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[frontespizio] Di Atanasius Kircher, sacerdote gesuita di Fulda, la Musurgia universale, ovvero la grande arte della consonanza e della dissonanza, divisa in dieci libri, Dove l'universale dottrina e la filosofia del suono, nonché la scienza musicale, teorica e pratica, si espongono nelle loro varietà; e si svelano e dimostrano le forze e gli effetti stupefacenti delle consonanze e dissonanze del mondo e della natura infinita, con nuova e ricercata esposizione di casi diversi, e specifiche applicazioni nell'ambito pressoché di ogni disciplina, e soprattutto in filologia, matematica, fisica, meccanica, medicina, politica, metafisica e teologia. Tomo I Pulsare certant plectra | cicada, fractam Victori repens | voce supplevit fidem Roma, nella tipografia degli eredi di Francesco Corbelletti, nell'anno del Giubileo 1650. Con il permesso dei superiori. 1. Forse: «I plettri, o cicala, tentano di far suonare la [corda] spezzata». Il frammento rimanda, come da didascalia all'episodio di Eunomo (non so dire se Factum Eunomii riferisca di un titolo specifico) e commenta l'immagine del frontespizio. E' probabilmente desunto da un passo dell'Iconologia di Cesare Ripa (1593), alla voce «Musica»: La cicala posta sopra la cetra significa la musica, per un caso avvenuto d'un certo Eunomio, al quale, sonando un giorno a concorrenza con Aristosseno musico, nel più dolce del sonare si ruppe una corda et subito sopra quella cetra andò volando una cicala, la quale col suo canto soppliva al mancamento della corda; così fu vincitore della concorrenza musicale Eunomio per benefitio della cicala, et in memoria di tal fatto i greci drizzarono una statua al detto Eunomio con una cetra con la cicala sopra etla presero per hieroglifico della musica. Sull'episodio aveva scritto anche al n. 183 dei suoi Emblemata Andrea Alciato (1531), ma Ripa, con qualche fraintendimento, vi annette notizie direttamente tratte dalla Geografia di Strabone (I.vi.9): La popolazione della Locride vantava una statua del citaredo Eunomo con una locusta posata sulla cetra. Timeo dice che Eunomo e Aristone di Reggio si confontarono un giorno ai giochi Pitici sull'assegnazione dei premi [...] Eunomo ottenne la vittoria e l'erezione, nella sua terra natia, dell'effige suddetta perché durante la contesa, quando una delle corde si ruppe, una cavalletta si posò sulla cetra e si sostituì al suono mancante. Ovviamente Aristone di Reggio nulla ha a che vedere con Aristosseno. L'episodio raccontato in un passo perduto delle Storie di Timeo di Tauromenio (ca. 350-260 a.C.) fu tramandato anche dallo pseudo Antigono di Caristo (iii sec. a.C.) nelle sue Historiarum mirabilium collectanea (cap. 1): i citaredi Aristone di Reggio ed Eunomo di Locri, trovatisi a Delfi, vennero a diverbio circa la scelta del miglior citaredo; luno affermava che la scelta doveva cadere su di lui, dal momento che Reggio era una colonia delfica, fondata per volere di Apollo, laltro ribatteva che non avrebbe dovuto osare suonar la cetra uno nel cui paese non cantano nemmeno le cicale. Fatto sta che, pur risultando nella gara superiore il reggino, la vittoria fu assegnata ad Eunomo per questo motivo: mentre cantava una cicala volò sulla lira e si mise a cantare. Qui non si parla di una corda spezzata, ma di una cicala che si mette a cantare contrariamente al detto comune. 2. «Con improvvisa voce di vittoria compensò la fiducia»; ma non sono in grado di individuare la fonte, né dire se «Aristonis» voglia riferirsi al citaredo reggino o ad Aristone di Chio o ad altri. |
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