Fra cui Girolamo Mei (1519-1594), umanista e filologo fiorentino, che con le sue ricerche sull'antica musica greca influenzò molto la prassi musicale dell'epoca.

Zaccaria Teve, Il musico testore, Venezia: Antonio Bortoli, 1706, p. 66, cit. in Vatielli 1909, p. 8.

Doni 1635, dalla dedica riprodotta anche dal Catalogo Gaspari in I-Bc.

E' il celebre manoscritto non autografo, molto noto agli archeologi, Inscriptionum collectio quam ex variis scriptoribus marmoribus et schedis eruit et in ordine disposuit (I-Rvat, Barb. lat. 2756).

Vatielli 1909, pp. 23-24.

Periodico fondato da Pietro Mascagni, stampato a Pesaro dal 1896 al 1917. Nel 2005 Marta Mancini ha pubblicato il Dvd (Metauro Edizioni) con la scansione del periodico, saggi di storia e la documentazione fotografica.

Cfr. per es. Palisca 1985.

Naomi J. Barker, Un-Discarded Images: Illustrations of Antique Musical Instruments in 17th- and 18th-Century Books, Their Sources and Transmission, «Early Music», xxxv/2, 2007, pp. 191-211.

Gore Ouseley, On Some Italian and Spanish Treatises on Music of the Seventeenth Century, in «Proceedings of the Musical Association», 8th Sess. (1881-1882), p. 87.

Vatielli 1909, p. 10.

Riferimento a Bandini 1755.

Palisca 1997, p. 3. Palisca ha inoltre dedicato all'autore della Lyra l'articolo G. B. Doni, musicological activist, and his Lyra Barberina nel suo libro Studies in the history of Italian music and music theory, Oxford University Press, New York 1994, pp. 180-205.

Palisca fa anche notare come tutti loro fossero «generally poor historians of the ancient world. Their project of applying ancient learning and ideals to contemporary situations in the sixteenth and seventeenth centuries often impeded a disinterested search for historical truth»; Palisca 1997, p. 3.

Maurizio Padoan, Nature and Artifice in G. B. Doni's Thought, «International Review of the Aesthetics and Sociology of Music», xxiii/1, 1992, pp. 5-26: p. 5.

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Bibliografia

Doni 1635

Giovanni Battista Doni, Compendio del trattato de'generi e de'modi della musica. Di Gio. Battista Doni. Con un discorso sopra la perfettione de'concenti. Et un saggio a due voci di mutationi di genere, e di tuono in tre maniere d'intauolatura: e d' un principio di madrigale de principe, ridotto nella medesima intauolatura. All'eminentiss. e reuerendiss. sig. il sig. cardinal Barberino, In Roma: per Andrea Fei, 1635.

Doni 1640

Giovanni Battista Doni, Annotazioni sopra il compendio de' generi, e de' modi della musica, di Gio. Battista Doni. Doue si dichiarano i luoghi piu oscuri, e le massime piu nuoue, & importanti si prouano con ragioni, e testimonianze euidenti d'autori classici. Con due trattati l'vno sopra i tuoni, e modi veri, l'altro sopra i tuoni o armonie de gl'antichi. Et sette discorsi sopra le materie piu principali della musica, o concernenti alcuni instrumenti nuoui praticati dall'Autore, In Roma: per Andrea Fei, 1640.

Doni 1647

Io. Baptistae Doni patricii Florentini de praestantia musicae veteris libri tres totidem dialogis comprehensi in quibus vetus ac recens musica, cum singulis earum partibus, accurate inter se conferuntur. Adiecto ad finem onomastico selectorum vocabulorum ..., Florentiae: typis Amatoris Massae Forolivien., 1647.

Bandini 1755

Angelo Maria Bandini, Commentariorum de vita et scriptis Ioannis Bapt. Doni patricii Fiorentini olim sacri Cardinal. Collegii a secretis libri quinque adnotationibus illustrati ad Silvium Valenti S. R. E. presbyt. card. ampliss. accedit eiusdem Doni literarium commercium nunc primum in lucem editum, Florentiae: Typis Caesareis, 1755.

Palisca 1985

Claude V. Palisca, Humanism in Italian Renaissance Musical Thought, New Haven CT: s.e., 1985

Palisca 1997

Claude V. Palisca, Giovanni Battista Doni's interpretation of the greek modal system, «The journal of musicology», xv/1, 1997, pp. 3-18.

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Lyra Barberina · Il testo ripercorre brevemente l'evoluzione degli strumenti a corda per mostrare come la Lyra barberina costruita da Doni s'inserisca in questa storia quale vertice della ricerca organologica e filologica. Vengono inoltre affrontate questioni legate alla prassi esecutiva, come ad esempio la corretta posizione da assumere per suonare oppure la metodologia per accordare le corde dello strumento.

Pag. 1 · Frontespizio
3 · Dedica ad Urbano viii
7 · Prefazione
9 · i · Lyram a Cithara diversam esse…
12 · ii · Variae Lyrarum…
15 · iii · De Salterio, Sambuca…
21 · iv · Lyrae Citharaeque chordarum numerum…
30 · v · Lyrae Citaraeque partes…
37 · vi · De Plectro…
40 · vii · Alia quaedam Pectinis…
46 · viii · Quibus modis Lyra Citaraeque tenerentur…
50 · ix · Barberina Lyrae rudis descriptio
51 · x · Barberina Lyrae […] dicitur…
53 · xi · Barberina Lyrae parerga nova…
61 · xii · Chordas aereas spilloribus…
64 · xiii · Barberyna Lyrae temperatura…
67 · xiv · Barberina Lyra quomodo teneri…

De praestantia musica veteris · Le 109 pagine in forma di dialogo che compongono questo lavoro si soffermano sull'idea della superiorità della musica greca rispetto a quella contemporanea all'autore. Testo erudito, ricco di citazioni filosofiche con continui riferimenti a Pitagora, Platone ed Aristotele.

Progymnastica musica pars vetero restituita · Trattato di teoria e di semiografia musicale. Dapprima si prende in esame il tetracordo (successione di quattro suoni discendenti compresi nell'ambito di una quarta giusta) nelle sue tre declinazioni a seconda degli intervalli: diatonico, cromatico ed enarmonico, successivamente viene affrontato il problema della notazione, soprattutto per strumenti quali la lyra o la chytara.

Dissertatio de musica sacra · Trascrizione di una lezione tenuta da Doni presso l'Accademia Basiliana (fondata dal card. Barberini nel 1635), in cui vengono espresse le sue opinioni in merito alla musica religiosa. Emergono, in queste poche pagine, alcune citazioni tratte dal pensiero di Pitagora e dei pitagorici relative alla perfezione della musica stessa, e all'uso della Lyra come strumento per la cura dell'animo.

Due trattati sopra il genere enarmonico e sopra gli strumenti da tasti di diverse armonie · Il testo di questo lungo lavoro (quasi 200 pagine) affronta per prima cosa un'analisi del tetracordo enarmonico attraverso le proporzioni matematiche che lo formano, seguendo il pensiero del pitagorico Archita. Nel secondo trattato vengono presi in considerazioni alcuni strumenti a tasto come il cembalo pentarmonico inventato da Doni stesso oppure il cembalo triarmonico del suo allievo Pietro della Valle.

Del sintono di Didimo e di Tolomeo · Dopo la parentesi organologica relativa ai due tipi di cembali inventati da Doni e dal suo allievo si torna alla più spregiudicata analisi teorica, con un discorso attorno alla divisione del tetracordo diatonico (che fu diviso, prima da Didimo e poi da Tolomeo, in 2 modi diversi).

Della disposizione e facilità delle viole diarmoniche · Il testo mostra come accordare diversamente le corde della viola diarmonica per rendere più semplice muoversi all'interno dei modi Frigio e Lidio.

Dell'accordo perfetto nelle viole · Il testo in volgare mostra come poter suonare nelle viole l'accordo perfetto nel quale «tutte le consonanze s'odono nella loro maggiore perfezione … il che succede quando sono collocate entro le loro vere proporzioni l'ottava nella dupla, la quinta nella sesquialtera».

Trattato della musica scenica · Nella 150 pagine di questo lungo trattato vengono affrontate almeno due questioni legate fra loro: l'analisi dell'antica prassi vocale nella musica scenica ed un commento sulla musica allora attuale. Per prima cosa, attraverso citazioni di Aristotele e di Tito Livio viene mostrato che nell'antica Grecia il canto non era riservato ai soli coristi, ma anche gli attori ne facevano uso. Segue una sezione dedicata all'origine «che ebbe in tempi nostri il cantar in scena». Qui emergono anche i gusti di Doni che definisce il Lamento di Arianna di Monteverdi la «più bella composizione che sia stata fatta ai tempi nostri». Infine vengono anche espresse alcune opinione relative agli strumenti da usare a fianco del canto: Doni preferisce sempre i violini in quanto «simili alla voce umana».

[due lezioni sulla musica scenica]· Divise in due lezioni (8 e 7 pagine rispettivamente), le parole di Doni presentate al cardinal Barberino nel 1624 ribadiscono alcuni precetti già espressi nel trattato di musica scenica: si parla anzitutto dell'uso negli antichi greci di non rappresentare tutta l'azione drammatica in musica, ma solo una parte (I lezione) quindi vengono chiarite alcune questioni sull'uso del canto in Grecia, come ad esempio il fatto che gli attori usassero cantare, non quindi solo i coristi (II lezione).

Discorso ... del conservare la salmodia dè greci · In questo discorso Doni suggerisce al cardinale che per conservare in eterno le musiche del canto ecclesiastico greco sia necessario riscriverle in notazione moderna.

[cinque lezioni sulla musica scenica] · Le lezioni, tenute da Doni presso l'Accademia della Crusca vertono rispettivamente su: Modo degli antichi di rappresentare le tragedie e le commedie [I] – La rapsodia [II] – Il mimo antico [III] – La musica scenica [IV] – La musica scenica [V].

Discorso della ritmopeia de' versi latini · Sulla prosodia dei versi latini e dell'uso della melodia nei cori tragici antichi.

Degli obblighi ed osservazione de' modi musicali · Questo brevissimo discorso tratta dell'impiego e delle proprietà dei modi greci con l'ausilio di alcuni esempi musicali.

Discorso ... sopra la musica antica [Bardi]· Nonostante l'autore di questo discorso non sia Doni ma Bardi, è probabile che esso sia stato aggiunto dagli editori per rafforzare le tesi espresse da Doni sulla bontà della musica antica (16 pagine che riassumono la teoria modale greca per poi avventurarsi attraverso citazioni di Petrarca ed Ariosto ad illustrare i precetti del cantar bene). Un esempio: «il cantante è bene esprimere la canzone, secondo che dal maestro è stata composta, e non fare come alcuni (cosa ridicolosa) che dal principio al fine pensando d'esser tenuti scaltri, guastano di maniera con i loro sgangherati passaggi il madrigale, che quello stesso che lo ha composta per sua creazione non lo riconosce».

Della musica dell'età nostra [Della Valle]· Discorso scritto dall'allievo di Doni, Pietro Della Valle, e offerto a Lelio Guidiccioni il 16 gennaio 1640, tratta della musica a loro coeva e vuol dimostrare che essa non è inferiore, anzi è migliore, di quella degli antichi. Queste tesi sono sostenute con moltissimi esempi e sono in confutazione di quelle espresse precedentemente dal Guidiccioni.

Lettera [Martini] · Giovanni Battista Martini, celeberrimo professore di musica di Bologna scrive il 12 giugno 1762 all'abate Passeri di Pesaro (auditore di camera del Legato di Ferrara) per presentare il lavoro svolto su ordine del Legato: la compilazione dell'indice delle materie delle opere del Doni in prossimità della loro pubblicazione. In questa lettera Martini esprime inoltre un piccolo abbozzo, ricavato dalla lettura dei due tomi, della profondità con cui Doni esplora la musica greca nella teoria e nella pratica, sia vocale che strumentale.

Onomasticum seu synopsis [Martini] · Padre Martini espone in ordine alfabetico in queste 9 pagine le espressioni e i vocaboli latini e greci utilizzati da Doni nelle sue opere e a fianco di ciascuno di essi riporta la relativa traduzione in italiano.

Indice [Martini] · Padre Martini organizza alfabeticamente le materie esposte da Doni nei due tomi e a fianco di ciascuna di esse riporta la descrizione del loro contenuto, e il tomo e la pagina in cui la materia è trattata (30 pp.).

Appendice della musica scenica · Nella comunicazione che l'editore fa a chi legge viene chiarito che l'introduzione e il trattato della musica scenica qui inseriti sono un lavoro svolto da Doni precedentemente a quello pubblicato nella prima parte del secondo tomo, «più ricco e completo di questo». L'editore paragona questo trattato ad una bozza che il pittore realizza prima del quadro definitivo ma che in quanto tale riveste comunque interesse. Nel frammento «che si conserva fra i codici manoscritti della Pubblica libreria Magliabechiana di Firenze e che è stato comunicato all'editore dal sig. canonico Angelo Maria Bandini, bibliotecario regio della libreria mediceo-laurenziana e marucelliana» si dichiara la maggior importanza data dagli antichi greci alla poesia e alla filosofia rispetto alla musica.