[Scusa]

'Con insistenza'. 2

'Pertanto'. 3

'E a motivo di quali ragioni'. 4

Soggetto: voi lettori.

Fiume della Grecia.

Non precisamente un chiasmo, quasi incrocio logico: è Anfione che con la musica nuove i massi ed erige le mura di Tebe e Arione induce al sonno con la sua lira. In realtà l'episodio classico è quello di Orfeo con Caronte, ma la musica ha tradizionalmente la proprietà magica di portar fuori da questo mondo nella metafora del sonno, e quindi può essere associata anche ad Arione (che come Orfeo incantò gli animali, nel suo caso i delfini).

Anche questo riferimento non è chiarissimo: l'episodio classico di Apollo musicista è quello della sfida con Marsia, la cui mediocrità dei canti vuol forse esser evocata con «noiosa cura» («sovran balcone» è il Cielo, e tale sarà chiamato anche dal Marino dell'Adone, viii.13)

'Adriatico', il richiamo al nome di Banchieri (Adriano) è ricordato dall'uso del maiuscoletto.

Le «erte pendice amene» sono probabilmente un riferimento al monastero bolognese di Banchieri di S. Giovanni in Bosco, appunto collocato fra l'Appennino e il mare Adriatico. Il soggetto di «fan» dovrebbe essere «nove carte».

Costrutto equivoco: con nuovi libri (carte) per apprendere l'arte della musica. Il riferimento è alla Cartella musicale.

Si suppone sia un richiamo alla vegetazione in prossimità del monastero di S. Michele.

Viene adottato un meccanismo simile a quello che Bach proporrà nel quinto dei Canones diversi dell'Offerta musicale (1747). Qui il canone a due voci accompagna il thema regium che ricomincerà sempre un tono più alto («Ascendenteque modulatione ascendat gloria regis»):


[risoluzione:]

Tubalcaim, pronipote di Caino, sarebbe un fabbro; è suo fratellastro Iubal ad esser considerato inventore della musica. Tuttavia una tradizione tarda, sulla scorta dell'episodio dei martelli di Pitagora (da cui la scoperta dei valori numerici delle consonanze), tende a sovrapporre i due fratelli biblici facendogli ripercorrere l'esperienza di Pitagora. Per un approfondimento v. la scheda Iubal, Pitagora e la massoneria.

'Arpitarrone o 'arpichitarrone' è lo strumento inventato da Banchieri descritto nel trattato omonimo.


[Primo arringo]

Il passo di Zarlino – fondamentale per la storia della teoria – è in realta alla definizione xiv (nelle def. viii-xiii si tratta delle specie di ottava, quarta e quinta). Le Dimostrazioni sono del 1571, ma la teoria dei 12 modi (ovvero 6 autentici da do a la con i relativi plagali) era già stata formulata nelle Istituzioni armoniche (IV.10) del 1558. Di seguito i passi significativi dalle Dimostrazioni, rag. 5, deff. 8-14 (per una sintesi v. infra):

Definizione viii [le specie dell'ottava] • La prima specie della diapason è quella che tra la terza e la quarta corda grave, e tra la settima e la ottava acuta, contiene il semituono maggiore. La seconda è quella che lo contiene tra la seconda e la terza, e tra la sesta e la settima. La terza è quella che lo contiene tra la prima e la seconda, e tra la quinta e la sesta. La quarta è quella che lo contiene tra la quarta e la quinta corda, e tra la settima e la ottava. La quinta è quella, che lo contiene tra la terza e la quarta, e tra la sesta e la settima. La sesta è quella che lo contiene tra la seconda e la terza, e tra la quinta e la sesta corda. E la settima è quella che cotal semituono contiene tra la prima e la seconda corda, e tra la quarta e la quinta, procedendo sempre dal grave all'acuto. [...]

Definizione ix [le specie della quinta] • La prima specie della diapente è quella la qual contiene tra la terza e la quarta corda il semituon maggiore. La seconda è quella che lo contiene tra la seconda e la terza. La terza è quella che lo contiene tra la prima e la seconda. E la quarta quella che lo contiene tra la quarta e l'ultima; andando sempre dal grave all'acuto. [...]

Definizione x [le specie della quarta] • La prima specie della diatessaron è quella che contiene il maggior semituono tra la terza e la quarta corda. La seconda è quella che lo contiene tra la seconda e la terza. E la terza è quella che lo contiene tra la prima e la seconda; procedendo sempre dal grave all'acuto. [...]

Definizione xii [divisione armonica dell'ottava] • La diapason è detta esser armonicamente divisa quando da una mezana corda è partita in una diapente e in una diatessaron, di maniera che la diapente sia collocata nella parte grave di essa e la diatessaron nell'acuta. [...]

Definizione xiii [divisione aritmetica dell'ottava] • La diapason è detta esser aritmeticamente divisa in due parti quando da una mezana corda in tal maniera è partita che la diatessaron occupi il luogo grave e la diapente l'acuto tra essa in tale divisione. [...]

Definizione xiv [i dodici modi] • Il primo modo è quello ch'è contenuto tra la prima specie della diapason armonicamente divisa. Il secondo è quello ch'è collocato nella quinta aritmeticamente partita. Il terzo è quel ch'è posto tra la seconda divisa armonicamente. Il quarto è quello ch'è situato tra la sesta divisa eziandio aritmeticamente. Il quinto è quello ch'è posto tra la terza armonicamente partita. Il sesto è collocato tra la settima ch'è divisa arithmeticamente. Il settimo è quello c'hà luogo tra la quarta specie simigliantemente di essa diapason armonicamente partita. L'ottauo è quel che si truova tra la prima aritmeticamente tramezzata. Il nono è quello che tra la quinta specie pur di essa diapason divisa harmonicamente si trova collocato. Il decimo si trova tra la seconda aritmeticamente divisa. L'undecimo è posto tra la sesta pur divisa armonicamente. E lo duodecimo è collocato tra la terza specie divisa secondo l'aritmetica progressione. [...]

Il proverbio 'come l'asino alla lira', ispirato alla favola di Fedro, indica chi non ha le capacità per adempiere al suo compito.

In realtà non si ha notizia di una ristampa dell'Organo suonarino, ma i cataloghi indicano l'edizione del 1611 ristampata 2 o addirittura 3 volte.

Banchieri si riferisci ai Brevi documenti che seguavano il dialogo nella precedente edizione (1605). Ora però la sezione che segue, la Regola infallibile, rivela tutta la sua condizione di interpolazione.


[Seconda pratica]

Ovvero: e semmai riteneva che solo fosse stato fortunato per non aver incontrato difficoltà.

Il celebre episodio dell'uovo di Colombo era in realtà stato narrato da Vasari nella prima stesura sue Vite (1550) e riferito a Brunelleschi (il contesto era quello dell'assegnazione dell'appalto della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze). Nel 1665 Girolamo Benzoni nella sua Historia del Mondo Nuovo (1565) lo legò per sempre al nome di Colombo.

'Zelanti' fino al punto da diventar 'pedanti'.

Non è chiaro se qui Banchieri intenda riferirsi a simile teoria proposta da altri «scrittori e musici illustri». Di fatto l'unico testo che azzardasse la teoria della settima sillaba era stato il Musicae practicae (Rostock 1601) di Joachim Burmeister. La proposta di Jean La Meire (1581-1650), poi resa nota attraverso l'Harmonie universelle (1636) di Mersenne non era ancora stata formulata.

«Inutile fare con molto ciò che si può fare ugualmente bene con poco». È il celebre motto di Guglielmo da Occam (1288-1349) che sintetizza (e insieme banalizza) il principio filosofico dell'esclusione della lectio difficilior, che prende comunemente il nome di 'Rasoio di Occam'.

Si citeranno di seguito solo Guido e Zarlino, che non hanno mai parlato di una settima sillaba, ma entrambi furono innovatori nel modo di concepire la teoria musicale.

Vide supra

Ovvero: senza preoccuparci di cosa dirà il lettore pedante, il cui parere non c'importa.

Nella stampa: «all'ascendere».