Stat ibidem regia columpnis elata cuius substat iaspide basis solidata paries iacinctinus, tecta deaurata intus et exterius tota picturata |
C'era un palazzo innalzato su colonne il cui pavimento posava saldamente sul diaspro, le pareti di zaffiro, il tetto d'oro, dentro e fuori tutto dipinto [a] |
11/41. Coniectare ceperam ex visa pictura quod divina fuerat illa celatura hoc Vulcanus fecerat speciali cura totum sub involucro, totum sub figura |
Cominciai a capire dalla decorazione che vedevo che la costruzione era opera divina. Vulcano l'aveva eseguita con una cura speciale tutto [lo mostrava]: la struttura come il disegno. |
12/45. Hic sorores pinxerat novem Elyconis et celestis circulos omnes regionis et cum hiis et aliis eventum Adonis et Gradivi vincula et sue Dyonis |
Qui aveva dipinto le nove sorelle di Elicona e tutte le sfere della regione celeste e tra questi ed altro la morte di Adone e i legami con Gradivo [Marte] e con la sua Dione. [b] |
L'empireo con Mercurio (9) | |
13/49. Ista domus locus est universitatis res et rerum continens formas cum formatis quas creator optimus qui preest creatis fecit et disposuit nutu bonitatis |
Questa casa è luogo dell'universo contiene la cosa e le forme di quanto è formato [c] che il creatore ottimo che preesiste alla creazione fece e dispose come manifestazione di bontà. |
14/53. Hic intus multimodum audio concentum ut dearum crederem fieri conventum nam in suo genere omne instrumentum sonat, et leticie facit argumentum |
All'interno sento tal concerto polifonico da farmi immaginare un consesso di divinità, infatti ciascun strumento secondo la sua natura suona ed è causa di letizia. |
15/57. Illic quem audieram strepitus vocalis rerum est concordia proporcionalis nam ut sibi consonat vox instrumentalis sic est nexus musicus in rebus equalis |
Lo strepito delle voci che ho sentito in quel luogo è la proporzionata concordia delle cose. Così, come la voce degli strumenti è in sé consonsante simile è il legame musicale fra le cose. |
16/61. Intus regem conspicor alte residentem et de more regio sceptro innitentem et ipsius lateri coniugem herentem hunc et illam subditis rebus disponentem |
All'interno vidi il re seduto in alto con lo scettro tenuto in modo regale e a lato sua moglie vicina: sia lui che lei amministravano il mondo sottostante. [d] |
17/65. Per hunc rebus insitus calor figuratur quamvis hic et aliud per hunc innuatur per hanc tota machina mundi temperatur arbor fructus parturit, terra fecundatur |
Per lui si manifesta il calore dentro la materia, benché con lui si mostra questo e altro e con lei l'intera macchina del mondo è temperata, gli alberi producono frutti, la terra è resa fertile. |
18/69. Innuba de vertice regis Pallas exit quam sibi collaterans firmo nexu nexit illa peplo faciem circumquaque texit nec nisi ad patrios visus se detexit |
Pallade esce vergine dalla testa del re che con fermo legame [il re] tenne unita a sé. Ella si cucì un velo tutt'intorno alla figura e non si svelò il volto se non ai padri. [e] |
19/73. Hec mens est Altissimi, mens divinitatis que nature legibus imperat et fatis incomprehensibilis res est deitatis nam fugit angustias nostre parvitatis |
Lei è la mente dell'altissimo, la mente della divinità che controlla le leggi della natura e del destino. La realtà della divinità è incomprensibile perché sfugge ai limiti della nostra miseria. [f] |
20/77. Video Cyllennium, superum legatum a predicti numinis sinistris locatum ut nubentem decuit totum purpuratum quadam pube tenera faciem umbratum |
Vedo Cillenio [Mercurio] il messaggero degli dei posto alla sinistra del suddetta divinità secondo l'uso degli sposi tutta porporato, il volto ombreggiato da una leggera peluria. [g] |
21/81. In hoc quod est nuncius, volo designare eloquendi gratiam multos copulare Eius dixi faciem pubem obumbrare sic sermonem lepide debes colorare |
Con il suo ruolo di messaggero intendo spiegare che la grazia dell'eloquenza unisce molte persone. [h] Ho detto che la pubertà ne ombreggia il volto: con simile spirito si deve adornare il sermone. [i] |
a. Cfr Ovidio, Met. 2.1-18. — b. Dione è la madre di Venere, ma spesso usata per identificare Venere stessa. Adone è l'amante di Venere (Afrodite) secondo il mito ucciso da un cinchiale del geloso Marte. I due versi probabilmente identificano gli amori carnali e la loro fine tragica. — c. Rif. a De nuptiis, 1.35; ripreso anche in Chrétien de Troyes, Erec et Enide, 6812-19. — d. Il regno condiviso è un'interpretazione insolita. Forse rimanda a Bernardo Silvestre che immaginava il mondo governato dalla platonica Provvidenza unita alla Natura. — e. Questa intelligenza che sorge da Dio (detta Pallade in ossequio al mito antico) è probabilmente l'anima mundi platonica. — f. Il verso spiega perché Pallade è velata. — g. Mercurio è frequentemente visto come braccio destro di Giove. — h. L'idea di comunione, il bene promosso dall'eloquenza (dote di Mercurio), è un'atra manifestazione dell'idea di armonia espressa dalla musica. — i. Riferimento al favore riconosciuto alla giovinezza (motivo di energia e seduzione) nella pratica oratoria. |
|
La sposa (2) | |
22/85. Nupta sibi comes est de stirpe divina vestis de cyndalio, partim hyalina Vultus rutilancior rosa matutina quam nec sol decoxerat, nec lesit pruina |
La sua sposa [Filologia] è di stirpe divina, la sua veste di seta è in parte verde mare, il suo viso brilla più della rosa del mattino che il sole non ha inaridito né il gelo rovinato. |
23/89. Nisi sapientie sermo copuletur vagus, dissolutus est, infirmus habetur et cum parum proficit, parum promeretur eget ut remigio eius gubernetur |
Se la parola non è unita alla saggezza è casuale, incontrollata, ritenuta senza valore, e poiché non fa del bene non ha ricompensa, le manca ciò che potrebbe guidare il suo corso. |
Il dono di Saggezza (4) | |
24/93. Hanc donavit Fronesis dono speciali in conventu numinum die nupciali capiti inposuit sertum virginali cuius domus rutilat gemma mediali |
Phronesis [Saggezza] fece a lei un dono speciale: alla presenza degli dei il giorno delle nozze pose sul capo della fanciulla una ghirlanda per cui il palazzo fu illuminato dalla gemma centrale. |
25/93. Per sertum significo circumductionem ut agendo habeas circumspectionem gemma serti media signat rationem cuius prevenire est omnem actionem |
Con la ghirlanda intendo la circospezione: come nell'agire si ha lungimiranza la gemma al centro della ghirlanda significa la ragione per cui si deve preparare ogni azione. |
26/101. Sol sublimis capite suum gerit sertum hinc et hinc innumeris radiis refertum nichil huic absconditum, nichil inexpertum set quid hoc significet satis est apertum |
Il Sole in alto porta una sua ghirlanda con qui e là innumerevoli raggi, nulla gli è nascosto, nulla inesplorato ma ciò che significa è ben noto. [a] |
27/105. Huius erat facies mille specierum diadema capitis clarum et sincerum hic est mundi oculus, et causa dierum et vitalis spiritus, et fomentum rerum |
Il volto del quale era di mille forme con diadema in testa chiaro e sincero. Egli è l'occhio dell'universo, portatore del giorno lo spirito vitale, il nutrimento delle cose. |
Gli elementi (1) | |
28/109. Ante deum quatuor erant urne stantes elementis omnium rerum redundantes diversorum generum era imitantes hee sunt partes quatuor anni designantes |
Davanti al dio c'erano quattro urne piene degli elementi di tutte le cose, imitando i periodi di diversi generi designano le quattro parti dell'anno. [b] |
a. Similitudine della gemma della ghirlanda con la luce del sole, metafora della conoscenza, perché lui tutto illumina. — b. Centralitù del numero 4 che corrisponde agli elementi e alle stagioni. |
|
Le Muse (3) | |
29/113. Sua Elyconides tenent instrumenta ut perfecta gaudii fiant complementa et applaudunt organis inter sacramenta queque rei mystice prebent argumenta |
Le eliconidi [muse] preparano i loro strumenti affinché la gioia dell'occasione sia completa: danno voce agli strumenti in mezzo alla cerimonia e inoltre offrono contenuti al rito mistico. |
30/117. Novem sunt in ordine, novem cecinere novem novas manibus liras tenuere et diversos pollice nervos tetigere sed tamen concorditer sibi respondere |
Sono in nove nella compagnia, nove cantavano, nove tenevano in mano nuove cetre e toccavano con le dita le diverse corde eppure rispondevano l'uno all'altro armonicamente. |
31/121. Quid designent, dicere grande non est onus novem orbes opifex fecit ille bonus octo sibi consonant, sono caret nonus nam non habet fieri sine motu sonus |
Cosa significhi non è difficile: il buon creatore ha creato nove sfere, otto cantano in armonia, la nona manca di suono perché il suono non può esistere senza movimento. |
Psiche Grazie Sileno Venere Amore (9) | |
32/125. Vel sunt dotes, opifex quas Sychi largitur quibus circumcingitur, quibus investitur et quibus per circulos labens insignitur cum carnis hospicium fragile aditur |
Inoltre sono doni che il creatore ha concesso a Psiche [doni] di cui è circondata, di cui è investita e di cui è insignita nel percorrere le sfere quando accede al fragile contenitore del corpo. [a] |
33/129. Tres astabant virgines versus Iovem verse stabant firme digitis connexis inter se sunt aversa corpora, facies averse sunt excelsi numinis proles universe |
Tre fanciulle [b] erano in piedi rivolte verso Giove, stavano con le dita saldamente intrecciate i corpi rivolti altrove, i volti guardano indietro: sono universo e prole del divino celeste. |
34/133. Donum Dei largitas esse deputatur siquis quicquam dederit, mox restituatur et dati memoria firme teneatur ut si simplex fuerit, duplex revertatur |
La generosità è considerata un dono di Dio se qualcuno ha dato qualcosa, che sia presto ripagato e che il ricordo del dono sia tenuto ben in mente anche se semplice che sia doppiamente ripagato. |
35/137. Hinc cum bombis strepitus sonat crotallorum a Sylleno ducitur agmen satyrorum Temulentus titubat, et precedit chorum atque risus excitat singulis deorum |
Ora tra i colpi di tamburo risuonano i sonagli, una banda di satiri è guidata da Sileno, egli traballa ubriaco e supera il coro provocando le risate di tutti gli dei. |
36/141. Horum parti maxime Venus dominatur iste sibi supplicat, ille famulatur Hanc de more filius suus comitatur nudus cecus puer est facies alatur |
Venere domina la maggior parte della compagnia: questo la supplica, quello l'asseconda, come di consueto la accompagna il figlio [c] nudo, cieco, appare giovane, è alato. |
37/145. Nudus, nam propositum nequid sepelire cecus, quia racio nequid hunc lenire puer, nam plus puero solet lascivire alatus, dum [g] facile solet preterire |
È nudo, perché non può nascondere i suoi propositi. Cieco, in quanto la ragione non può placarlo. Giovane, perché più d'un giovane è lascivo. Alato, perché fugge facilmente. |
38/149. Illius vibrabile telum est auratum et in summa cuspide modice curvatum telum invitabile, telum formidatum nam qui hoc percutitur pellit celibatum |
L'arma che brandisce è dorata e con la sua punta leggermente ricurva è un'arma inevitabile, un'arma da temere perché chi è colpito da essa abbandona il celibato. [d] |
39/153. Sola soli Veneri Pallas adversatur et pro totis viribus usque novercatur nam quod placet Veneri Pallas aspernatur Venus pudiciciam raro comitatur |
Pallade si oppone a Venere [e], una contro una, con tutta la sua forza al punto da essere matrigna: perché Pallade disprezza ciò che è gradito a Venere, Venere raramente è amica della castità. |
40/157. Hic diversi militant, et diverse vite qui ab usu solito dissident invite quibus an plus valeat Pallas Afrodite adhuc est sub pendulo, adhuc est sub lite |
Adesso diversi militano, e con diverse opinioni, perché si allontanano con riluttanza dall'uso solito: per loro se più valga Pallade o Afrodite ancora è incerto, ancora si discute. |
a. Incerto il ruolo assunto da Psiche in questo contesto. — b. Le Grazie. — c. Amore. — d. Chiaro riferimento al contesto monastico (all'epoca ia preti non era vietato il matrimonio) cui il poeta evidentemente appartiene. — e. Contrapposizione fra ragione e desiderio. |
|
Coppie divine (2) | |
41/161. Nexibus Cupidinis Syche detinetur Mars Nerine coniugis ignibus torretur Ianus ab Argiona disiungi veretur Sol a prole Pronoes diligi meretur |
Psiche è presa nella rete di Cupido, Marte brucia ardente per la moglie Nerina, Giano teme di essere separato da Argione, il Sole guadagna l'amore della figlia di Pronoia. |
42/165. Syche per illecebras carnis captivatur sors in Marte fluctuat, Nereus vagatur opifex in opere suo gloriatur quid fiat in posterum Deo scire datur |
Psiche cade in preda alle tentazioni della carne, le fortune di Marte fluttuano, Nereo divaga. Il creatore si gloria della sua creazione: sapere cosa accadrà in seguito è concesso a Dio. |
Coppie umane (4) | |
43/169. Aderant philosophi; Tales udus stabat Crisippus cum numeris, Zeno ponderabat ardebat Eraclius, Perdix circinabat motus ille Samius proportionabat |
Anche i filosofi erano presenti: Talete bagnato, [a] Crisippo con i numeri; Zenone pesava, Eraclito bruciava; Perdice [Calo] disegnava cerchi, quello di Samo [Pitagora] proporzionava il moto. |
44/173. Hinc dissuadet Appius, hinc persuadet Cato implicabat Socrates, explicabat Plato vacuum Archesilas tenuit pro rato esse quod inceperat undique locato |
Qui Appio dissuade, là Catone persuade, Socrate implicava, Platone esplicava, Arcesilao sosteneva la legge universale che tutto ciò che aveva avuto un inizio era nullo. |
45/177. Secum suam duxerat Getam Naso pullus Cynthiam Propercius, Delyam Tibullus Tullius Terenciam, Lesbiam Catullus vates huc convenerat sine sua nullus |
Il giovane Nasone [Ovidio] portò la sua tracia, [b] Properzio la sua Cinzia, Tibullo Delia, Cicerone Terentia, Catullo Lesbia. Nessuno dei poeti era venuto senza il suo amore. |
46/181. Queque suo suus est ardor et favilla Plinium Calpurnie succendit scintilla urit Apuleium sua Pudentilla hunc et hunc amplexibus tenet hec et illa |
Ognuna per il suo [uomo] è ardore e passione: la scintilla di Calpurnia infiamma Plinio, la sua Pudentilla fa bruciare Apuleio, entrambe stringono i compagni nell'abbraccio. |
La poesia (1) | |
47/185. Versus fingunt varie metra variantes coturnatos, lubricos, enodes, crepantes hos endecasillabos, illos recursantes totum dicunt lepide, nichil rusticantes |
Compongono versi diversi con metri differenti, nobili, divertenti, morbidi, aspri, ora in endecasillabi, ora con ritornello tutto quanto intonano è amabile, mai rozzo. |
a. A talete si attribuiscono gli studi sull'acqua. — b. L'amante di ovidio era di origine geta, ovvero tracia. |
|
Scuola di Chartres (3) | |
48/189. Ibi doctor cernitur ille Carnotensis cuius lingua vehemens truncat velud ensis et hic presul presulum stat Pictaviensis proprius nubencium miles et castrensis |
Qui si riconosce il dottore di Chartres [a] la cui lingua severa taglia come una spada ed anche la guida dei sacerdoti di Poitiers [b] soldato e guerriero al servizio degli sposi. |
49/193. Inter hos et alios in parte remota Parvi Pontis incola, non loquor ignota disputabat digitis directis in iota et quecumque dixerat erant per se nota |
Insieme a questi e ad altri, in un luogo separato abitante a Petit-Pont [c] – non dico cose ignote – disputava con le dita mettendo i puntini sulle i e qualsiasi cosa dicesse era notevole. |
50/197. Celebrem theologum vidimus Lumbardum cum Yvone, Helyam Petrum, et Bernardum quorum opobalsamum spirat os, et nardum et professi plurimi sunt Abaielardum |
Abbiamo visto il celebre teologo Lombardo con Ivo, Pietro Elia e Bernardo [d] le loro labbra diffondono balsamo e nardo e tutti insegnano le dottrine di Abelardo |
Abelardo contro i Cistercensi (9) | |
51/201. Reginaldus monachus clamose contendit et obliquis singulos verbis reprehendit hos et hos redarguit, nec in se descendit qui nostrum Porphirium laqueo suspendit |
Il monaco Reginaldo [e] discute ad alta voce e contesta ogni punto con parole sottili sfidando questo e quello, non si tira mai idietro lui che ha appeso il nostro Porfirio [f] ad un cappio. |
52/205. Robertus theologus corde vivens mundo adest et Manerius quem nulli secundo alto loquens spiritu et ore profundo quo quidem subtilior nullus est in mundo |
Il teologo Roberto, [g] che vive puro di cuore è qui con Manerio [h] a nessuno inferiore, con spirito elevato e parole profonde rispetto al quale nessuno al mondo è più sottile. |
53/209. Hinc et Bartholomaeus faciem acutus retor, dyaleticus, sermone astutus et Robertus Amiclas simile secutus cum hiis quos pretereo, populus minutus |
Poi c'è Bartolomeo, [i] attento osservatore retore, dialettico, sottile nel parlare, e allo stesso modo segue Robert Amiclas, [j] e con questi il popolo minuto che trascuro. |
54/203. Nupta querit ubi sit suus Palatinus cuius totus extitit spiritus divinus querit cur se subtrahat quasi peregrinus quem ad sua ubera foverat et sinus |
La sposa chiede dove possa essere il suo Palatino [k] il cui spirito è tutto divino, chiede perché si sia ritirato come un estraneo colui che aveva stretto ai fianchi e al seno. |
55/217. Clamant a philosopho plures educati “Cucullatus populi primas cucullati et ut cepe tunicis tribus tunicati imponi silencium fecit tanto vati |
I molti studiosi formati dal filosofo gridano: «Il primate incappucciato [l] della tribù incappucciata, vestito con tre tuniche come una cipolla, ha fatto imporre il silenzio a questo grande maestro. |
56/221. Grex est hic nequicie, grex perdicionis impius et pessimus heres Pharaonis speciem exterius dans religionis sed subest scintillula supersticionis |
Questa è la folla dei malvagi, la folla dei dannati, gli empi e i più malvagi eredi di Faraone, che mostrano esteriormente l'apparenza della religiosità, ma dentro hanno la fiamma della superstizione. |
57/225. Gentis gens quisquilia, gens hec infrunita cuius est cupiditas mentis infinita Istos ergo fugias, et istos devita et hiis ne respondeas, ‘non est sic vel ita’ |
Gente inutile fra le genti, gente senza senso la cupidigia delle loro menti è infinita. Fuggi da loro e prendi un'altra strada e non risponder loro "non è così ma così"». |
58/229. Dii decernunt super hoc, et placet decretum ut a suo subtrahant hunc a cetu cetum et ne philosophicum audiat secretum studii mechanici teneat oletum |
Gli dei deliberano al riguardo, e piaccia la decisione che il gruppo sia allontanato da questa compagnia, che non ascoltino il mistero filosofico e stiano nel letamaio delle scienze meccaniche. |
59/233. Quicquid tante curie sanctione datur non cedat in irritum, ratum habeatur cucullatus igitur grex vilipendatur et a philosophicis scolis expellatur. AMEN |
Ciò ch'è stabilito da tanto tribunale non può essere ignorato, deve essere considerato, perciò la tribù degli incappucciati sia disprezzata e bandita dalle scuole dei filosofi. AMEN |
a. Teodorico di Chartres, principale figura della scuola di Chartres. — b. Gilberto Porretano, vescovo di Poitiers (1142-1154), studiò a Chartres e fu maestro di Giovanni di Salisbury. Gli estremi del suo vescovado identificano l'epoca di composizione del poema. — c. Adamo di Petit-Pont, logico che insegnò a Parigi. — d. Pietro Lombardo (il cui Liber sententiarum fu commentato da Adamo); Ivo, diacono di Chartres; Pietro Elia, grammatico e innovatore; forse Bernardo Silvestre. Sono tutti intellettuali di grande erudizione favorevoli ad Abelardo. — e. Monaco non identificato, detrattore di Abelardo. — f. Abelardo. Qui più che un riferimento al filosofo Porfirio si fa un gioco con 'porporato' che rimanda all'abato vestito dallo sposo. — g. Teologo non identificato con certezza. — h. L'allievo più brillante di Abelardo. — i. Forse il futoro vescovo di Essex. — j. Maestro a Parigi. — k. Abelardo, forse identificato come Mercurio (abitante del cielo, quindi 'palatino') oppure in riferimento a Le Pallet, luogo di nascita di Belardo. — l. Bernardo di Chiaravalle, cistercense, principale detrattore di Abelardo. |