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Guglielmo IX in una miniatura dal codice
F-Pn, Fr. 12473, f. 128r [ms K (XIII sec.)].

Guglielmo IX

Duca d'Aquitania e conte di Poitiers (1071-1126). Fu sovrano su un territorio più vasto di quello del re di Francia, di cui era suddito. Andò in Terrasanta (1101), dove il suo esercito fu sconfitto. Tentò in più occasioni l'annessione di Tolosa. È ricordato per la condotta spregiudicata (fu scomunicato) e per essere il primo trovatore di cui siano soppravvisuti alcuni testi (una decina).

Pos de chantar m'es pres talentz
Sebbene si attribuiscano a Guglielmo IX le primi 'canzoni di crociata' (perdute) ed egli stesso abbia partecipato al proseguimento della I crociata, questa canso, la più 'biografica' fra qulle pervenute sembra legarsi alla Reconquista spagnola (ma un'altra lettura la ritiene scritta in punto di morte). Se si accoglie la tesi che «eisil» (esilio) faccia riferimento al suo trasferimento in Spagna, la canso deve datarsi al 1120, anno in cui il figlio Guglielmo X compi i 21 anni.
Delle 11 canso sopravvissute questa è l'unica di cui si conosca la musica, a partire da Bel seiner Dieus, tu sias grasiz, un contrafactum di Pos de chantar presente in una copia vaticana del Mistero di Sant'Agnese (I-Rvat, Chigi C.V.151, f. 81r) – ma solo due versi della quartina riportano l'intonazione, pertanto i modi con cui è stata completata la melodia si legano alle diverse esecuzioni. Qui le soluzioni adottate nelle cinque versioni seguenti:
— Ensemble für frühe Music Augsburg | 1986
— Ensemble Perceval (Gui Robert) | 1987
— Ensemble Tre Fontane | 1991
— Brice Duisit, voce e viella | 20o2
— Hespèrion XXI (Pascal Bertin, voce - Jordi Savall, dir.) | 2009

musica: I-Rvat, Chigi C.V.151 unicumedizioni: Riemann 1905: p. 33 | Gennrich 1958
testo: C 230 | D 190 | I 142 | K 128 | N | R 8 | a 463 — edizioni: Pasero 1973
versificazione: a8 a8 a8 x8 – a: singulars · x: unissonans (zi) – 10 coblas + envoi (8a 8x)
Pos de chantar m'es pres talentz,
Farai un vers don sui dolenz:
Mais non serai obedienz,
En Peitau ni en Lemozi.
Poiché mi ha preso voglia di poetare,
un canto comporrò che mi rattrista:
mai più sarò un fedele vassallo
sia nel Poitou e sia nel Limosino. [1]
1. Il Poitou era il territorio attorno a Poitiers, principale citàà del ducato d'Aquitania. Il Limosino era invece il territorio attorno a Limoges, sempre in Aquitania.
Qu'era m'en irai en eisil:
En gran paor, en grand peril,
En guerra laissarai mon fil,
E faran li mal siei vezi.
Perché io me n'andrò ora in esilio: [2]
in gran timore e in grande pericolo
e nella guerra lascerò mio fìglio, [3]
ché danno gli faranno i suoi vicini. [4]
2. Forse un riferimento al suo viaggio in Aragona (1120), al fianco di re Alfonso per combattere contro i mori — 3. Il primogenito Guglielmo X (1099-1137) figlio della seconda moglie Filippa di Tolosa e pertanto detto anche 'il Tolosano' — 4. Probabilmente il riferimento è alle ostilità fra Aquitania e Tolosano.
Lo departirs m'es aitan grieus
Del senhoratge de Peitieus!
En garda lais Folcon d'Angieus
Tota la terra e son cozi.
Che gran pena mi dà abbandonare
la signoria oramai di Poitiers!
Folco d'Angiò [5] come difesa lascio
di tutto il feudo del proprio cugino. [6]
5. Folco V (1091-1143) fu duca d'Angiò dal 1109, e sarà re di Gerusalemme dal 1131 — 6. In senso traslato, perché Guglielmo X non è figlio di primo letto, ovvero di Ermengarda, la sorella di Folco V (ma di Filippa di Tolosa). Guglielmo X è quindi cugino di Folco solo in quanto figlio dell'ex marito di Ermengarda.
Si Folcos d'Angieus no.l socor,
E.l reis de cui ieu tenc m'onor,
Faran li mal tuit li pluzor,
Felon Gascon et Angevi.
Se non l'aiutano Folco d'Angiò
e il re [7] dal quale mi vengono i beni,
il mondo intero a lui farà del male,
i guasconi sleali e gli angioini. [8]
7. Luigi VI, re di Francia dal 1108 al 1137 — 8. La Guascogna era il territorio più a sud dell'Aquitania, mentre l'Angiò era il ducato a nord.
Si ben non es savis ni pros,
Cant ieu serai partiz de vos,
Vias l'auran tornat en jos,
Car lo veiran jov' e mesqui.
Se non dà prova d'esser saggio e prode,
quand'io sarò separato da voi,
poiché vedranno ch'è giovane inerme,
lo ridurranno prestamente al nulla.
 
Merce quier a mon compaignon
S'anc li fi tort qu'il m'o perdon;
Et ieu prec en Jesu del tron
Et en romans et en lati.
Ai mio compagno [9] richiedo di grazia
che mi perdoni, se torto gli ho fatto,
e ch'egli preghi Gesù ch'è signore
tanto in romanzo che nel suo latino.
9. Con significato collettivo: 'al mio prossimo'.
De proeza e de joi fui,
Mais ara partem ambedui,
Et eu irai m'en a scellui
On tut peccador troban fi.
Io fui fedele di gioia e prodezza,
ma ora devo partirmi da esse,
e me n'andrò così presso Colui
dov'hanno pace tutti i peccatori.
 
Mout ai estat cuendes e gais,
Mas Nostre Seigner no.l vol mais;
Ar non puesc plus soffrir lo fais,
Tant soi aprochatz de la fi.
Seppi ben essere amabile e gaio,
ma me lo nega or Nostro Signore; [10]
oltre non posso il fardello portare
tanto son prossimo adesso alla fine.
10. Probabilmente col significiato dei doveri verso Nostro Signore, ovvero l'aiuto ad Alfonso d'Argona contro i mori.
Tot ai guerpit quant amar sueill,
Cavalaria et orgueill;
E pos Dieu platz, tot o acueill,
E prec li que.m reteng' am si.
Tutto ho lasciato di quello che amavo,
sia la fíerezza e sia cavalleria:
poiché Dio vuole, [11] accetto ogni cosa
e prego ch'egli mi tenga con sé.
11. «Deus vult» (tradotto spesso in occitanico con «Dieu platz») era il motto che durante le crociate ha sancito la guerra contro i musulmani.
Toz mos amics prec a la mort
Que vengan tut e m onren fort,
Qu'eu ai avut joi e deport
Loing e pres et e mon aizi.
Tutti gli amici prego che, morendo,
vengano tutti e m'onorino molto,
perché io ebbi letizia e diletto
nella mia casa, lontano e vicino.
 
Aissi guerpisc joi e deport
E vair e gris e sembeli.
Così io lascio letizia e diletto
e vaio e grigio con lo zibellino.