Il dolore
L'attenzione al valore espressivo della musica si afferma contemporaneamente alla nascita del melodramma (1600). Il significato 'affettivo' di ogni gesto musicale meglio può essere enfatizzato da procedimenti propri della retorica.

Gino Stefani, Etica musicale, in Id., Musica barocca. Poetica e ideologia, Milano: Bompiani, 1974 pp. 188-192.

La musica – a parte i significati riconosciuti e condivisi dal contesto culturale – riesce a esprimere affetti molto generali di gioia o dolore sfruttando la natura vibrante propria del suono: se la vibrazione è più rapida (suono acuto) o il tempo accelerato (ritmo rapido) si ha una condizioni di tensione, viceversa se la vibrazione è più rallentata (suono grave) o il tempo tranquillo (ritmo lento) si ha una condizione di abbandono.

Il dirigersi verso l'uno o l'altro estremo (tensione o abbandono) produce nell'ascoltatore una condizione di empatia che riconosce come allegria o tristezza.

Le formule retoriche utili a individuare un affetto altro non fanno che individuare una modalità per manifestare una condizione di tensione o riposo. È il contesto in cui si inserisce la formula retorica che determina la tipologia espressiva e le varie sfumature dell'affetto.

Nell'ambito di affetti che l'antichità avrebbe collegato alla terra, all'umor nero o malinconico (tristezza, dolore) possono essere sfruttate quasi tutte le formule retoriche:

Catabasi
Movimento verso il basso. In genere utilizzata per rappresentare la malinconia.

• Ravel, Pavane pour une infante défunte

La progressione discendente del tema è un esempio di catabasi che unita al modo maggiore rende l'innocenza della giovinezza dell'infanta.

Anabasi
L'opposto: movimento verso l'alto.
Nelle rappresentazioni del dolore e in genere utilizzato per mostrare lo sforzo di reazione. In genere è sempre seguito da una catabasi in questo modo ancora più evidente.

• Mozart, Rondo in la minore


Mutatio toni - Metabole
La mutazioni armoniche indirizzano verso affetti dolorosi quando il passaggio da una griglia armonica a un altra è percepito come un allentamento della tensione armonica.

• Sibelius, Valse triste


Repetitio - Epanalessi - Geminatio - Iteratio - Palillogia
Sono tutte formule di di reiterazione: servono a rapprentare dolore o tristezza quando messe in condizione di restituire l'ossessività rituale di un movimento ripetuto inutilmente (tipico delle condizioni di angoscia).

• Chopin, Preludio in mi monore, op. 28 n. 4


Climax - Auxesis - Gradatio
Gradule fase di accumolo di energia che sfocia in un punto culminante.
Esempio:

• Verdi, Tuba mirumdal Requiem


Passus duriusculus
Salto melodico difficile, scomodo o pericoloso. Restituisce un momento di tensione o disagio.

• Handel, Se pietà di me non senti (aria di Cleopatra) dal Giulio Cesare


Circulatio
Illustra l'idea di circolarità, come simbolo (la perfezione, Dio) o come azione (movimento, vita).

• Rossini, Stabat mater, introduzione

La circulatio con cui esordiscono gli archi esprime una vitalità che meglio accoglie la fisicità del dolore della mater.

• Rossini, Guglielmo Tell, finale

Condizione opposta: la circulatio quasi si trasforma in abbellimento (gruppetto) la cui reiterazione, accompagnata al movimento di ascesi, restituisce l'idea della perfezione divina.

Formule retoriche che imitano il linguaggio:

Exclamatio - Ecfonesi
Enfasi propria di un'esclamazione.

Suspiratio
Pausa improvvisa che rimanda al riprendere fiato.

Abruptio - Apocope
Interruzione improvvisa della frase.

• Purcell, When I am laid (aria di Didone) dal Dido and Aeneas

• Monteverdi, Lamento di Arianna