Carnaval op. 9  
Scenes mignonnes sur quatre notes
dedicato a Karol Lipinski (1834)

Nella composizione Schumann, all’epoca venticinquenne, racchiuse episodi, sentimenti e persone legati alla sua vita, immaginando come scenario una festa di carnevale. Così le maschere furono depositarie dei differenti stati d’animo, sempre contrastanti, per cui a Pierrot seguiva Arlecchino e Pantalone si contrapponeva a Colombina. In realtà il titolo originale pensato da Schumann era Fasching-Schwaenke auf vier Noten [traduzione], dedicato al violinista Lipinski, conosciuto in quel periodo.

Compaiono nell'opera, composta da 22 sezioni personaggi del suo quotidiano, Clara Wieck (Chiarina), Ernestine von Fricken (Estrella) e altri di sua invenzione, come Florestano ed Eusebio. Espliciti anche gli omaggi a compositori contemporanei come Chopin e Paganini, gli stessi che nei primi anni della «NZM» aveva recensito entusiasticamente.

L'opera è strutturata su delle crittografie sulle note A (la), S (si bemolle), C (do), H (si naturale), combinate in vario modo. Asch è la città in cui è nata Ernestine von Fricken ma significa anche 'cenere' (relativamente al mercoledì delle ceneri); è anche parte di Fasching (in tedesco significa carnevale) e del nome del compositore, Schumann.

Esistono due versioni del Carnaval, una pubblicata da Breitkopf & Haertel [anno] e una da Schlesinger a Parigi [anno], come supplemento alla «Gazzette Musicale» (in versione ridotta, con brani scelti da Schumann) nel luglio 1837.

1. Préambule · È l'unico tema che non nasce dalle note A-sc-h, ma è tratto da un tema di Schubert (Trauerwalzer, Op. 9/2, D. 365).
2. Pierrot · Personaggio della commedia dell'arte.
3. Arlequin · Personaggio della commedia dell'arte.
4. Valse noble
5. Eusebius · Iil carattere del pezzo rappresenta il lato più pacato e riflessivo di Schumann.
6. Florestan · Il lato più passionale di Schumann; cita all'interno un tema della sua opera Papillons op. 2.
7. Coquette · Descrive la domestica civettuola conosciuta a casa di Friedrich Wieck, che secondo alcuni potrebbe avergli trasmesso la sifilide.
8. Réplique
Sphinxes · Consiste in tre sezioni, ognuna contenente una sola misura, senza indicazione di chiave, tempo o dinamica. Le note sono nella configurazione S-CH-A, As-C-H e A-S-C-H. Di solito viene omesso nelle esecuzioni, anche se sia Rachmaninov che Cortot l'hanno incluso nelle loro registrazioni di quest'opera.
9. Papillons · Richiama la sua op. 2.
10. a.s.c.h.-s.c.h.a. Lettres Dansantes · A dispetto del titolo, lo schema usato è As-C-H; E-flat.
11. Chiarina · Descrive Clara Wieck, con lo stesso nome utilizzato negli Scritti critici.
12. Chopin · Omaggio a Chopin.
13. Estrella · Descrive il suo primo amore, Ernestine von Fricken. Pare che inizialmente Clara Wieck Schumann, nelle esecuzioni in concerto del Carnaval omettesse questo pezzo.
14. Reconnaissance
15. Pantalon et Colombine · Personaggi tratti dalla commedia dell'arte
16. Valse Allemande
Intermezzo: Paganini · Non numerato, come le Sfingi, è un omaggo a Paganini, in ricordo del concerto del noto violinista che gli diede la determinazione e convinzione di voler proseguire nella carriera musicale, abbandonando quella universitaria.
17. Aveu · Con Promenade definisce un momento di distensione tra il pezzo precendente, Paganini, e il finale dell'opera.
18. Promenade
19. Pause · Un ritornello quasi identico al passaggio dal Préambule, conduce direttamente senza pausa alla sezione successiva.
20. Marche des 'Davidsbündler' contre les Philistins · Come il Preambole, non è basato sulle celebri quattro note. La Lega dei Fratelli di Davide, frutto dell'immaginazione schumanniana, è una compagine di personaggi immaginari (Florestano, Eusebio ed altri) e di persone realmente esistenti sotto pseudonimo. Fritz Friedrich (il pittore J. R Lyser) e le signore Eleonore (Henriette Voigt), Estrella (Ernestine von Fricken), Livia (Frege), Maria (la cantante Henriette Grabau) e più tardi anche Mendelssohn, sotto il nome di Felix Meritis. Dei membri stranieri della lega vanno ricordati Jeanquirit (il compositore Stephen Heller, che viveva a Parigi ed era corrispondente della Neue Zeitschrift für Musik), St. Diamond o il sagrestano del villaggio Gottschalk Wedel (raccoglitore di canti popolari A.W. E. von Zuccalmaglio). È un chiaro inno dei Fratelli della Lega di Davide contro i Filistei della musica.

Liszt ha detto del Carnaval:

Il Carnaval op. 9 prenderà il posto nel repertorio pianistico accanto alle 33 variazioni di Beethoven su un walzer di Diabelli, che nella mia opinione le supera per invenzione melodica. [lettera del 9 gennaio 1857 al biografo di Schumann, Wasilewski]

Liszt lo eseguì in un concerto del 1840 al Gewandhaus di Lipsia, con dei tagli consentiti da Schumann (i pezzi 2-4, 9-12, 14, 17-19 e 20). Così scrive Schumann nella recensione di quel concerto (Scritti critici, 1840):

A un mio lieve dubbio, che un quadro carnevalesco così rapsodico potesse far presa su un grande pubblico, egli [Liszt] rispose che lo sperava, e che anzi ne era profondamente convinto. [...] Se qualche passaggio può attrarre questo o quello ascoltatore, gli stati d'animo musicali cambiano però troppo rapidamente perchè un intero pubblico, che non vuole essere scosso ad ogni minuto, possa seguirli. Come ho già detto, forse il mio amabile amico non aveva tenuto conto di ciò. E per quanto abbia suonato con grande partecipazione e grande genialità, non riuscì a coinvolgere l'intero pubblico, anche se forse riuscìa colpire qualche singolo ascoltatore.

Heinrich Simon  (1858-1930), nipote del fondatore del «Frankfurter Zeitung», ha studiato filosofia, letteratura e italianistica, in parallelo agli studi musicologici e pianistici. Personalità importante nella Francoforte del primo Novecento, ha contribuito a rendere la città un centro culturale importante.

Friedrich Gustave Jansen  (1831–1910) fu organista, compositore e scrittore. Fu docente a Göttengen e organista e direttore presso la Cattedrale di Verden (Sassonia). Si occupò delle edizioni di alcune opere da camera di Schumann, curando anche alcune edizioni dei Diari e delle Lettere.

Martin Kreisig  (1856-1940) si appassiona a Schumann grazie al padre, Christian Gottlob Kreisig, che ebbe modo di conoscere gli Schumann tramite la coppia Serre (proprietari del castello di Maxen dove Clara e Robert alloggiavano spesso) riuscendo a prendere lezioni di pianoforte da Schumann stesso. Egli gli diede un Notenbüchlein (quadernetto di appunti) da lui scritto dal quale, molti anni dopo, studiò pianoforte anche Martin. Non intraprese la carriera musicale; studiò presso il Königliche Seminar in Friedrichstadt e divenne insegnante. Parallelamente si interessò agli aspetti biografici di Schumann che lo portarono a fondare il Robert-Schumann-Museum a Zwickau e la Robert-Schumann-Gesellschaft, curando le più importanti edizioni delle testimonianze biografiche schumanniane.

Paul Bekker  (1882-1937) si diploma in violino, pianoforte e composizione a Berlino. Si dedica da subito alla critica musicale, scrivendo per il «Berliner neueste Nachrichten» (1906), il «Berliner allgemeine Zeitung» (1909) e nel 1911 divenne capo redattore del «Frankfurter Zeitung» (1911-23). Dal 1925 diresse i teatri d'opera di Kassel e Wiesbaden, promuovendo opere di Berlioz, Cimarosa, Dittersdorf, Grétry and Weber, e prime assolute di Alfano, Busoni, Casella, Castelnuovo-Tedesco, Delius, Hindemith, Milhaud, Pfitzner, Schoenberg, Schreker, Strauss, Stravinsky, Stephan and Weill. Nel 1933 è costretto a lasciare la Germania perchè di religione ebraica; si trasferirà momentaneamente a Parigi e dal 1934 a New York dove divenne critico per il «New Yorker Staats-Zeitung». Tra i suoi scritti si ricordano Das deutsche Musikleben (1916), Die Sinfonie von Beethoven bis Mahler (1918), Neue Sachlichkeit, Wandlungen der Oper (1934) e The Story of the Orchestra (1936).

Georg Eismann  (1899–1968), con la collaborazione di Martin Schoppe, continuò il lavoro di catalogazione e promozione del materiale schumanniano iniziato da Martin Kreisig nel 1920 presso la Schumannhaus di Zwickau. Vinse l'edizione del 1964 nella categoria musicologia del Premio Robert Schumnn.

Herbert Schulze  (1895- 1985) studia organo, pianoforte e direzione di coro a Monaco, Lipsia e Dusseldorf. Per anni svolse l'attivita di docente a Lipsia e Berlino, parallelamente all'attivita concertistica come pianista, volta alla promozione della musica contemporanea (Skrjabin, Schonberg, K.enek, Hindemith e Strawinsky) e a quella di organista e costruttre di organi.Vinse il premio Robert Schumann nella sezione musicologia nel 1969.

Josef Häusler  (1926-2010), per anni redattore della rivista «Neue Musik». É stato dal 1976 al 1991 direttore artistico del festival Donaueschinger Musiktage e di molti festival di musica contemporanea.

Gerd Nauhaus,  attuale direttore della Robert-Schumann-Haus a Zwickau. Da anni si occupa di ricerche di argomento schumanniano, pubblicando i diari del matrimonio, gli scritti critici e le lettere.

Luigi Ronga  (1901-1983) laureatosi in lettere a Torino e perfezionatosi in musicologia successivamente a Dresda (dove dal 1930 prese la libera docenza), intraprese nel 1926 l'insegnamento di storia della musica presso i Conservatori di Palermo e di Roma (1926), l'Università di Roma e l'Istituto pontificio di musica sacra (dal 1930). Ha diretto, dal 1954 per alcuni anni, la «Rivista Musicale Italiana» e la «Rassegna musicale» (1928). Fu presidente dell'Istituto Italiano per la Storia della Musica, e membro dell'Accademia di S. Cecilia e dell'Accademia dei Lincei.

Antonietta Cerocchi Pozzi  si è laureata con lode in Lettere nel 1988, sotto la guida di Pierluigi Petrobelli e diplomata in pianoforte e composizione presso il Conservatorio di S. Cecilia a Roma. Dal 1989 svolge un'intensa attività musicologica e didattica, che spazia dall'etnomusicologia (collaborando con Diego Carpitella) alle collaborazioni con varie riviste specializzate tra le quali «Acta Musicologica» e «La Nuova Rivista Musicale Italiana». È titolare della cattedra di Storia ed estetica della musica presso l'Istituto musicale pareggiato 'G. Braga' di Teramo.