Jean-Jaques Rousseau
Dictionnaire de musique

Paris: Veuve Duchesne, 1768.

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Frontespizio dell'edizione Duchesne, 1768


l'autore

Jean-Jacques Rousseau (Ginevra, 1712 – Ermenonville, 1778), filosofo, scrittore e compositore svizzero-francese. Nato in un'umile famiglia da genitori protestanti ebbe durante la giovinezza una educazione musicale piuttosto sommaria. Fuggì da Ginevra nel 1728 e fu accolto ad Annecy da Madame de Warens che lo inviò a Torino. Dopo aver tentato diversi mestieri con scarso successo, tornò da Madame de Warens a Chambéry (1731) e cominciò a coltivare seriamente gli studi musicali. Fu attivo come flautista e corista nella cattedrale di Annecy. La sua formazione avvenne essenzialmente sul Traité de l'Harmonie di Rameau e sulle opere di Bontempi e Banchieri; in quegli anni scrisse una cantata, alcune canzoni e le tragédies lyriques Iphis et Anaxorète e La découverte du nouveau monde.

Nel 1742 presentò all'Accademia delle Scienze di Parigi una propria relazione su di un nuovo sistema di notazione musicale basato sulla sostituzione delle note con cifre (Project concernant de nouveaux signes pour la musique) e pubblicò una Dissertation sur la musique modern sullo stesso soggetto nel 1743. Nel 1743-44 fu a Venezia come segretario dell'ambasciatore francese ed acquistò familiarità con la musica italiana. Nel 1749 D'Alembert e Diderot gli commissionarono le voci musicali dell'Encyclopedie che Rousseau portò a termine in breve tempo e che poi raccolse, con profonde modifiche, nel Dictionnaire de musique. Esse costituiscono la parte più importante e consistente del suo pensiero sulla musica, anche se non mancarono di suscitare le proteste di Rameau.

Dopo aver già esercitato l'attività di copista di musica in gioventù, dal 1751 la riprese, rivalutandola come un esercizio di mediazione «entre ce que le compositeur imagine et ce qu'entendent les auditeurs». Nel 1752 il suo intermède Le devin du village fu eseguito a Fontainebleau e ottenne un grande successo. Nel 1753 intervenne direttamente nella disputa nota come 'Querelle des bouffons' e nel novembre dello stesso anno pubblicò la Lettre sur la musique française in cui attaccava le ricerche armoniche e contrappuntistiche della musica francese e si pronunciava in favore di una musica melodica semplice. Prendendo in esame la musica vocale giunse alla conclusione di una superiorità della musica italiana dovuta alla qualità più melodiosa della lingua.

Condannato nel 1759 per la pubblicazione dell'Emile, in preda a una tormentosa mania di persecuzione girovagò tra Svizzera e Inghilterra dove rimase dal gennaio 1766 al maggio 1767, ospite del filosofo Hume. Nel 1770 venne rappresentato il Pygmalion, primo esempio di melologo. Negli anni seguenti iniziò la composizione dell'opera Daphnis et Chloé, rimasta incompiuta; alcune arie e romanze vennero pubblicate postume. Dopo aver rotto l'amicizia con Hume tornò in Francia. Morì a Ermenonville, vicino a Parigi, il 2 luglio del 1778. Rousseau attribuiva grande importanza alla propria attività musicale: nelle Confessions riferisce quanto sin dall'infanzia amasse appassionatamente la musica rimpiangendo di non esservisi dedicato totalmente; autodidatta, non raggiunse mai un'approfondita conoscenza tecnica. Tra gli enciclopedisti fu l'unico, tuttavia, che lasciò un corpus organico di scritti musicali destinati ad avere un'enorme influenza nel pensiero e nel gusto critico del Settecento. I concetti di naturalezza, verosimiglianza, spontaneità sentimentale e la ribellione ai vincoli artificiosi della cultura ancien régime orientano tutta la sua attività compositiva.


il dizionario

Le voci musicali dell'Encyclopedie furono portate a termine in tre mesi e, come egli stesso afferma nella prefazione del Dictionnaire, non ebbe più modo di rivederle e correggerle. Perciò decise di riprenderle nella redazione di un'opera di più ampio respiro. La prefazione dell'opera è del dicembre 1764, mentre la prima edizione risale a tre anni dopo. Il Dictionnaire è dunque frutto di un lavoro protrattosi per quasi due decenni.

Suo scopo principale è trattare termini legati alla teoria e alla tecnica, non solo fornendo definizioni, ma anche, e soprattutto, mostrando le relazioni che intercorrono tra i diversi concetti. I suoi 900 lemmi spaziano tra acustica, teoria musicale, esecuzione, composizione, interpretazione, generi musicali, poetica dei generi musicale ed operistico, storia della musica. È inoltre uno dei primi lavori a dare uno spazio significativo alla musica extraeuropea. Rousseau sostituisce la concezione aristotelica dell'arte, che fiorì in età classica, con un ideale di musica basata su caratteristiche personali, intime: il fine dell'arte non è esprimere la verità, ma penetrare nell'anima e suscitare emozioni. Da questo punto di vista Rousseau è un precursore dell'estetica preromantica.


le edizioni

Non è possibile qui elencare tutte le edizioni del dizionario che sono numerosissime: mi limiterò a quelle non inserite nelle raccolte dell'opera di Rousseau. Fétis (1842, ad vocem) offre l'elenco apparentemente più completo:

Genève 1767, un volume in 4° da cui le edizioni seguenti,
Paris, V. Duchesne, 1768, in 4°,
Amsterdam 1768, 2 volumi in 12°,
Paris, V. Duchesne, 1771, un volume grande in 8°,
Genève 1781, 2 volumi in 8°,
Deux-Ponts 1783, in 8°,
Paris, Lequien, 1821-1822, 2 volumi in 8°.

Ma quella che Fètis indica come prima edizione (Genève 1767) non sembra rintracciabile; la ristampa Duchesne del 1771 forse è quella del 1775; l'edizione Deux Ponts del 1873 è da anticipare al 1782 e quella di Lequien apparve in una collezione di opere. All'elenco si può aggiungere l'edizione Bruxelles 1776 con note tipografiche alterate (pubblicata come Londres 1766). Fétis segnala inoltre una sintesi del Dictionnaire curata da F. L. H. Turbri nel 1821. Non sembra che il Dictionnaire in seguito sia mai più stato pubblicato sciolto (ovvero fuori dall'opera di Rousseau), se non in anastatiche moderne.

1768 (rist. 1775) - Paris: Duchesne

Jean-Jacques Rousseau, Dictionnaire de musique, Paris: Veuve Duchesne, 1768, 21775.

XII, 548 pp., 13 tavv., in-4° (21 cm)
Coll. di rif.: I-Bc (1786), I-Nc (1786), GB-LEbc (1775)

1768 - Amsterdam: Rey

Jean-Jacques Rousseau, Dictionnaire de musique, 2 voll., Amsterdam: Marc Michel Rey, 1768.

2 voll. (XVI, 504 pp. + 378 pp., 13 tavv.), 18 cm.
Coll. di rif.: CH-BEl

1776 - Bruxelles: Boubers

Jean-Jacques Rousseau, Dictionnaire de musique, Londres 1766 [ma: Bruxelles: de Boubers, 1776].

XII, 538 pp., 14 tavv., in 4°
Coll. di rif.: CH-BEl

1781 - Genéve

Jean-Jacques Rousseau, Dictionnaire de musique, 2 voll., Genéve, s.e., 1781.

2 voll. (XIV, 772 pp., 13 tavv.), 26 cm.
Coll. di rif.: US-NYpl

1782 - Deux Ponts: Sanson

Jean-Jacques Rousseau, Dictionnaire de musique, 2 voll., Deux Ponts: Sanson et c., 1782..

2 voll., in 12° (19 cm)
Coll. di rif.: US-Wlc

1821 - versione ridotta

François-Louis-Hébert Turbri, Abrégé du 'Dictionnaire de musique' de J.-J. Rousseau, Toulouse: Bellegarrigue, 1821.

140 pp, 18°
Coll. di rif.: F-Pn

1969 - anast. dell'ed. 1768

Jean-Jacques Rousseau, Dictionnaire de musique, rist. anast. a cura di J. J. Eigeldinger, Genève: Minkoff, 1969, 21998.

656 pp., 26 cm
Coll. di rif.: I-Mism (1998)

1977 - anast. dell'ed. Paris: Aubrée, 1832

Jean-Jacques Rousseau, Dictionnaire de musique, 2 voll., Paris: Art et culture, 1977.

2 voll. (442 + 491 pp.), 21 cm
Coll. di rif.: US-Wlc

Traduzioni: Subito dopo la pubblicazione il Dictionnaire riscontrò un tale successo da essere ripreso, commentato e tradotto in più lingue. Fétis cita una traduzione olandese di F. van Heyligert pubblicata ad Amsterdam nel 1769, non rintracciata. Fu invece pubblicata una traduzione tedesca nelle annate 1768-69 del periodico di Lipsia «Wöchentliche Nachrichten und Anmerkungen die Musik betreffend». E sempre nel 1769 apparve una versione inglese abbreviata come appendice alla seconda edizione del Dictionary di Grassineau (il quale era una traduzione del dizionario di Brossard). Una traduzione inglese integrale apparve nel 1771 e in tempi moderni nel 1968. Fino ad oggi non esiste una traduzione italiana; il prof. Fernando Bollino, docente di Estetica presso l'Università di Bologna, sembra se ne stia occupando.

1768-69 (anast. 1970) - trad. tedesca

Jean-Jacques Rousseau, Wörterbuch der Musik, «Wöchentliche Nachrichten und Anmerkungen die Musik betreffend», 1768 e 1769; rist. anast. dell'intero periodico [1766-1770] Hildesheim: Olms, 1970.

Coll. di rif.: GB-Lbl

1769 - trad. inglese abbreviata (Grassineau)

James Grassineau [ma Sébastien de Brossard], A musical dictionary: containing a full explanation of all the terms made use of in ... music ... A new edition, to which is added an appendix, selected from the Dictionnaire de musique of M. Rousseau: containing all the new improvements in music, etc. , London, J. Robson, 1769.

XII, 347 pp., tavv., 21 cm

Coll. di rif.: GB-Lbl

1775 (?), rist. 1779 - trad. inglese (Waring)

Jean-Jacques Rousseau, A dictionary of music, trad. di William Waring, London: J. French, [1775?]; rist. come A complete dictionary of music: consisting of a copious explanation of all words necessary to a true knowledge and understanding of music, ibidem e Dublin: L. White, 1779; rist. anast. II ed., New York: AMS Press, 1975.

468 pp., 2 tavv., in-8°

Coll. di rif.: GB-Lbl

1969 - trad. inglese (Hunt)

Thomas Webb Hunt, The Dictionnaire de musique of Jean-Jacques Rousseau, Ann Arbor: UMI, 1968.

X, 580, 29 cm

Coll. di rif.: US-BUu

1975, rist. anast. della trad. 1779

Jean-Jacques Rousseau, A complete dictionary of music: consisting of a copious explanation of all words necessary to a true knowledge and understanding of music, New York: AMS Press, 1975.

468 pp., 2 tavv., 24 cm

Coll. di rif.: GB-Lbl


la fortuna

Nelle Confessions Rousseau definisce il Dictionnaire un «travail de manœuvre», un «lavoro di manovalanza» e un «passatempo per i giorni di pioggia», ma in realtà lo considera una prova della sua competenza musicale. Sono passati quasi vent'anni dalla pubblicazione delle voci musicali dell'Encyclopedie, sono gli anni che segnano la sua maturità estetica, in cui si mette alla prova come artista. Dunque il Dictionnaire, oltre ad essere una testimonianza della musica e della vita musicale del suo tempo, ha una forte componente soggettiva, è l'esposizione della sua filosofia della musica. Per questo è destinato a lasciare un segno nel pensiero del Settecento e dei secoli successivi e ad essere ancora oggi un punto di riferimento.

L'opera, che, all'epoca della sua pubblicazione, ebbe grande successo, al pari di tutta la produzione del suo celebre autore, non mancò comunque di ottenere critiche anche molto severe. Interessanti le osservazioni di Fétis al riguardo:

La meno ragionevole di queste critiche fu certamente quella di Ginguené, Framery, l'abate Feytou e degli altri redattori del Dictionnaire de musique dell'Encyclopedie méthodique (Paris, 1791-1818) che, prendendo come base del loro lavoro gli articoli del Dictionnaire di Rousseau, impiegano nelle loro aggiunte tutta la loro logica per dimostrarne la falsità o l'insufficienza.
… Castil-Blaze, nella prefazione del suo Dictionnaire de musique moderne, si esprime così: «Se il Dictionnaire di Rousseau è giunto fino a noi lo si deve alle eloquenti dichiarazioni che contiene. La parte didattica è difettosa pressochè su tutti i fronti e i suoi sviluppi oscuri e contorti. L'autore dimostra ad ogni passo di ignorare egli stesso ciò che pretende di spiegare a noi. Infine, la sua opera è incompleta: non contiene nemmeno la metà dei termini del lessico musicale». Nonostante questa critica, per certi versi fondata, Castil-Blaze ha improntato parecchi articoli su quello stesso lavoro oggetto di biasimo.

Fétis poi ricorda le condizioni particolari in cui l'opera fu redatta che rendono il Dictionnare un lavoro pionieristico nel suo campo:

Nonostante la veridicità delle imperfezioni del libro di Rousseau, non deve essere dimenticato che la rarità di letteratura specializzata e di altri materiali in Francia, all'epoca in cui fu scritto, rendono un simile lavoro un'ardua impresa; che questo fu portato a termine in una solitudine in cui l'autore fu privato di ogni aiuto e che infine una parte degli errori di Rousseau sono quelli del suo tempo. D'altro canto in tutte le parti riguardanti l'estetica mostra un raro istinto per l'arte e vedute fortemente elevate.

Inoltre è bene ricordare che un gran numero delle voci di Rousseau compaiono su un dizionario per la prima volta. Dunque, tenute in debito conto le imperfezioni e la forte componente soggettiva, caratteristica di tutta l'opera, il Dictionnaire è stato e continua ad essere uno strumento fondamentale nelle discipline musicologiche.

Scheda a cura di Maria Bosisio © 2003