I libri della musica

 

Incisione tratta dal ix e ultimo fascicolo (con la prefazione datata 18 ottobre 1606)
della prima sezione di Musae Sioniae
(1605-1607)

Michael Praetorius
Syntagma Musicum

Wittenberg 1615 · Wolfenbüttel 1619

 

 

l'autore | l'opera | le edizioni | la fortuna

l'autore

Michael Praetorius (nome latinizzato di Michael Schultz o Schulteis, nato a Creuzburg il 27 o 28 settembre 1571 [a], e morto a Wolfenbüttel il 15 febbraio 1621) è stato organista, compositore e teorico della musica. Figlio di un pastore luterano, nel 1585 Praetorius iniziò gli studi (che presumibilmente non terminò a causa della morte dei due fratelli maggiori) per intraprendere la professione del padre all'Università di Francoforte sull'Oder, e qui divenne organista della Marienkirche (tra il 1588 e il 1591 circa).

Tra il 1593 e il 1613 circa, Praetorius fu assunto da Heinrich Julius, vescovo di Halberstadt e duca di Brunswick e Lüneburg, dal 1594 come organista (sia per la musica liturgica, sia da camera) e dal 1604 come Kapellmeister, quando il duca decise di introdurre a corte il nuovo stile policorale veneziano. Oltre ai suoi compiti come musicista, compositore e direttore, svolgeva, secondo l'uso dellepoca, l'incarico di segretario personale del suo signore.

Nonostante una formazione da autodidatta, Praetorius è stato anche uno studioso ed un teorico, oltre che un compositore particolarmente prolifico. L elenco delle sue composizioni che egli stesso ha inserito alla fine del terzo volume del Syntagma occupa ben 28 pagine (l'elenco comprende anche i lavori in progetto poi rimasti irrealizzati e le opere oggi perdute).

La sua opera in nove volumi Musae Sioniae (1605-10) include circa 1244 corali e altre composizioni vocali sacre. Qui sono raccolte prevalentemente elaborazioni di canti della chiesa luterana; le prime destinate al numero esatto di cantanti che aveva a sua disposizione a Wolfenbüttel, e le successive per gruppi più piccoli, per permetterne la diffusione in cappelle minori nel resto della Germania luterana. Nei programmi di Praetorius, avrebbero dovuto esserci almeno altri tre volumi, ispirati rispettivamente agli stili di Orlando di Lasso, Luca Marenzio e Tomás Luis de Victoria, che non verranno mai realizzati.

Nel 1611 pubblica quattro raccolte di musiche liturgiche, intitolate Missodia Sionia, Hymnodia Sionia, Eulogodia Sionia, Megalynodia Sionia.

Nel 1612 Praetorius inizia una nuova collezione di opere, questa volta dedicata alla musica profana, chiamata Musae Aoniae, su richiesta del figlio del vescovo, Friedrich Ulrich. Scriverà sei volumi, ma ne stampa solo uno, intitolato Terpsichore, un compendio di 312 danze strumentali; gli altri cinque (dedicati ad altre muse) sono perduti. L’erede del duca aveva portato con sé da un viaggio in Francia un maestro di danza, Anthoine Emeraud, il quale aveva lasciato a Praetorius varie danze, che si presume siano del periodo dal 1590 al 1610, durante il regno di Enrico IV (nella prefazione dice che sono state composte “qualche anno fa”). Il compositore delle danze non è sempre certo, come spiega Praetorius:

Dovete inoltre sapere che le melodie e le arie sono state scritte e composte da eccellenti violinisti e liutisti che hanno diretto i passi di danza di queste Courantes, Ballets e altre danze ... [Queste melodie] mi sono state date perché io aggiungessi il basso e le voci centrali, e in questi casi ho messo il mio nome. Alcune delle melodie sono state composte alcuni anni fa dal musicista Francisque Caroubel, e in quelle ho messo il suo nome. Ma dove Incerti appare sopra la musica, ho ricevuto il Canto e il Basso, nonostante forse ci fossero voci centrali già composte anche se il loro autore fosse assente, e quindi ho scritto io le voci rimanenti [Holman 2012, Buch 1996].

La morte di Heinrich Julius nel 1613 fa sì che Praetorius passi un anno alla corte del principe elettore Johann Georg I a Dresda, per il quale continuerà poi, nonostante il ritorno a Wolfenbüttel, a scrivere musica per le festività. Negli stessi anni diventa consulente musicale anche per varie altre corti (tra cui Magdeburgo, Bayreuth [b] e Copenhagen).

Nel 1614 inizia a lavorare ad una «grande opera musicale», che chiamerà, ispirandosi ancora alle muse, Polyhymnia Ecclesiasticae; l’intenzione era quella di musicare tutti i testi per la chiesa nel nuovo stile concertante di Giovanni Gabrieli, Monteverdi, Viadana, Agazzari. Sui 15 volumi programmati, ne ha scritti sei e ne sono rimasti tre, tra cui Polyhymnia Caduceatrix & Panegyrica, con 40 composizioni stampate su 766 pagine.

Praetorius è ricordato soprattutto per il trattato sull arte e la pratica della musica, intitolato Syntagma Musicum e pubblicato tra il 1614 e il 1619.

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a. La data di nascita è comunemente indicata al 15 febbraio 1571, perché una fonte settecentesca, in base ad unerronea interpretazione dellepitaffio in latino, lo dice morto il giorno del suo 50° compleanno. Vogelsänger 2020 (app. ii) ritiene che, sulla base del ritratto di Praetorius riprodotto nell'immagine, la data si possa collocare fra il 27 e il 28 settembre 1571, appena prima di San Michele Arcangelo (29 settembre), quando presumibilmente è stato battezzato con il nome di Michael.
b. Nel 1619 viene inaugurato il nuovo organo nella Stadtkirche di Bayreuth, dopo la distruzione del precedente in un incendio. Ad un evento eccezionale vengono invitati i più importanti esperti di organi dell’epoca: insieme a Michael Praetorius, anche Heinrich Schütz e Samuel Scheidt [Owens 2011]

l'opera

Il Syntagma musicum appartiene agli ultimi anni di vita di Praetorius. Le tre parti pubblicate (una quarta, sicuramente completata ma non giunta a noi, avrebbe dovuto trattare dei metodi di composizione) mostrano un approccio enciclopedico e sistematico alla teoria e alla pratica musicale. Complessivamente si tratta della più ampia enciclopedia musicale del tempo, e resta tuttora una delle più importanti fonti per lo studio dell Alto Barocco.

Il primo volume, in latino, è diviso in due parti, e dà una panoramica storica della musica sacra e profana, mostrando anche l’importanza della musica nel culto sin dai tempi dell’Antico Testamento, e sottolineando come l’importanza di una buona predica (concio) fosse pari a quella di un buon canto (cantio). Fondato su una importante impronta teologica, offre un punto di vista in merito all’uso, da lui incentivato, degli strumenti musicali nella liturgia [cfr Alley 2014].

Il secondo volume, in tedesco ma intitolato in latino De Organographia, offre informazioni dettagliate sugli strumenti «antichi e moderni» (compresi, per la prima volta, strumenti «usati in India e America»), con un approfondimento particolare dedicato all organo.

Il terzo volume, in latino, è un trattato teorico riguardante le forme musicali a lui contemporanee, in particolare quelle italiane, con un approccio dettagliato verso questioni tecniche come la notazione, le proporzioni, la solmisazione, le trasposizioni, la scrittura polifonica, e anche l’esecuzione.

L importanza del Syntagma musicum non risiede tanto nella sua influenza sulle successive generazioni – a causa dei rapidi cambiamenti della prassi musicale seicentesca, segnatamente del continuo – quanto nel suo alto valore documentale. Il trattato rispecchia la straordinaria proliferazione strumentale del primo Barocco, le numerose famiglie di strumenti e la posizione di rilievo dell organo, e di conseguenza l enorme varietà di possibilità sonore disponibili con l esecuzione di musica polifonica e di alternatim che raggiunse l apice in Germania durante l epoca di Praetorius.

Indice

L'opera è suddivisa in tre parti: la prima e la terza, in latino, riportano note storiche su forme e tecniche musicali, mentre la seconda, in tedesco, è un trattato di organologia dell'epoca.

I. De musica sacra

– Discursus de musica Choreali et veterum Psalmodia.
– Comentarii de missodia vel leturgia summa.
– Explicatio matutinae et vespertinae leturgiae: cum aliis annexis.
– Contemplatio musicae instrumentalis ecclesiasticae, cum in Veteris, tum Novi Testamenti ecclesia usitatae.

II. De organographia

– 1. Instrumentorum musicalium nomenclatura
– 2. Intonatio & proprietas
– 3. Historia veterum organorum
– 4. Historia novorum organorum
Tavole: Theatrum instrumentorum

III.

– Die Bedeutung wie auch Abtheil und Beschreibung fast aller Nahmen der Italianischen Franzößischen Englischen und jetziger zeit in Teutschland gebräuchlichen Gesänge
– Was im singen bey den Noten und Tactu, Modis und Transpositione, Partibus seu Vocibus und unterschiedenen Choris, Auch bey den Unisonis unnd Octavis zu observiren
– Wie die Italienische und andere Termini Musici ... zu gewehnen seyn

le edizioni

Il trattato ha goduto un'edizione moderna del ii vol nel 1884 e del iii nel 1916.

1615-19 | I edizione
Michael Praetorius, Sintagmatis musici tomus primus completens duas partes: quarum, agit de musica sacra vel ecclesiastica religionis exercitio accommodata, et quatuor membris comprehensa (Wittenberg: Johannes Richter, 1615 [i], Wolfenbüttel: Elias Holwein, 1618-1619 [ii-iii]

I vol. (b/n) | (col.) [Imslp] — [IA]
II vol. (b/n) | (col.) [Imslp] — [IA] — Theatrum
III vol. (b/n) | (col.) [Imslp] — [IA]

1884 | ed. mod. del ii vol.
Michael Praetorius, Syntagmatis musici ... Tomus secundus de Organographia (Leipzig: Breitkopf & Härtel, 1884) + Syntagma, II. Teil: Von den Instrumenten. Wolfenbüttel 1618 (Berlin: Trautwein, 1884).

[IA]

1916 | ed. mod. del iii vol.
Michael Praetorius, Syntagma musicum III, a cura di E. Bernoulli, Leipzig: Bernoulli, 1916.

Anastatiche

Willibald Gurlitt ha curato le anastatiche del iii e ii volume apparse rispettivamente nel 1958 (Kassel) e nel 1966 (New York).

1958 (iii vol.)
Michael Praetorius, Syntagma musicum: Termini musici, a cura di Willibald Gurlitt (Kassel: Bärenreiter, 1958, 21967, 21978, 41988).

1966 (ii vol.)
Michael Praetorius, Syntagma musicum: Tomus secundus, a cura di Wilibald Gurlitt (New York: Boude Bros., 1966).

Traduzioni inglesi

Il primo vol. è stato parzialmente tradotto in inglese nel 1976 (Fleming). Il ii nel 1949 (Blumenfeld) e nel 1986 (Crookes). Il iii nel 1957 (Lampl) e nel 2004 (Kite-Powell).

1949 (ii vol.)
Michael Praetorius, Syntagma musicum. Vol. 2: De organographia, first and second parts, trad. di Harold Blumenfeld (Kassel: Bärenreiter, 1949, 21967; New York: Da capo press, 1980).

1957
Hans Lampl, A translation of “Syntagma Musicum III" by Michael Praetorius, PhD (University of Southern California, 1957).

[pdf]

1976 (i vol.)
Michael D. Fleming, Michael Preatorius, music historian: an annotated translation of “Syntagma musicum” I, Part 1, PhD (Washington University, 1979).

[pdf]

1986 (ii vol.)
Michael Praetorius, Syntagma musicum II: De organographia, Parts I and II, trad. e cura di David Z. Crookes (Oxford: Clarendon press, 1986).

2004 (iii vol.)
Michael Praetorius, Syntagma musicum III, trad. e cura di Jeffery Kite-Powell (Oxford: University press, 2004).

la fortuna

Il Syntagma musicum è probabilmente uno dei primi testi di riferimento – certamente tra i più citati – per gli studi di ambito organologico del Rinascimento. Contiene una enorme quantità di informazioni, a partire dalle accordature e le estensioni delle diverse famiglie di strumenti, fino alla rappresentazione, con incisioni di pregevole fattura, di strumenti oggi rari o addirittura perduti.

D.W.S., nella rubrica Reviews of books di «Music & Letters» (40/2, April 1959) riporta:

Non c’è bisogno di fare commenti su Praetorius o sui suoi trattati, dal momento che la loro importanza per lo studioso di musica rinascimentale è incalcolabile. Le informazioni riguardanti le dimensioni, le tecniche costruttive e la natura degli strumenti usati nel sedicesimo secolo, e in particolar modo i dettagli sugli organi, sono una manna per i fanatici della correttezza della prassi esecutiva e per i costruttori o i restauratori di strumenti antichi. Allo stesso modo, le discussioni sulle forme e sugli stili correnti in Europa, le sezioni relative alla notazione, al basso figurato, alle tecniche vocali ed esecutive sono indispensabili per lo storico e per l’esperto di musica.

Renato Meucci, a proposito delle fonti iconografiche fondamentali per la ricerca storico-organologica, scrive:

Tali illustrazioni sono accompagnate da una scala graduata basata sull’unità di misura locale (il piede di Braunschweig), grazie alla quale è stato possibile ricavare i dati e le misure per ricostruire numerosi strumenti coevi di cui non esistono esemplari originali superstiti. Il Syntagma Musicum e molti altri trattati musicali antichi ci forniscono anche una preziosa serie di informazioni su un altro parametro fondamentale per la conoscenza di molti strumenti: la loro accordatura. Impossibile da ricavare dalle immagini o dagli esemplari superstiti, e solo talvolta decifrabile dalle musiche conservate, l'accordatura è invece un elemento fondamentale per la corretta comprensione di taluni strumenti. La conoscenza di questo particolare ci consente difatti di scoprire, soprattutto per quelli a corde dotati di manico, relazioni e affinità altrimenti insospettabili, come ad esempio quelle tra il liuto e la viola da gamba (entrambi abitualmente accordati per quarte, con una terza centrale), o tra il violino e il mandolino napoletano (entrambi accordati per quinte). La somiglianza dell'accordatura impone, difatti, un’analoga tecnica esecutiva della mano sinistra, al di là delle differenze nella forma dello strumento o nel modo di toccare le corde per produrre il suono. [Meucci 1999: 111-112]

Bibliografia

Buch 1996 | David Buch, The sources of dance music for the 'Ballet de cour' before Lully, «Bulletin de la Société française de musicologie», 82 (1996): pp 314-331

Meucci 1999 | Renato Meucci, Organologia: definizione e contenuti di una recente disciplina, in «Rendo lieti in un tempo gli occhi el core». Il museo degli strumenti musicali del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, a cura di Mirella Branca (Livorno: Sillabe, 1999).

Owens 2011Music at german courts, 1715-1760: changing artistic priorities, ed. Samantha Owens, Barbara M. Reul, Janice B. Stockigt (Woodbridge: Boydell & Brewer, 2011).

Holman 2012 | Peter Holman, Terpsichore at 400: Michael Praetorius as a collector of dance music, «The viola da gamba society journal», 6 (2012): 34-51.

Alley 2014 | Zachary Alley, Michael Praetorius's theology of music in "Syntagma musicum" I (1615): A politically and confessionally motivated defense of instruments in the Lutheran liturgy (Ann Arbor: Bowling Green State University, 2014).

Vogelsänger 2020 | Siegfried Vogelsänger, Heaven is my fatherland, the life and work of Michael Praetorius, ed. N. Biebert (Eugene: Wipf and Stock, 2020).

Cerasoli 2021 | Michael Praetorius, raccontato da Giorgio Cerasoli, podcast (RadioTre, 20 febbraio 2021).

 

Scheda a cura di Michele Sartor © 2012
Revisione e aggiornamento di Filippo Della Fonte © 2021