progetto musurgia

[prefazione I]

Prefazione i
Al lettore




Se mai qualcosa ho imparato dai miei sforzi tale è forse una verità di Lucrezio:

Velut unda truditur unda
Sic varia exagitant tumidas molimina mentes
1

[Come un'onda incalza un'altra onda, | così il molteplice agita le menti traboccanti di grandi propositi]

È già trascorso un lustro, benevolo lettore, da quando, in misura del nostro sapere, abbiamo dato alle stampe la Grand'arte di luce e ombra,2 opera ricca assai di vari spunti che raccoglie la teoria del visibile, ovvero tutto quanto si mostri e sia comunque riferibile agli effetti [affectionem] della vista e alla speculazione [rationem] elaborata sulle tenebre. Quel lavoro, una volta benevolmente accolto dalla Repubblica letteraria, subito mi dispose l'animo, sempre traboccante di idee curiose, a volerne procurare di nuove; e mi sollecitò al desiderio irrefrenabile di studiare con uguale approccio e ricchezza di argomenti la percezione acustica, disciplina gemella, ovvero laboratorio dell'udito. Stabilita quindi, con confronto parallelo, una significativa affinità fra luce/ombra e consonanza/dissonanza – la luce altro non è che forma di consonanza degli occhi, e l'ombra la sua dissonanza – e scoperto nel mondo, per disposizione naturale, come un'armonia elaborata [concinnitantem] e preziosa scaturisca dalla sintesi di entrambi, non fu difficile a un ingegno fecondo applicare per analogia a consonanza e dissonanza i misteri arcani di luce e ombra; ardui furono invece i modi e gli argomenti per risolvere le difficoltà incorse, ma «Hic Rhodus, hic saltus».3

Non meno della luce infatti, la scienza del suono domina su un territorio vastissimo di argomenti specifici e su così reconditi anfratti tanto inaccessibili che per superarli si può dire a stento quale incredibile lavoro sia stato necessario e quanto si sia sudato per penetrare le sue autentiche leggi, mettendo in gioco competenze raffinate e difficili. D'altra parte l'entusiasmo e la disposizione innata per gli aspetti nascosti della natura vinsero le più dure e logoranti fatiche. S'è quindi fatto tanto per non lasciare nulla d'intentato e d'inesplorato e per giungere allo scopo e dare inizio all'opera in dieci parti (che analogamente al libro sulla luce e l'ombra chiamiamo Grand'arte della consonanza e dissonanza o Musurgia universale), in cui, come in un decacordo eutattico,4 mostriamo l'origine e la propagazione dei suoni e la straordinaria varietà che ne scaturisce. Dalla definizione della consonanza e dissonanza, si sviluppò il presente lavoro, strumento organizzato in mirabili ordini e registri, i cui dieci libri, curioso lettore, ti poniamo davanti agli occhi: qui, per mostrare il profondo del nostro pensiero, abbiamo raccolto l'idea dell'intera opera che presentiamo.

Libro i

Essendo dunque destinata a investigare le più intime e nascoste fonosofie,5 quest'opera di enciclopedia musicale simile ad insigne edificio solidamente fondato, con difficoltà sarebbe parsa tale senza la piena conoscenza degli strumenti acustici e fonici. Pertanto esaminammo prima di tutto la viva anatomia di detti strumenti, dal momento che a tal fine la prudente natura aveva reso i padiglioni auricolari, le ossa e le cartilagini condutture per i suoni e voci e, similmente, i nervi e i muscoli laringei generatori di quelli. La natura avveduta rese dunque palese l'immensa varietà sonora e gli effetti [affectionem] della voce, sia attraverso l'urto di corpi solidi, sia – come ho appreso per via anatomica – attraverso gli organi fonatori animali. Di tutto ciò tratta assai estesamente il primo libro, in cui abbiamo presentato la completa anatomia umana e animale ordinata dalla natura in base alla voce.

Libro ii

Dopo che, nel corso dei tempi, l'attività umana ridusse all'ordine suoni assai grossolani e confusi, e organizzò rumori sgraziati in sillabe, parole e periodi, com'è attualmente nella pratica civile di lingue e dialetti, così, secondo gli effetti [affectionibus] dei corpi sonori, stabilì fondamento di tutta l'armonia la distanza fra suoni acuti e gravi. Ed il secondo libro, nell'esporre diffusamente tali concetti, tratta dell'origine della prima musica d'arte [artificiosae] e della poesia, degli strumenti antichi e della loro costruzione, secondo gli usi sia dei primi uomini della terra, sia di ebrei e greci.

Libro iii

Ma conoscere in tal modo i suoni senza i numeri e le proporzioni, non fa capire nulla. Pertanto, cercando di conoscere i segreti più nascosti della scienza dei numeri, abbiamo voluto porre dinnanzi agli occhi del curioso lettore le fonti e le origini di ogni cosa, svelate e rafforzate da solidi argomenti dimostrativi, di cui opportunamente tratta il terzo libro, nel quale si parla delle varie forme dei numeri armonici, da cui si potrà trarre straordinario insegnamento.

Libro iv

Notando poi che la scienza dei suoni coincide in gran parte con la scienza geometrica, aiutati da tale disciplina e compresi i diversi effetti [affectiones] dei corpi sonori attraverso la partizione di nervi e corde, mi sono sforzato di restituire la ragione di singoli aspetti della musica teorica, usando porzioni diverse di monocordo, come mostriamo con grandissima varietà nel quarto libro (detto appunto Monocordo, o Musica geometrica).

Libro v

Avendo contemplato nel libro precedente la teoria musicale sotto vari aspetti, era tempo di scrivere della prassi. Il quinto libro prosegue dunque mostrando i fondamenti sinfonurgici e melotetici,6 nonché le ragioni e i metodi degli intervalli da disporre in modo adeguato. Qui troverai quanto di raro, insolito, improbabile, nuovo e ingegnoso cerchi nell'arte melotetica, trattato con abbondanza e varietà argomenti, attraverso saggi di esempi illuminanti.

Libro vi

Compreso che nei suddetti libri non vi era nulla sugli strumenti musicali di ugualmente misterioso e ignoto, cominciai a dedicarmi alla musica organica o costruzione degli strumenti. Si è così mostrato, al solito secondo ripartizione e disposizione, il metodo celato sotto le peculiarità di specifiche proporzioni, con numerose altre cose altrettanto curiose che, indagato il meccanismo [machinatione], non apprenderai da nessun altro se non da Mersenne.7 Tutto ciò rivela il sesto libro.

Libro vii

Vedendo che una gran controversia sul primato della musica antica o moderna si agitava tra i musici, abbiamo così dato origine al settimo libro. Qui si espone, in una sorta di comparazione parallela, la natura, le prerogative e gli effetti [affectiones] della musica antica e moderna; si rinnova il senso della la musica patetica; s'insegna un nuovo metodo per composizioni cromatiche ed enarmoniche mai fin'ora viste ed ascoltate. Insomma in quest'intero libro si mostra, nell'ambito di tutta la musica, qualcosa di raro e ignoto non solo agli apprendisti ma anche ai maestri, ai sommi e ai peritissimi nell'arte. Pertanto tutti coloro che si abbevereranno alla regola prescritta in questo libro con animo elevato, non solo confido si gioveranno presto della perfetta familiarità del comporre ma anche di quella parte recondita della musica che, per così dire, con virtù ed energia quasi divina, gli uomini rapisce e muove all'ammirazione con vari effetti [affectus].

Libro viii

In verità, perché questa opera non apparisse pensata per i soli musicisti e, come mostrato nei tre libri precedenti, rivelasse la nobiltà e l'universalità del metodo per quanto concesso dai limiti dell'intelligenza umana, inventammo la musurgia meravigliosa, di cui parla l'ottavo libro. Qui, con l'aiuto dell'arte combinatoria e della musaritmica orchematica8 mostrammo al mondo una nuova arte, mai tentata ch'io sappia da nessuno, con cui chiunque, anche inesperto, può giungere a suo piacere e in pochissimo tempo, dopo aver allestito un congegno [machinatione] predisposto per tale pratica rara [recondita], alla compiuta conoscenza del comporre. Il suo utilizzo – come invito il lettore a considerare – da Bernardino Roccio, nipote del cardinale Ciriaco Roccio,9 insigne prelato fornito per natura di ogni talento, fu mostrato per la prima volta qui a Roma, di fronte a uomini di varia ed eccelsa autorità e dignità, con somma ammirazione di tutti. Inoltre, per dimostrare più ampiamente la grandezza nascosta [latepatentem] di questa scoperta, applicammo il metodo alle principali lingue di tutta la terra – latina, greca, ebraica, caldaia, siriana, arabica, samaritana, etiopica, armena, tedesca, italiana, francese, spagnola – perché non c'è popolo o nazione tanto insolita da non poter creare nella propria lingua composizioni dotte ed eleganti con l'uso consapevole di tal sistema [huius artis freta subsidio].

Né tuttavia questa scoperta perse importanza una volta svelata la pratica e resa nota, come si dice, a cisposi e barbieri;10 evitammo infatti di spiegare quanto del metodo è più nascosto e katholikoteson, riservandolo solo per prìncipi, uomini sommi e amici. Tal nostra musaritmica cela inoltre non solo i segreti noti ai musicisti, ma anche i semi ignoti e inaccessibili dell'arte e della scienza esoterica, chimica e medica, che col tempo, non dubito, produrranno frutti assai rigogliosi. Inoltre con l'occasione di tale invenzione ci siamo imbattuti in un'altra assai più straordinaria, con cui si possono persino comporre e decifrare con lo stesso metodo lettere scritte in ogni lingua e carattere presente sulla terra; ma ne tratterò, voglia il Cielo, in altra opera: qui sarà sufficiente accennarla.11

Libro ix

Avendo quindi percorso ciascun ordine e classe delle cose naturali con un carro assai più miracoloso di quello di Trittolemo,12 considerato attentamente quel mirabile connubio dell'universo siderale e terrestre, e scoperto quindi che ogni cosa, fin nel più intimo recesso della macchina [molis] del mondo, trae dalla consonanza e dissonanza i princìpi e gli elementi della sua organizzazione, eleborammo la 'magia consonante e dissonante' di cui tratta il non libro. Qui, dopo aver investigato le cause della consonanza e dissonanza, esponiamo quanto la musica, nella pratica medica, abbia gioco nel sollecitare i sentimenti [affectionibus] dell'anima; si piegano le ragioni dei prodigi sonori tramandati dalle storie di tutti i tempi; s'indaga per l'intero libro della ragione profonda della fonocantica, anche detta 'voce riflessa' o 'scienza dell'eco'; si accenna a una nuova costruzione di tubi ottici e acustici; s'insegna l'ecotettonica13 da praticare nei palazzi dei prìncipi; si mostrano molte altre scoperte e miracoli naturali e artificiali da realizzarsi con i suoni; si descrive la fabbricazione di strumenti automatici, di organi idraulici e di altre macchine che suonano da sé in perpetuo, fra cui una criptologia14 che, col suono, rivela a persone lontane [absentibus] gli intimi propositi dell'animo in molti modi diversi. E tutto questo, come detto, accoglie il nono libro, che appunto ho intitolato non a caso Magia della consonanza e della dissonanza.

Libro x

Comprendendo dunque che la musica altro non è che, come dice Platone, ordine del tutto, ovvero il conoscere la successione e l'ordine di ogni cosa, e avendo inoltre ammesso che il mondo sensibile si rivela insomma, fra le specie di dieci entità, un magnifico e mistico decacordo col cui uso, nella sintesi di consonanza e dissonanza o proporzione armonica, il sapientissimo Creatore produsse quella mirabile armonia e concordia del tutto, sempre ammirata da qualunque filosofo, componemmo il decimo libro in cui dimostriamo come l'unità armonica di ogni cosa sia ordinata per sinfonismi15 di dieci specie [naturae], ovvero registri del grande organo del mondo, unità armonica del tutto.

Vedi infatti, nella fusione degli elementi, l'armonia quasi perfetta generata dalla consonanza e dissinanza delle cose, nella mirabile concordia celeste il sistema assoluto delle proporzioni armoniche, nella struttura del corpo umano – mondo politico, angelico, divino – il meraviglioso ordine delle proporzioni armoniche ed altre innumerevoli nozioni che il decimo libro, come ho detto, riferisce abbondantemente. Né contento di ciò, ho suggerito i modi e le ragioni con le quali il filosofo accorto, con l'aiuto delle proporzioni armoniche, potrà penetrare il senso recondito delle discipline: fisica, medica, chimica, logica, matematica, metafisica, teologia.

E questa è la sintesi complessiva della nostra Musurgia che, conducendo con venti propizi al porto desiderato, non manca d'insigni promotori. Anzitutto l'augustisimo e altrettanto sapentissimo imperatore Ferdinando iii, nostro signore clementissimo che, mosso dal sommo ingegno di cui abbonda, assolutamente raro e insolito in un principe, la promuove generosamente con suggerimenti e aiuti.

Quindi il serenissimo Leopoldo, arciduca d'Austria, devoto ugualmente a Marte e Minerva, che offrì a quest'opera, con la sua grande generosità, un ultimo prezioso aiuto; e a cui pertanto ci confessiamo debitori in eterno per il beneficio offerto a tutta la posterità.

Si rese disponibile, tra gli altri principi dell'urbe romana, l'eccellentissimo signore Pompeo Colonna,16 principe di Gabi, oggi Gallicano, edotto in ogni genere di lettere, che onorando la nobiltà del sangue con null'altro mezzo che l'eredità della scienza, per il sommo zelo con cui sempre aspira a promuovere ogni uomo di scienza, induce tutti giustamente ad amarlo e ammirarlo. L'erudita ode tetrastica scritta in italiano e posta all'inizio del volume dimostra splendidamente quanto sia versatile poi il suo coltivato ingegno, ricco del corredo della scienza.

Favorirono inoltre questi nostri sforzi i numerosi sussidi di eccellenti musicisti romani, il cui contributo, se non m'inganno, concederà a quest'opera il favore dei posteri più che a sufficienza.

Pertanto se i Momi della più invidiosa specie sorgessero contro questo lavoro, ciò si sopporterà con quell'animo con cui sopportano tutti quelli che, mossi da simile impresa, conservano sempre ferma e sicura un'indole predisposta a quanto v'è di nobile e sublime: d'altra parte badare troppo a simili ironie e punzecchiature è proprio dell'animo vile e meschino. Mi sia sufficiente aver eseguito, con la modestia delle mie competenze a ciò sollecitate, gli ordini di Cesare, dell'Arciduca e degli altri prìncipi, sotto il cui patrocinio confidiamo di essere tutelati e difesi dall'invidia di qualunque Momo. Se infine qualche lode meriterà questo lavoro, sia di colui da cui tutto arriva, Dio unico dispensatore di ogni cosa. Siate felici.

10. È un modo di dire latino (Orazio, Satire 1.5; Terenzio, Phormio 89; Plauto, Amph. 1013) che significa 'a chiunque, al popolo ignorante'.

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