TSM | Cronologia | Onomastico | Glossario | Thesaurus

Liturgia delle ore

È il rito, detto anche «Ufficio», che si compie durante l'intera giornata. Mutuato dalla tradizione ebraica (che pregava in più momenti del giorno e della notte), la comunità cristiana elabora una successione di otto «ore canoniche»:

L'ora Prima, contigua alle Lodi, fu separata solo nel VI sec. secondo le prescrizioni della Regola di san Benedetto.

Una delle più antiche descrizioni della Liturgia delle ore è quella della Tradizione apostolica (attribuita a Ippolito di Roma, inizio III sec.) [trad. R. Tateo, Roma 1979, pp. 96-99]:

Tutti gli uomini e donne, alla mattina quando si alzano, prima di intraprendere le occupazioni, si lavino le mani e preghino Dio; poi vadano al loro lavoro. [prima]
Tuttavia, se c'è un'istruzione per mezzo della Parola, ciascuno preferisca andarvi, pensando in cuor suo che ascolta Dio stesso per bocca di colui che dà l'istruzione […]   [parola]
Alla terza ora, se sei in casa, prega e loda Dio; se sei altrove, prega Dio in cuor tuo. A tale ora, difatti, Cristo fu inchiodato sulla croce. [terza]
Per questo nell'Antico Testamento la legge ordinava che si offrisse sempre, a tale ora, il pane di proposizione, come figura del corpo e del sangue di Cristo, e che si immolasse l'Agnello innocente, simbolo dell'Agnello perfetto. Difatti il Cristo è il pastore ed è anche il pane che discende dal cielo.   [eucarestia]
Ugualmente prega alla sesta ora, perché, quando il Cristo fu inchiodato al legno della croce, il giorno fu interrotto e si ebbe una grande oscurità. Pertanto, a quell'ora, si faccia una vigorosa preghiera, imitando la voce di Colui che pregò e ricoprì di tenebre l'intero creato per i Giudei increduli. [sesta]
Alla nona ora si preghi e si lodi a lungo Dio, imitando il modo in cui l'anima dei giusti loda Dio che è verità e che si è ricordato dei suoi santi e ha inviato il suo Verbo ad illuminarli. A quell'ora il Cristo fu colpito nel costato ed effuse sangue, e rischiarò il resto del giorno fino alla sera. [nona]
Così, quando cominciò a dormire, dando inizio ad un altro giorno, diede un'immagine della risurrezione. [vespro]
Prega anche prima di andare a letto. [compieta]
Verso mezzanotte alzati, lavati le mani con acqua, e prega. Se è presente anche tua moglie, pregate tutti e due insieme; ma se ella non è ancora credente, va' in un'altra stanza, prega e poi ritorna nel tuo letto. Non esitare a pregare […] Rendendo testimonianza di ciò, il Signore dice: «Ecco, si è alzato nella notte il clamore di coloro che gridano: "Ecco, viene lo sposo, alzatevi ed andategli incontro"». E conclude dicendo: «Per questo vegliate, perché non sapete a che ora viene». [mattutino]
 Al canto del gallo alzati e fa' la stessa cosa: a quell'ora, mentre il gallo cantava, i figli d'Israele rinnegarono il Cristo, che noi abbiamo conosciuto per mezzo della fede, sperando nella luce eterna e nella risurrezione dei morti e aspettando questo giorno. Pertanto, fedeli tutti, facendo queste cose e conservandone il ricordo, istruendovi l'un l'altro e dando esempio ai catecumeni, non potrete essere turbati né perdervi, dal momento che avrete sempre il ricordo di Cristo. [lodi]

Quella che in origine era la parte privata del rito cristiano (la liturgia descritta da Ippolito è ancora una preghiera individuale) ben presto divenne un rito collettivo, soprattutto nei monasteri (dove l'Ufficio è ancor oggi obbligatorio e più ricco nelle ore notturne). L'organizzazione della preghiera quotidiana si differenziò subito secondo i vari riti (romano, gallicano, ambrosiano, etc.). Una forma unitaria si definì tardi, con la compilazione di uffici validi per tutto l'anno (XII sec.).

La moltimplicazione delle ufficiature per i santi e la proliferazione di uffici devozionali indusse la Curia romana, ai tempi di Innocenzo III (1198-1216), ad abbreviare le parti dell'Ufficio: da qui il nome generico di Breviario che si dà al libro che raccoglie i testi della Liturgia delle ore. Negli stessi anni l'adozione del Breviario romano da parte dei Franescani assicurò la sua diffusione rapida e capillare.

L'ufficio è stato riformato dal Concilio di Trento (1568), da Pio XII (1911) e dal Concilio Vaticano II (1965).

Ogni ora ha struttura simile: introduzione, salmi, lettura con responsorio e conlusione.

Ma si sviluppa in modo diverso a seconda che si celebri durante le ore principali (Mattutino, Laudi e Vespri ) ovvero nelle altre ore:

L'ufficio del Mattutino inizia con Domine labia mea aperies cantato tre volte, cui segue il salmo 94 detto «Invitatorio» (tutte le strofe del salmo 94 sono alternate da un'antifona bipartita: è questa una reliquia sopravvissuta dell'antica prassi della salmodia alternata). Il Mattutino nel rito romano nei giorni festivi è strutturato in 3 notturni (uno solo notturno negli altri giorni) ciascuno con tre salmi a cui seguono tre letture che si chiudono con un Responsorio breve. In genere nel primo nottuno vi sono letture bibliche, nel secondo patristiche e nel terzo, che inizia sempre con il vangelo del giorno, commenti patristici alla festività. Le letture agiografiche sono poste al secondo e terzo notturno nella festa di un grande santo. Dopo ogni responsorio di ciascun notturno si canta il Gloria patri. Nell'ultimo notturno del Mattutino, in occasioni festive si cantano il vangelo del giorno, cui segue il Te Deum , orazioni (dette «colletta») e congedo (Benedicamus Domino).

Le altre ore dell'Ufficio iniziano con il versetto Deus in adjutorium me intende, seguito dall'Alleluia, che in Quaresima è sostituito dal Gloria tibi domine e dall'inno. Il punto centrale delle ore è la salmodia così articolata: antifona – 1 o 2 versetti nel tono dell'antifona – antifona. Nelle ore minori sono previsti tre salmi, nelle Lodi e nei Vespri cinque. Durante le ore diurne le letture (Capitolo) sono brevi, mentre nei Notturni del Mattutino sono più lunghe. Dopo la lettura vi è una pausa di silenzio cui segue il Responsorio, che sarà breve se la lettura è stata breve (ore diurne) o altrimenti lungo (inno). Alle Lodi, Vespri e Compieta s'intona il Cantico evangelico (Benedictus, Magnificat, Nunc dimmits). L'Ufficio si conclude con le orazioni-collette (a volte preceduto dal Pater noster) e il congedo.