Carmina Burana: ricerche sulla musica

In taberna quando sumus

cb 196

Fonti

B München, Bayerischen Staatsbibliothek, Clm. 4660 (CB), info ca 1230 87v  
W Wittingau (Třeboň), Státní Archiv, A 7 info ca 1460 158v   [a]
a. Da Schumann] residui sovrapposti delle strofe da 1 a 3, vv. 5 e 4, come chiusura di un potpourri "Cancio sequitur de thaberna" (incipit: "Quicunque delectatur thabernam introire"). Scritti intorno al 1459 da frate Crux de Telcz; cfr Doležalová 2021]. Viltkovsky, Latmska poeste zakovska v Cechdch (Bratislava 1932), p. 258 (112)ss. Stampato di seguito dopo Feifalik. -- Sui singoli tocchi con altre canzoni da bere, cfr. Lehmann, Parodie, pp. 178-181 (2: pp. 127-129) e sotto.

Bibliografia

Legenda — Testo:   Edizione testo/musica   Riferimento

    B
Schumann 1970 [1941] iii.35] ed. critica

Testo

        [trad. metrica di Francesco Stella in Storia della cività europea,
ed. Umberto Eco, 75 ebook (Milano: EM Publisher, 2014): xxix.
i. In taberna quando sumus, | non curamus quid sit humus,
sed ad ludum properamus, | cui semper insudamus.
Quid agatur in taberna, | ubi nummus est pincerna?
Hoc est opus, ut queratur, | sed quid loquar, audiatur.
aa
bb
cc
dd
òoòoòoòo|òoòoòoòo
id.
id.
id.
Quando siamo all'osteria che c'importa se siam cenere,
noi ci buttiamo al gioco che non ci dà mai tregua.
Che si fa all'osteria, dove danaro fa il coppiere,
è ben giusto chiederlo; ve lo dirò, ascoltate.
Quando siamo in osteria | la realtà se ne va via
Ma al gioco ci affrettiamo | per il quale noi impazziamo
Cosa accade all’osteria | dove il soldo fa allegria?
Questa è cosa interessante | ascoltate, orecchie attente:
ii. Quidam ludunt, quidam bibunt, | quidam indiscrete vivunt.
Sed in ludo qui morantur, | ex his quidam denudantur;
quidam ibi vestiuntur, | quidam saccis induuntur.
Ibi nullus timet mortem, | sed pro Baccho mittunt sortem.
    Chi gioca, chi beve, chi si dà ai bagordi.
Fra chi si accanisce al gioco c'è chi si spoglia,
c'è chi si riveste, c'è chi si ricopre di sacco;
qui nessuno teme la morte, si gettano i dadi per Bacco:
C’è chi gioca e c’è chi beve | chi indecentemente vive
C’è chi è vittima del gioco | e a chi resta niente o poco
C’è chi n’esce riverito | chi di sacco è rivestito
Lì nessun teme la morte | ma per Bacco sfida a sorte
iii. Primo pro nummata vini. | Ex hac bibunt libertini:
semel bibunt pro captivis, | post hec bibunt ter pro vivis,
quater pro Christianis cunctis, | quinquies pro fidelibus defunctis,
sexies pro sororibus vanis, | septies pro militibus silvanis.
    prima i viziosi bevono per il soldo del vino,
una volta bevono per i carcerati, dopo bevono tre volte per i vivi,
quattro per tutti i cristiani, cinque per i fedeli defunti,
sei per le buone donne, sette per i grassatori.
Brindiam a chi paga i vini | poi beviam coi libertini
Un bicchier al carcerato | e poi tre per il creato
Quattro per tutti i cristiani | cinque per i morti anziani
Sei per l’uom con l’armatura | sette per la donna impura
iv. Octies pro fratribus perversis, | novies pro monachis dispersis,
decies pro navigantibus, | undecies pro discordantibus,
duodecies pro penitentibus, | tredecies pro iter agentibus.
Tam pro papa quam pro rege | bibunt omnes sine lege.
    Otto per i frati pervertiti, nove per i monaci scappati,
dieci per i naviganti, undici per i litiganti,
dodici per i penitenti, tredici per viaggiatori.
Per il papa o per il re bevono tutti senza limiti.
Otto ai figliuol perversi | nove ai monaci dispersi
Dieci per i naviganti | undici pei litiganti
Dodici per penitenti | tredici per i partenti
Per il papa o per il rege | bevon tutti sine lege
v. Bibit hera, bibit herus, | bibit miles, bibit clerus;
bibit ille, bibit illa, | bibit servus cum ancilla;
bibit velox, bibit piger, | bibit albus, bibit niger;
bibit constans, bibit vagus, | bibit rudis, bibit magus.
    Beve la dama, beve il signore, beve il soldato, beve il chierico,
beve quello, beve quella, beve il servo con l'ancella,
beve il lesto beve il pigro, beve il bianco, beve il negro,
beve il costante, beve il vano, beve il rozzo, beve il dotto.
Il signor con le signore | beve il clero e il cavaliere
Beve questo, beve quella | beve il servo con l’ancella
Beve il vivo, beve il pigro | beve il bianco, beve il negro
Beve il certo, beve il vago | Beve il tonto, beve il mago
vi. Bibit pauper et egrotus, | bibit exul et ignotus;
bibit puer, bibit canus, | bibit presul et decanus;
bibit soror, bibit frater, | bibit anus, bibit mater;
bibit ista, bibit ille, | bibunt centum, bibunt mille.
    Beve il povero e il malato, beve l'esule e lo sconosciuto,
beve il ragazzo beve il vecchio, beve il vescovo e il decano,
beve la suora, beve il frate, beve la nonna, beve la madre,
beve questa, beve quello, bevon cento, bevon mille.
Beve il povero e il malato | beve il triste e l’esiliato
Beve il bimbo con l’anziano | beve il prete col decano
Il fratello e la sorella | l’ammogliato e la zitella
Beve questo, bevon quelle | bevon cento, bevon mille
vii. Parum durant sex nummate | ubi ipsi immoderate
bibunt omnes sine meta, | quamvis bibant mente leta.
Sic nos rodunt omnes gentes, | et sic erimus egentes.
Qui nos rodunt confundantur | et cum iustis non scribantur.
    Poco duran seicento denari, se bevon tutti
alla grande senza limiti, pur se bevon a mente lieta.
Ci fan tutti torto, siamo così poveracci!
Chi ci sprezza sia confuso, e fra i giusti non sia scritto.
Poco duran sei denari | se si beve senza pari
Bevon tutti senza meta | finché bevon a mente lieta
Ci fan proprio tutti torto | e così siam poveracci
Chi ci sprezza sia confuso | e fra i giusti non incluso.

Musica

Adattamento di Clemencic (1974) del conductus Congaudentes celebremus del Ludus Danielis (fonte: GB-Lbl, Egerton 2615, cc. 103v) – α' = una quinta sopra di α. [audio]

Congaudentes celebremus | Natalis solemnia
Jam de morte nos redemit | Dei sapientia
Homo natus est in carne | Qui creavit omnia
Nasciturum quem praedixit | Prophetae facundia
Danielis jam cessavit | Unctionis copia
Cessat regni Judaeorum | Contumax potentia
α
α
α'
α'
α
α
Gioendo celebriamo le solennità natalizie;
la sapienza di Dio già ci ha salvato dalla morte.
Uomo è nato incarnandosi colui che tutto ha creato,
il nascituro preannunciato dalla facondia del profeta.
Già cessò lo splendore dell’unzione di Daniele;
cessa la fiera potenza del regno dei Giudei.
In hoc natalitio | Daniel cum gaudio | Te laudat haec contio βββ In questo giorno natalizio, | Daniele, quest’assemblea | ti loda con gioia.
Tu Susannam liberasti | De mortali crimine
Cum te Deus inspiravit | Suo sancto flamine
Testes falsos comprobasti | Reos accusamine
Bel draconem peremisti | Coram plebis agmine
Et te Deus observavit | Leonum voragine
Ergo sit laus Dei verbo | Genito de virgine
α
α
α'
α'
α
α
Tu liberasti Susanna dalla calunnia umana
ispirato dalla santa favilla di Dio.
Smascherasti i testimoni mendaci, rei dell’accusa.
Annientasti il drago Bel dinanzi alla moltitudine del popolo,
e Dio ti protesse quand’eri nella fossa dei leoni.
Sia dunque gloria al Verbo di Dio, nato da Vergine.

Il brano è parzialmente ripreso in:
a) un’altra canzone che comincia con Iam lucis orto sidere (st 1, 5-6 in dimetri giambici, le altre in trocaici)
b) un inno liturgico (musica)
c) simile incipit è anche in una pastorella di CB, n. 157 (2 x òoòoòoo–|òoooòo—|òoòoòoo|òooooòo)